Calciomercato.com

  • Viva l’Italia delle cinque semifinaliste. Ma la Lega di A sbaglia a credersi più forte di prima

    Viva l’Italia delle cinque semifinaliste. Ma la Lega di A sbaglia a credersi più forte di prima

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Lega calcio di serie A non ha perso l’occasione, ieri sera, di annunciare su Twitter che, per la prima volta in assoluto, cinque squadre italiane sono in semifinale nelle maggiori competizioni europee. Il tweet si chiude con un “fatti, non opinioni” dal sapore vagamente rivendicativo.

    Lungi da me voler contestare i fatti, ma se in Lega pensano che i meriti di questo parziale successo risiedano su un campionato italiano in cui la prima (che tra le semifinaliste non c’è) ha quattordici punti di vantaggio sulla seconda (e solo perché il Napoli ha rallentato), si sbagliano di grosso.

    Intanto, molto ha potuto il sorteggio di Champions che ha imposto un quarto di finale tra due italiane su tre. Una per forza sarebbe andata avanti. In secondo luogo, moltissimo è dovuto ad un tabellone che, a questo punto, promuoverà un’italiana finalista della massima competizione internazionale. Detto sommessamente che nel 2003 le finaliste erano due (MIlan e Juventus), nessuna semifinale è paragonabile a Real Madrid-Manchester City. Opinioni che diventeranno fatti.

    Ascolta "Viva l’Italia delle cinque semifinaliste Ma la Lega di A sbaglia a credersi più forte di prima" su Spreaker.

    Per me l’exploit più rilevante lo stiamo ottenendo in Europa League e in Conference. La Juve è terza, la Roma quarta, la Fiorentina nona. C’è una classe media del calcio italiano competitiva almeno quanto le inglesi (West Ham), le spagnole (lo specialista Siviglia), le tedesche (Bayer Leverkusen), le olandesi (AZ Alkmaar).

    Ma certe coppe, inutile negarlo, pesano meno: la Fiorentina, che ha rischiato l’osso del collo con il Lech Poznan, perdendo in casa 3-2, troverà il Basilea, sesto nel campionato svizzero. Una semifinale possibilissima per i viola, ma non esaltante per il valore dell’avversario.

    Comunque, per carità, Viva l’Italia.

    Altre Notizie