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    Atalantamania: benvenuti all'inferno

    Atalantamania: benvenuti all'inferno

    • Sabrina Fratus
    Scusatemi. Sì, debbo a voi lettori delle scuse anticipate, qualora, in questo editoriale mi lasci sfuggire un pizzico di troppo di romanticismo, venendo meno alla razionalità che il giornalismo, di per sé, 'impone': a prescindere dall'essere supporters nerazzurri, non è semplice poter argomentare a un amante del calcio quanto stia accadendo alla Bergamo calcistica, che cose straordinarie stia facendo la sua squadra per eccellenza e che atmosfera surreale e frizzante si respiri tra le vie della città.

    'Largo ai sogni senza paura, cavalchiamo questa avventura' così tuonava lo striscione esposto dalla caldissima Curva Nord, poco prima dell'avvio dell'incontro di ieri al Comunale, contro sir Totti e il suo team. E gli undici scesi in campo hanno applicato alla lettera l'invito. L'inizio, forse, è stato leggermente in sordina: Atalanta e Roma, due squadre che s'affrontano a viso aperto, a tal punto da percepire un continuo squilibrio, allineato più favorevolmente, di tanto in tanto, dalla Roma capace di creare insidie sì, ma al tempo stesso stregata in fase offensiva, tanto da andare in rete solo su penalty per via di un tocco fortuito di Toloi con la mano; la Dea non subisce, anzi, cerca di ribellarsi ma Gomez sulla destra abbaia ma non morde, Kurtic in allargamento dalla parte opposta tanto meno e Kessie appare come dentro a una campana di vetro, forse perché incapace di partire col piede giusto, più che per narcisimo. Poi, dopo l'intervallo, accade tutto il contrario di tutto: ti aspetti la Lupa affamata, pronta a sbranare gli avversari ed arrotondare così il risultato, Golia che si prende gioco di Davide ma, come poi si rivela alla fine nel racconto biblico, è il gigante a soccombere alla piccola. La truppa di Gasperini è protagonista, infatti, di un secondo tempo memorabile, in cui Caldara, con quella capocciata che pareggia i conti, infiamma gli animi e dà benzina all'intero collettivo. Gomez torna sulla sinistra, ed è inevitabilmente un Papu in rispolvero, Gagliardini, il migliore in campo, non viene meno e chi, invece, ci mette di più è Kessié che, finalmente, torna a punzecchiare in avanti col suo fiuto del dribbling. In più, il Gasp azzecca pienamente i cambi: gli ingressi di Freuler e D'Alessandro hanno inevitabilmente segnato la svolta. Per la Roma diventa difficile, se non arduo contenere undici cavalli impazziti ed è il destriero argentino al 90' a scatenare il boato del Comunale: el Papu, a tu per tu con Paredes, prova a superarlo e, con la complicità dello stesso giocatore giallorosso, guadagna il rigore, quello che santifica una sacrosanta vittoria orobica. Benvenuti all'inferno nerazzurro, dove ogni opposto, astratto dalla sua posizione in graduatoria, da anima immune potenzialmente si trasforma, in atto, in anima in pena, messa sotto pressione da quel giocattolo indiavolato made Gasp.

    E siamo a 22 punti, in 8 partite, per 5 vittorie consecutive. Bisognerebbe sfogliare le ingiallite pagine degli amarcord per risalire a un trend positivo di questo genere. Gasperini, durante la conferenza stampa post partita, ha spronato a godersi (e giustamente) la vittoria sui capitolini ma la questione, all'indomani del trionfo, è che il popolo atalantino potrebbe, inconsciamente, non accontentarsi più dei meri successi finalizzati a se stessi o al più alla salvezza. La classifica parla non chiaro, chiarissimo: Atalanta al 3° posto a pari merito con la Lazio. Il campionato sarà lungo, ma di fronte a certi numeri sta iniziando a diventare sempre più faticoso tenere i piedi ben saldati a terra. Parlavamo di scuse, giusto? Ecco. Scusateci, ma anche per noi amanti della penna e del calcio non è semplice scrivere senza lasciarsi travolgere da questa Atalanta che qualcuno già definisce 'Leicester'... .

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