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  • Da Mancini a Spalletti, tecnici sull'orlo di una crisi di nervi: ma una camomilla?
Da Mancini a Spalletti, tecnici sull'orlo di una crisi di nervi: ma una camomilla?

Da Mancini a Spalletti, tecnici sull'orlo di una crisi di nervi: ma una camomilla?

  • Stefano Agresti
Calmateli. Date loro della camomilla. Se non basta, del bromuro. Fate qualcosa, però, perché non ne possiamo più di vederli fuori di testa in campo, tanto meno in televisione. Allenatori sull'orlo di una crisi di nervi. Okay, il mestiere può anche essere stressante, ma vi garantiamo che c'è di peggio e, soprattutto, di peggio retribuito. Invece.

Invece il campionario è vasto, l'elenco amplissimo. Dall'inizio della stagione, comprende tutti i primi della classe. Perfino Allegri, settimane addietro, s'è infuriato in televisione per una domanda sgradita: eppure dovrebbe essere abituato, dopo tanti anni nella bagarre. E Mihajlovic, ovviamente: stizza e rabbia contro chi lo ha intervistato, non molto tempo addietro. Fino alla madre di tutte le bufere, l'epico scontro Mancini-Sarri, tra insulti razzisti e denunce rabbiose.

Pensi: vabbè, dopo tutto quel caos, dopo quella figuraccia televisiva, si placheranno. Macché: ancora Mancini, dito medio a un manipolo di tifosi del Milan e sfuriata alla giornalista di Premium che gli rivolge una domanda sensata. Vogliamo trovargli una giustificazione? Aveva appena perso il derby, 3-0 per giunta, perciò avrà smarrito la ragione (ma certo non aveva ragione). Poi, ieri: quesito assolutamente soft a Spalletti, simpaticamente definito "picconatore" dall'intervistatrice perché in effetti di botte ne ha date eccome, negli ultimi giorni, e nuova risposta sgarbata. E questo non dopo un derby perso, ma dopo una trasferta vinta. Alt.

Alt: qualcuno dica qualcosa a questi signori. Ci pensi il nostro prezioso collaboratore Ulivieri, uomo di rara intelligenza e mai banale, che degli allenatori è il presidente. E ci pensino i loro dirigenti, da Agnelli a Pallotta, da De Laurentiis a Thohir. Spieghino ai nostri tecnici - per carità, bravissimi sul campo - che quando sono all'interno di uno stadio o davanti ai microfoni di una tv rappresentano il club, che li paga lautamente anche perché si comportino, se non con signorilità, quanto meno con educazione. Facciano anche vedere i conti, visto che ci sono: sanno i nostri allenatori che le emittenti televisive pagano fior di quattrini per poterli ospitare per primi davanti alle loro telecamere? E sanno che quei quattrini finiscono nelle tasche degli stessi club che poi li ricoprono d'oro? E allora, se sanno tutto questo, come possono permettersi di maltrattare chi dà alle loro società fiumi di denaro?

Sia chiaro, non siamo qui a tutelare i giornalisti: le difese d'ufficio non fanno al caso nostro, tanto meno quelle corporative. Siamo qui, semplicemente, a reclamare educazione nei confronti di chi - dagli spalti o da casa, spesso bambini -  vede tutto questo florilegio di pessime reazioni e brutte parole. Prima della partita, date a tutti questi allenatori una bella camomilla. Che vincano o che perdano, ne hanno bisogno.
 

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