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  • Bianchi attacca:|'Da Cairo solo parole'

    Bianchi attacca:|'Da Cairo solo parole'

    Anche il pacato Rolando questa volta è sbottato. L'ha fatto in privato, senza la ribalta delle telecamere o il taccuino di un giornalista. Sotto il suo ombrellone, sulla spiaggia di Forte dei Marmi, quella che l'anno scorso con il «patto sul bagnasciuga» chiuse l'ennesimo tormentone estivo, leggendo l'ultima proposta di Cairo. «Resta al Toro, ma fai un piccolo sforzo, vieni incontro alle nostre proposte. Per me è difficile tenerti a queste condizioni, so che per te la terza stagione in serie B sarebbe un grande sacrificio, forse insostenibile. Però sarei felicissimo se continuassi con noi, sai quanto sei importante per i colori granata. Come uomo e come giocatore non sei mai stato in discussione», queste le frasi del patron granata.


    Bianchi ci è rimasto male, ma non certo per il messaggio (scontato) di stima. Uomo concreto, ancor prima che bomber di razza, l'attaccante a caccia di nuovi stimoli avrebbe preferito che quelle parole il presidente del Torino gliele avesse dette in tempi non sospetti. Il suo tormento si può capire. Logorato da tre anni di tira e molla, l'attaccante sta vivendo momenti di grande incertezza. Da tre settimane aspetta una chiamata, che finora non è mai arrivata. È ancora fermo alle lacrime di sconforto per la mancata promozione e alla promessa di Cairo («Ci vedremo presto») nel giorno della presentazione del neo allenatore Ventura.

    Il suo sfogo, in famiglia, è quello di un normale ragazzo di 28 anni, giustamente orgoglioso, che cerca certezze, ma trova solo domande e dubbi. «Non voleva guardarmi negli occhi per capire le mie intenzioni? Beh, l'incontro non c'è mai stato, ma neanche una telefonata per organizzarlo è mai partita. È da quasi un mese che non sento nessuno. Leggo tante belle parole, ma il vento le porta via. L'unica verità è che Cairo non mi ha mai chiamato, ma neanche Petrachi. Non so nemmeno se Ventura mi vuole per il suo nuovo progetto. Sanno dove sono, se interesso ancora che qualcuno batta un colpo. Io non so più cosa fare. Non siamo all'asilo, parliamo con chiarezza, schietti e sinceri. Io non sono un pagliaccio. Servo ancora? Allora che me lo dicano: così invece si sta solo tirando la corda. L'unica cosa che mi dispiace è che si stanno prendendo in giro i tifosi. Ma io non li tradirò mai. Se sono un peso, prenderò la mia strada per il bene del Toro. Io voglio lasciare un buon ricordo».

    La mossa studiata da Cairo, quella della proposta di prolungamento del contratto di Bianchi, che scade nel 2013, per spalmare il suo pesante ingaggio (1,9 a stagione compresi i premi), potrebbe avere effetti diversi da quelli desiderati. «Non mi è mai arrivata nessuna proposta in tal senso - così Riccardo Bianchi, il fratello che cura gli interessi di Rolando - anzi è tutto il contrario: siamo noi che a febbraio abbiamo chiesto al Toro di sederci attorno a un tavolo per ridiscutere i termini del rapporto. Ma loro mi hanno risposto che non rientrava nei piani della società. Se adesso è cambiato qualcosa, questo non lo so. Noi siamo disponibili, stiamo solo aspettando che ci convochino. Forse è vero che solo guardandoci negli occhi sapremo sul serio cosa vuole fare Cairo». Insomma il rebus sul futuro dell'attaccante, capocannoniere granata da quando nel 2008 è approdato al Toro, è lontano da una soluzione. Forse l'unica vera risposta può darla Ventura: Bianchi serve ancora? Sul bomber ci sono alcune timide richieste da parte di club di A. Cairo dice cinque, ma gli unici che hanno manifestato un interesse concreto sono Napoli e Catania, mentre la Fiorentina per ora resta nell'ombra. L'unica certezza è rappresentata dalla data del ritiro della squadra, il 15 luglio. Con Bianchi protagonista?


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