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  • Zanetti: 'Cambiasso sarà un grande allenatore'. Il Cuchu risponde: 'A chi mi chiede di guidare l'Inter...'

    Zanetti: 'Cambiasso sarà un grande allenatore'. Il Cuchu risponde: 'A chi mi chiede di guidare l'Inter...'

    Una diretta Instagram a sorpresa organizzata da Javier Zanetti in compagnia di Esteban Cambiasso. I due grandi ex Inter hanno affrontato tanti temi, a partire dalla gioventù. Ecco le loro parole riportate da fcinter1908.it:

    Zanetti: “Tifo Independiente, mi ricordavo di quando andavo allo stadio con i miei amici. Era uno dei momenti più emozionante. C’era il magazziniere che ti avvisava quando la squadra sta entrando in campo, mi veniva un’adrenalina incredibile. Mi è mancato giocare nella loro prima squadra. Il fratello di Diego Milito ci invitò alla partita d’addio, mi sono messo la loro maglia e mi è venuto in mente tutto quello che facevo da bambino”.

    Cambiasso: “La gente non lo sa, ma lui nei voli lunghi si addormenta dopo 15”, si sveglia solo per mangiare. Ho seguito te e il Cholo come esempi prima ancora che arrivassi in Nazionale“.

    Zanetti: “Il più forte con cui ho giocato? Ronaldo quando arrivò era impressionante, ma se devo fare un nome dico Roberto Baggio. Qualità e passione. Avevo grande ammirazione per lui, così come l’ha il mondo nei suoi confronti. Bisogna saper convivere con le sconfitte. Con l’Inter, per esempio, ricordo quelle contro lo Schalke 04 in finale di Coppa UEFA (19997, ndr), il derby in semifinale di Champions e il 5 maggio. Ma anche il Mondiale del 2002 con l’Argentina. In quei momenti è importante la famiglia“.

    Cambiasso: “Ho sempre vissuto la vittoria come un obbligo, e non è un bene. Vivevo la sconfitta in una maniera incredibile. Dopo il Mondiale del 2006 sono stato un mese chiuso in casa per la delusione, non volevo vedere nessuno. Sono stato ingiusto con la mia famiglia. Per questo, ora si godono il mio periodo da post calciatore“.

    Zanetti: “Volevo decidere io quando smettere, ma volevo farlo quando stavo bene. Non volevo che la gente avesse altri ricordi di me. Quando mi sono rotto il tendile d’Achille, sono tornato in campo e voi mi avete abbracciato nello spogliatoio. Lì ho realizzato che sì, avrei potuto continuare, ma che forse era meglio smettere al termine della stagione“.

    Cambiasso: “Ho sempre avuto il desiderio di allenare, anche in campo. Mi è piaciuto tantissimo, per esempio, far parte dello staff della Colombia. Sono in periodo di studio. A chi mi dice di allenare l’Inter, dico: chi ti chiama, è chi ti manda a casa. Per questo vorrei essere l’ultima persona chiamata da Javier”.

    Zanetti: “Il mondo del calcio avrà un grandissimo allenatore, e mi fermo qua“.

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