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  • Dentro l'Eden Arena: un piccolissimo (e criticatissimo) diamante per la finale di Conference League

    Dentro l'Eden Arena: un piccolissimo (e criticatissimo) diamante per la finale di Conference League

    • Federico Targetti, inviato a Praga
    Possono due squadre i cui stadi contengono al massimo della capienza più di 40mila e più di 60mila spettatori giocarsi una coppa europea in un impianto da 20mila, cioè la metà e appena un terzo del totale? Sì, se il trofeo in questione è la Conference League e se i club si chiamano Fiorentina e West Ham. Si è levato un gran polverone alla notizia che appena 6mila biglietti sarebbero stati destinati a ciascuna delle due tifoserie: due o tremila saranno i fiorentini a Praga senza biglietto, ma quasi 15mila gli inglesi che si riverseranno tra Piazza San Venceslao e l'Eden Arena senza titolo d'ingresso nel modernissimo impianto dello Slavia Praga. Che adesso ci apprestiamo a conoscere meglio. 

    FORTUNA ARENA - Questo è quello che c'è scritto all'entrata del museo, dove campeggiano i volti di sei leggendari calciatori del club: Skoda, Vlcek, Smicer (i milanisti se lo ricorderanno), Knoflicek, Vesely, Kopecky, Puc e Planicka (le storie degli ultimi due ve le abbiamo raccontate QUI e QUI). Anche sul sito dello Slavia lo stadio è chiamato, in onore dello sponsor, "Fortuna Arena", sebbene a livello internazionale la denominazione sia "Eden Arena". In realtà, lo Stadion Eden nasce all'inizio degli anni Cinquanta, ma la sua ultima versione è recentissima, annunciata nel 2003 e terminata soltanto nel 2008, con la prima partita che ha visto lo Slavia vincere il titolo battendo lo Jablonec il 17 maggio di quell'anno. Prima della costruzione dell'Eden Arena, che sorge all'interno di una vera e propria cittadella dello sport con tante altre strutture adatte a praticamente tutte le discipline, i biancorossi di Praga hanno dovuto traslocare allo Strahov Stadium, oggi casa dei rivali dello Sparta, di cui vi abbiamo parlato precedentemente

    UNA PICCOLA PERLA - Poco meno di ventimila posti, un'inezia. E da dentro si ha veramente la sensazione di quanto questo stadio sia piccolo, ma al tempo stesso caldo: è sotto il livello del terreno, il che ne fa un calderone ribollente di tifo (specie la curva Vladivostocka, in copertina, dove stanno gli ultras), ed è lampante come sia di ultima generazione, con nessuna colonna ad ostruire la visuale degli spettatori e gli intradossi del tetto in cedro canadese; ma soprattutto, con tutte le attività del matchday ad esso collegate perennemente attive: ristoranti, hotel, banca, negozi a tema. E' questo il livello al quale aspira la maggior parte dei club di Serie A, magari con una capienza un filino maggiore...

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