Da Mancini a Spalletti, tecnici sull'orlo di una crisi di nervi: ma una camomilla?
Invece il campionario è vasto, l'elenco amplissimo. Dall'inizio della stagione, comprende tutti i primi della classe. Perfino Allegri, settimane addietro, s'è infuriato in televisione per una domanda sgradita: eppure dovrebbe essere abituato, dopo tanti anni nella bagarre. E Mihajlovic, ovviamente: stizza e rabbia contro chi lo ha intervistato, non molto tempo addietro. Fino alla madre di tutte le bufere, l'epico scontro Mancini-Sarri, tra insulti razzisti e denunce rabbiose.
Pensi: vabbè, dopo tutto quel caos, dopo quella figuraccia televisiva, si placheranno. Macché: ancora Mancini, dito medio a un manipolo di tifosi del Milan e sfuriata alla giornalista di Premium che gli rivolge una domanda sensata. Vogliamo trovargli una giustificazione? Aveva appena perso il derby, 3-0 per giunta, perciò avrà smarrito la ragione (ma certo non aveva ragione). Poi, ieri: quesito assolutamente soft a Spalletti, simpaticamente definito "picconatore" dall'intervistatrice perché in effetti di botte ne ha date eccome, negli ultimi giorni, e nuova risposta sgarbata. E questo non dopo un derby perso, ma dopo una trasferta vinta. Alt.
Alt: qualcuno dica qualcosa a questi signori. Ci pensi il nostro prezioso collaboratore Ulivieri, uomo di rara intelligenza e mai banale, che degli allenatori è il presidente. E ci pensino i loro dirigenti, da Agnelli a Pallotta, da De Laurentiis a Thohir. Spieghino ai nostri tecnici - per carità, bravissimi sul campo - che quando sono all'interno di uno stadio o davanti ai microfoni di una tv rappresentano il club, che li paga lautamente anche perché si comportino, se non con signorilità, quanto meno con educazione. Facciano anche vedere i conti, visto che ci sono: sanno i nostri allenatori che le emittenti televisive pagano fior di quattrini per poterli ospitare per primi davanti alle loro telecamere? E sanno che quei quattrini finiscono nelle tasche degli stessi club che poi li ricoprono d'oro? E allora, se sanno tutto questo, come possono permettersi di maltrattare chi dà alle loro società fiumi di denaro?
Sia chiaro, non siamo qui a tutelare i giornalisti: le difese d'ufficio non fanno al caso nostro, tanto meno quelle corporative. Siamo qui, semplicemente, a reclamare educazione nei confronti di chi - dagli spalti o da casa, spesso bambini - vede tutto questo florilegio di pessime reazioni e brutte parole. Prima della partita, date a tutti questi allenatori una bella camomilla. Che vincano o che perdano, ne hanno bisogno.