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  • Dunga a CM: 'Pato, gioca di più per la squadra e impara a soffrire'

    Dunga a CM: 'Pato, gioca di più per la squadra e impara a soffrire'

    • Luca Talotta/Salvatore Siviero

    Alexandre Pato ancora ai box. Un'altra volta, verrebbe da dire, l'ennesima. E il Milan non può sfruttare il suo asso. Per saperne di più Calciomercato.com ha contattato Carlos Dunga, ct del Brasile da luglio 2006 a luglio 2010, periodo in cui ha vinto la Copa América 2007 e la Confederations Cup 2009, e quindi conoscitore del Papero: “E' un giocatore un po' particolare, deve trovare il perché ai così tanti infortuni. Però è anche vero che stiamo parlando di un giocatore di scatto, dove i muscoli devono essere preparati sempre, pronti all'esplosività.

    Ha dalla sua la giovane età però...

    "Essere giovane o non giovane non vuol dire niente in questi casi; se i muscoli non sono adatti, anche i giovani ne risentono. Chi corre meglio in una maratona, un giovane o un vecchio? Il vecchio, perché i muscoli sono pronti, abituati a soffrire".

    Quindi, cosa consiglia di fare?
    "Deve prepararsi per bene e trovare cosa non funziona. Deve fare un checkup completo a livello medico".

    È normale che sia cresciuto ben otto centimetri?
    "No, non è normale, questa può essere una causa ai suoi continui infortuni; otto centimetri sono tanti, se fosse vero sarebbe un buon motivo".

    Lo staff medico del Brasile che cosa pensava del fisico di Pato?

    "Non abbiamo avuto modo di stare molto assieme; alle Olimpiadi non ha avuto nessun problema, comunque noi cerchiamo sempre di capire che tipo di allenamento fanno i giocatori e abbiamo un modo di prepararci specifico, uno stile Brasile. A noi piace correre le lunghe distanze, puntiamo molto sul rinforzo muscolare. Cerchiamo di dare una base, una struttura, così che qualsiasi lavoro che vai a fare sopra sei pronto".

    Quando era ct, perché non lo considerava molto?
    "Ha perso il posto perché un attaccante vive sì di gol, ma l'allenatore vede la partita sui 90'; se giochi un minuto e fai gol ok, ma se sei stato fermo per 89' non hai aiutato la squadra. Con me non ha fatto gol, ma ha avuto le sue chance. All'inizio andava bene. Doveva crescere come servizio alla squadra: l'attaccante deve anche fare movimento per far inserire i centrocampisti. Devi trovare i tuoi spazi, nessuno ti regala niente".


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