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  • Eutanasia e Reddito di Cittadinanza, due referendum per cui il sì/no sta stretto

    Eutanasia e Reddito di Cittadinanza, due referendum per cui il sì/no sta stretto

    • Mino Fuccillo
      Mino Fuccillo
    Eutanasia e Reddito Cittadinanza: quando il referendum è una scarpa stretta.
    Avete presente una scarpa stretta, anzi due? I due referendum possibili e in costruzione su eutanasia e Reddito cittadinanza sono così: due scarpre strette in cui non entra e perciò soffre il piede della piena riflessione e sbilenca, anche se stoica, diventa l'andatura della decisione. Un Sì e/o un No ai due eventuali referendum sono risposte troppo "strette", troppo semplici e nette, quindi forzate e imprecise.

    Eutanasia sì ma my body my choiche sempre e comunque? Siete favorevoli all'abolizione del reato di suicidio assistito a consenziente quando non si tratti di un minore o di un soggetto incapace di volere? Più o meno questo il quesito del referendum sull'eutanasia. Sì o No? Troppo semplici e drastici entrambi. Troppo rispetto alla realtà effettuale che è ricolma di reali situazioni che stanno a mezzo tra il Sì e il No. Un mare di realtà che il referendum per sua natura ignora. La libertà, preziosa, di disporre del proprio fine vita si allarga appunto fino al corpo è mio e ne faccio ciò che voglio come società e prossimo non fossero (ultimo esempio i vaccini)?

    Reddito cittadinanza non per tutti i poveri e non tutto per i poveri. Non arriva a tutti i poveri, da dati Inps l'assegno arriva a circa la metà dei cosiddetti poveri assoluti. E non arriva in maniera equa: mille euro al mese valgono in termini di potere di acquisto molto meno che al Sud. E 780 euro mensili per il single hanno costretto a mal spartire i fondi disponibili (7/8 mld l'anno) in modo che le famiglie numerose hanno assegno troppo basso. E non è di fatto sostegno mentre al povero viene trovato lavoro (a meno che non sia in nero), troppo spesso è alternativa al lavoro. Ma abolire un sussidio pubblico a chi è in condizioni di povertà assoluta e non lavoro è tanto ingiusto quamto impraticabile. Allora Sì o No al referendum se arriva? La rotonda perfezione di entrambe le risposte è ingannevole. Legiferare per via di referendum porta spesso a legiferare sballato. Referendum è strumento a misura di grandi e al tempo stesso elementari questioni (Repubblica-Monarchia-Divorzio-Indissolubilità matrimonio). Se usato come sostituto e surrogato sbrigativo del legiferare fornisce risposte inadeguate. Perché il referendum cerca "la" soluzione laddove questa al singolare e con la maiuscola non c'è mentre ci sono e vanno cercate e praticate "le" soluzioni.

    Per la curiosità... Per la curiosità di chi l'avesse (non per la cronaca che giustamente non ha interesse e spazio per scelte individuali) chi scrive in caso di referendum voterebbe Sì all' eutanasia e No al Reddito cittadinanza. Entrambi forzando se stesso e soprattutto forzato a camminare con la scarpa stretta di un referendum.

    Cartelle esattoriali.
    Bloccate, giustamente, da marzo 2020. A settembre 2021 quale appare ai contribuenti e alla maggioranza dei partiti il giorno giusto? Qual è secondo parere diffuso e profondo il giorno giusto per ricominciare a pagare tasse e tributi non pagati e sospesi? La risposta è: il giorno del mai, l'anno del poi. Si scrive e dice proroga, si legge mai.

    Concorso posto pubblico chiamato elezioni.
    Tra un mese fissato il Concorso a posto pubblico. Posti disponibili in varie città grandi, medie e piccole. Si registra e conteggia ennesimo incremento di candidati che ci provano a "svoltare". A Roma 1800 candidati per 48 posti. Sempre a Roma 39 le liste, a Milano 13, a Napoli 31, 30 a Torino, 19 a Bologna...Già, liste perché il Concorso si chiama Elezioni. Dato il crescente da anni afflusso di candidati si garantisce, come da acclarata tendenza, la selezione alla rovescia.
     

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