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  • Violamania: ha ragione Pioli, i rigori così non andrebbero dati. Ma il regolamento...

    Violamania: ha ragione Pioli, i rigori così non andrebbero dati. Ma il regolamento...

    • Giacomo Brunetti
    Non prendiamoci in giro: il rigore concesso nel finale per il fallo di mano imputato a D'Ambrosio è stato molto generoso. Ed è altrettanto vero che l'arbitro Abisso, probabilmente, data la scarsa esaustività delle immagini - la valutazione cambia di inquadratura in inquadratura - si è fidato dell'istinto avuto in presa diretta. Resta il fatto che, come ha spiegato nel post-partita Stefano Pioli,  «non sono d’accordo su come vengono fischiati: il fallo deve ostacolare la palla e ampliare il volume. Certi falli di mano non li fischierei mai, però gli arbitri li fischiano tutti quindi per loro sono situazioni irregolari». La polemica non è destinata a placarsi, perché il giocatore dell'Inter apre leggermente il braccio ma dalle varie angolature il pallone sembra a volte toccare il petto, altre volte il braccio.

    Dunque, dal polpastrello al mezzo petto-mezzo braccio. Il passo è stato breve, non altrettanto la discussione. Indubbiamente, ripeto, la situazione lascia molte perplessità e la dinamica del pallone non è chiara. Il regolamento parla in un modo, la realtà e il buonsenso in un altro. Ha ragione Pioli, ha ragione Spalletti ad arrabbiarsi - seppur con modi altisonanti - e la frustrazione è lecita, nei limiti. Un punto dorato per la Viola, che inizia con il botto - in termini di emozioni - la settimana che può indirizzare la stagione. Chiesa, Muriel e gli altri: all'inseguimento di un sogno.

    Il regolamento però parla chiaro: "Non è di per sé automaticamente involontario un fallo di mano che avviene dopo che il pallone è rimbalzato su altra parte del corpo. Va sempre considerata la congruità della posizione delle braccia in relazione al movimento che il calciatore sta effettuando". Questa potrebbe essere la casistica per inquadrare l'accaduto. Dunque le regole danno ragione ad Abisso e premiano la Fiorentina, resta da capire se realmente il pallone tocchi il petto, il braccio, oppure prima uno e poi l'altro. E se in occasione del rigore concesso per il fallo di Edimilson ci sia un fallo pregresso, dopo le polemiche dell'andata per il «rigore di polpastrello», va detto che in quanto a serenità arbitrale Fiorentina-Inter non potrà essere presa a esempio.

    Purtroppo le polemiche si prendono la scena, annacquando una partita incredibile, resa tale anche dai capovolgimenti di fronte legati al fischietto. Nel 2019, la Fiorentina è diventata una formazione da batticuore, perché tra risultati roboanti e finali al cardiopalma, ormai questa squadra toglie il sonno. E ha un cuore enorme, che non finisce mai: ieri ha ripreso l'Inter al 111' dopo che Muriel, dal niente, aveva riaperto i conti con una punizione antologica dalla traiettoria maestosa. Perché dietro alla VAR ci sono la prestazione di una difesa rimaneggiata, un Veretout cinico dal dischetto che fa cinque su cinque in stagione, un Chiesa fenomenale e imprendibile. Tanto altro, tanta voglia di rimanere in corsa. Il settimo posto dista due punti, mercoledì l'appuntamento nell'andata della semifinale di Coppa Italia contro l'Atalanta, dove la posta in palio sarà altissima. Come domenica, quando stadio e competizione si invertiranno.

    Una prestazione tra alti e bassi. Tra i lampi di Chiesa, la magia di Muriel e le note positive arrivate dai reparti spiccano le incertezze di Lafont - specialmente sul gol di Politano - e la prestazione vuota e trasparente di Pjaca, che tocca cinque palloni in quaranta minuti, mettendo a referto statistiche negativamente impressionanti. Edimilson ha concesso il sesto rigore in stagione per fallo di mano - casistica alle strette - e Gerson ha gettato al vento più di una occasione, facendo un passo indietro rispetto ai timidi segnali delle partite precedenti. A testa bassa verso il prossimo impegno, consapevoli di una forza che c'è ed è tangibile.

     

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