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  • Zuckerberg neutrale sulle fake news? Anche la moglie striglia il n. 1 di Facebook

    Zuckerberg neutrale sulle fake news? Anche la moglie striglia il n. 1 di Facebook

    • Lorenzo Denaro
    Con una lettera aperta, inviata a Facebook, 140 scienziati e ricercatori delle più prestigiose Università americane, invitano il suo fondatore Mark Zuckerberg a prendere immediate contromisure contro fake news e linguaggio violento sul social network. L’attuale situazione di emergenza causata dalla pandemia di coronavirus e le dilaganti proteste per il caso Floyd negli Stati Uniti hanno certamente evidenziato una volta di più il problema “fake news” e  “hate speech”, ormai usato spesso per influenzare l’opinione pubblica. Non è la prima volta che il social network di Menlo Park viene attaccato dal mondo accademico e da organizzazioni no profit, ma stavolta a rendere più interessante la vicenda è un dettaglio non di poco conto.

    Gli scienziati in questione sono finanziati dalla Chan Zuckerberg Initiative, ovvero la fondazione filantropica fondata nel 2015 dalla signora Priscilla Chan Zuckerberg, moglie di Mark. L’ente ha come scopo quello di combattere attraverso la tecnologia problemi sociali e di promuovere una riforma della giustizia che garantisca condizioni migliori nelle carceri, processi più giusti, senza pregiudizi nei confronti delle minoranze etniche, troppo spesso discriminate nelle aule americane.

    Nella lettera gli scienziati attaccano Zuckerberg e si scagliano contro la sua dichiarazione di neutralità in difesa della libertà di parola, accusandolo di immobilismo e favoreggiamento dell’attuale amministrazione Trump. Quest’ultimo è visto dal gruppo di ricercatori come uno dei massimi esponenti e promotori dell’uso dei social network come mezzo per la diffusione di fake news, disinformazione e linguaggio violento. A supporto delle proprie tesi, gli scienziati segnalano che il post del presidente americano “when the looting starts, the shooting starts” è chiaramente un post che incita alla violenza e all’odio. Non oscurandolo, scrivono gli accademici, Facebook si dimostra ancora una volta antietico e miope alle sue stesse policy aziendali. La fondazione ci ha tenuto a specificare che non ha alcun rapporto con l’azienda Facebook e che è totalmente indipendente da questa. Da Palo Alto invece hanno deciso di non commentare, almeno per il momento. Tempi duri per Mark: prima lo sciopero dei dipendenti Facebook, ora le critiche dall'accademia finanziata dalla moglie. Per una volta non lo invidiamo.

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