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  • Violamania: Fiorentina in paradiso, a Praga per la storia. Con tanti saluti a Chiesa e Vlahovic

    Violamania: Fiorentina in paradiso, a Praga per la storia. Con tanti saluti a Chiesa e Vlahovic

    • Filippo Caroli
    Nella serata di Basilea c’è tutto. Ansia, grinta, paura, fiducia, sconforto, determinazione, e poi voglia, fame, fatica, concentrazione e, infine, la gioia liberatoria. In una sola parola: il calcio. Firenze e la Fiorentina sognavano una notte così, e l’hanno ottenuta. I Viola ritrovano una finale europea dopo trentatré anni, una doppia finale stagionale dopo oltre sessanta, quella col Basilea è stata una semifinale che ha il sapore della storia per la Fiorentina. Una vera e propria battaglia durata 180 minuti, iniziati con la beffa di Firenze e terminati con la splendida rimonta del St. Jakob Park, in un clima infernale per la squadra di Vincenzo Italiano. E la gioia esplosa al gol di Barak fa quasi scivolare in secondo piano la grande prestazione con cui i Viola sono riusciti ad accaparrarsi la finale di Praga.
     
    FUORICLASSE
    - “Amico, i campioni sono così”, dirà uno stanco Alexis Sanchez dopo aver deciso la Supercoppa Italiana 2022 contro la Juventus. Ecco, una frase che avrebbe comodamente potuto proferire anche Nico Gonzalez dopo la gara di ieri sera. Perché dopo il match d’andata, in cui deluse non poco le attese, l’argentino si è letteralmente caricato la Fiorentina sulle spalle nel momento più difficile trovando due reti di importanza incalcolabile. In barba a chi gli ha spesso imputato poca incisività nelle gare che contano. Impossibile poi non citare Barak, vero e proprio specialista di gol decisivi anche partendo dalla panchina. È un po’ il Mister Wolf della Fiorentina. E chissà che emozione dev’essere stata per lui calciare quel pallone che porta, di fatto, la Fiorentina in finale nella sua terra natale: la Repubblica Ceca.
     
    CIAO CIAO - Insomma, la Fiorentina ieri ha vissuto una vera e propria serata da sogno e si prepara a riscattare l’ultima finale europea persa contro la Juventus nel 1990 sul campo ‘neutro’ di Avellino. E a proposito di Juventus. Chissà se gli ottimi Vlahovic e Chiesa (ieri protagonista in negativo a Siviglia) si stanno pentendo almeno un briciolo di aver lasciato in fretta e furia Firenze per approdare in una Juve che vive un momento storico piuttosto complicato fra campo e tribunali. Pensieri che probabilmente interessano poco al tifoso viola, che si prepara a volare in finale a Praga. Con tanti saluti a chi se ne è andato. Come recita un proverbio popolare: “Firenze città d’arte, va in c**o a chi viene e a chi parte”.

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