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Cagliarimania: delirio rossoblù per la vittoria di San Siro

Cagliarimania: delirio rossoblù per la vittoria di San Siro

  • Andrea Corda
Nel capoluogo sardo la felicità è palpabile. Nelle vie del centro da domenica sera non si parla d'altro: la vittoria del Cagliari. Una vittoria sudata, ma conquistata con grande merito al cospetto della blasonata Inter di de Boer. Una vittoria che è il risultato dell'organizzazione tattica, dello spirito di sacrificio e del carattere della squadra rossoblù, che ha scelto la "Scala del calcio" per regalare ai propri tifosi la prima vittoria esterna stagionale. Tre sono i principali artefici della "conquista" di San Siro: Massimo Rastelli, Davide Di Gennaro e Federico Melchiorri.

L'allenatore del Cagliari, diciamolo con tutta franchezza, non è mai stato particolarmente amato dalla piazza rossoblù, che non manca occasione di criticare l'ex tecnico dell'Avellino per il rendimento altalenante offerto dal Cagliari nel girone di ritorno dello scorso campionato di Serie B. Un campionato che, a detta dei tifosi, il Cagliari avrebbe dovuto vincere a mani basse. Ma forse - aggiungo - sono in tanti a dimenticare che i campionati non si vincono con le "figurine", ma con l'organizzazione di gioco, la serietà e la dedizione dei calciatori. Inoltre a scendere in campo sono i calciatori, e non l'allenatore, la cui incidenza sui risultati di una squadra difficilmente può essere superiore a un 20-30% sul totale. Fatte queste debite precisazioni, Rastelli, nelle prime otto giornate di campionato, ha dimostrato di essere all'altezza del suo ruolo e, soprattutto, ha indovinato alcune scelte tattiche che, segnatamente nella partita giocata contro l'Inter, si sono rivelate decisive.

Il nome di Rastelli è strettamente legato a quello del secondo artefice della vittoria di Milano, Davide Di Gennaro. Eh sì, perché è stato proprio Rastelli a ridisegnare, a causa dell'infortunio di Joao Pedro, la posizione in campo di Di Gennaro: da centrocampista basso a trequartista. Un nuovo vestito che si cuce benissimo addosso al talento del Cagliari, il quale ha dimostrato di essere molto efficace nel lanciare a rete i compagni del pacchetto offensivo: vedere per credere, l'assist liftato a Melchiorri per il goal del momentaneo pareggio del Cagliari.

E poi lui, il personaggio da copertina di Inter-Cagliari, Federico Melchiorri. A inizio partita, tutti a chiedersi come mai Rastelli lo avesse preferito a Borriello. A fine partita, quando le chiacchiere stanno a zero, tutti a fare i complimenti all'allenatore rossoblù per aver azzeccato le mosse tecnico-tattiche in grado di scardinare la difesa - per la verità tutt'altro che di ferro - dell'Inter di De Boer. Quella di Melchiorri è una vera e propria favola. L'attaccante marchigiano non più di tardi di sei-sette anni fa dovette lasciare il calcio giocato per combattere contro un avversario più forte di qualsiasi calciatore: un cavernoma venoso, una malattia che provoca un attorcigliamento dei vasi sanguigni del cranio. Dopo alcuni mesi, Federico riuscì a sconfiggere questo male e poté tornare sui campi di calcio per perseguire la passione che lo avvinceva fin da bambino. La ripresa fu però lunga: Federico ripartì dall'Eccellenza con il Tolentino, poi in serie D con la Maceratese, poi in B con il Padova e, soprattutto, con il Pescara. Pescara che è stato il suo trampolino di lancio verso Cagliari, con cui ha conquistato una promozione in A e, da qualche mese, la possibilità di giocare nel massimo campionato per togliersi soddisfazioni come quelle di ieri, quando ha fatto secco Handanovic con un tap-in vincente da pochi metri e quando, a pochi minuti dal novantesimo, con un tiro-cross dalla destra ha propiziato l'autogoal dell'estremo difensore nerazzurro.

Giocate che sono valse al suo Cagliari la prima gioia in trasferta di questo campionato. La gioia di una città intera e di un'intera Regione, che ora aspetta di poter bissare la vittoria domenica prossima nell'ostica gara casalinga contro la Fiorentina. Con la consapevolezza che, per questo Cagliari, tutto è possibile.

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