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  • Da Auba a Sanchez, il valzer premia: Dzeko ferita aperta per Roma e Chelsea

    Da Auba a Sanchez, il valzer premia: Dzeko ferita aperta per Roma e Chelsea

    • Federico Albrizio
    Si dice che per muovere i pezzi da novanta in attacco sia sempre necessario attendere l'estate: i giocatori hanno tempo di valutare il miglior progetto, le squadre possono muoversi per trovare sostituti adeguati e c'è il tempo di impostare massicce campagne di marketing sulle nuove stelle. Questo gennaio ha voluto scrivere una pagina nuova nella storia del calcio: via a un valzer di punte che ha cambiato la pelle di tre big europee, al momento soddisfatte di questa girandola di attaccanti.

    TUTTI FELICI - Alexis Sanchez, Pierre-Emerick Aubameyang e Michy Batshuayi: un triangolo a incastro che ha fatto felici tutti, giocatori e squadre che li hanno ingaggiati. Il domino parte con El Niño Maravilla, che lascia l'Arsenal e si trasferisce alla corte di Mourinho (in cambio di Mkhitaryan): al debutto con il Manchester United un assist in FA Cup, poi un giro a vuoto con il Tottenham lasciato subito alle spalle con il primo gol rifilato all'Huddersfield. Perso Sanchez, Wenger si è consolato con Aubameyang: dopo la violenta rottura con il Borussia, l'attaccante gabonese riesce a fuggire da Dortmund (per la modica cifra di 64 milioni di euro) e il suo approccio alla Premier è ottimo, gol all'esordio contro l'Everton. Chi fa meglio di tutti però è il suo sostituto, l'impatto di Batshuayi sulla Bundesliga è devastante: due gol e un assist nel 3-2 sul Colonia, i gialloneri già rimpiangono che non sia previsto un diritto di riscatto al termine del prestito. Un incastro perfetto, o quasi, perché all'appello manca un giocatore: Edin Dzeko, il cui trasferimento sfumato ha creato più di un problema a Chelsea e Roma.

    IL MERCATO DELLA DISCORDIA - Soprattutto i Blues, perché il mancato acquisto del bosniaco ha aperto un'altra crepa nel già fragile rapporto tra Antonio Conte e la dirigenza. Ancora una volta è proprio il centravanti il pomo della discordia, proprio come accaduto la scorsa estate: il tecnico italiano voleva Romelu Lukaku (passato poi allo United), il Chelsea gli ha comprato Alvaro Morata che bene ha iniziato ma ha proseguito a singhiozzo. La storia si ripete: nonostante l'impossibilità di schierarlo in Champions League, Conte chiede a gran voce Dzeko, individuato come punta ideale per dare fiato a Morata o per essere schierato in tandem con lo spagnolo. Invece arriva Olivier Giroud, un rinforzo sì d'esperienza ma non quello desiderato dal tecnico, che lo butta anche nella mischia contro il Watford per evitare una sconfitta pericolosa per la sua panchina, senza successo.

    POLVERI BAGNATE - Se a Londra il mancato arrivo di Dzeko va ad acuire la frattura intestina al Chelsea, a Roma la situazione non è migliore. Una polveriera, paradossalmente dalle polveri bagnate. La gestione della vicenda ha creato più di un malumore negli ambienti giallorossi, soprattutto tra i tifosi che hanno tacciato Pallotta e il ds Monchi di guardare solo all'aspetto economico e alla plusvalenza che avrebbe portato la cessione del bosniaco abbinata a quella di Emerson Palmieri (complessivamente sarebbero arrivati 60 milioni bonus compresi, ossigeno per le casse romaniste). Ripercussioni però se ne sono avute anche in campo: nelle quattro partite disputate dall'inizio della trattativa con la Roma, Dzeko ha realizzato un solo gol e non è riuscito a rialzare una squadra rimasta a secco di vittorie per sei partite, fino al successo di Verona. Distrazione per i rumors o fastidio per una separazione che lui, Edin, ha ribadito di non avere mai voluto o preso in considerazione, diversamente dalla società: il rendimento non è quello che ha portato la Roma al secondo posto la scorsa stagione e attirato le attenzioni delle big europee. Perché quando si parla di attaccanti, alla fine tutto ruota attorno ai gol: quelli che ora fanno premiano Arsenal, Man United e Borussia Dortmund per aver partecipato al valzer invernale, quelli che fanno piangere Conte e che la Roma spera di ritrovare assieme a quel leader offensivo non perso per un soffio, ma smarritosi lungo la via della rete.

    @Albri_Fede90

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