Calciomercato.com

  • Fallimento europeo, per l'Inter e Conte lo scudetto è un obbligo. Gagliardini al posto di Eriksen è quasi masochismo

    Fallimento europeo, per l'Inter e Conte lo scudetto è un obbligo. Gagliardini al posto di Eriksen è quasi masochismo

    • Filippo Tramontana
      Filippo Tramontana
    Ovviamente noi interisti speravamo in un finale diverso, ma sappiamo che negli ultimi anni la nostra squadra non ci ha abituato bene, non ci ha recitato nemmeno un lieto fine solo finali amari e compromessi. Dopo l’eliminazione all’ultima giornata contro il PSV 2 anni fa, quella dell’anno scorso contro il Barcellona è arrivata la terza contro lo Shakhtar. Come si dice “non c’è 2 senza 3” (e il 4 vien da sé speriamo di risparmiarcelo)...
     
     


    Il primo anno con Spalletti ci si poteva riuscire, è stato sicuramente amarissimo ma anche  prevedibile e giustificabile con Barcellona e Tottenham (di Eriksen) nel girone. Abbiamo buttato un’occasione anche l’anno scorso ma comunque Barça e Dortmund erano clienti antipatici, ma quest’anno no, quest’anno non si poteva fallire. Con tutto il rispetto ma in un gruppo con Borussia M. e Shakhtar l’Inter aveva il dovere e l’obbligo di passare. Ce ne andiamo invece da ultimi nel girone, con soli 6 punti, zero gol segnati contro gli ucraini, una sola partita vinta su 6 e ancora una volta con il match point buttato.

    La grande differenza rispetto alle 2 esperienze passate è che quest’anno l’Inter aveva tutte le armi per fare bene: una rosa ampia e competitiva, avversarie abbordabili e l’esperienza di un anno intero con una finale europea aggiunta a corredo. Invece no, invece dobbiamo parlare dell’ennesima delusione, dell’ennesima occasione sprecata. Quando dobbiamo fare un gradino in più purtroppo inciampiamo.

    Castro ha giocato esattamente come all’andata, Conte non ha avuto la prontezza di reagire e attuare le contromosse, ha lasciato che la barca andasse sperando di trovare il guizzo in un mare che sembrava calmissimo, ma alla fine si è incagliato e ha sbattuto contro il muro grigio innalzato dall’allenatore avversario.

    Delusione totale, fallimento europeo. Non si può definire altrimenti la campagna Champions dell’Inter in questa stagione. I numeri parlano chiaro, il livello delle avversarie anche, non superare il turno sarebbe stato un disastro, non passarlo da ultimi un vero e proprio fallimento. Conte ci ha messo del suo. Lungi da me mettermi il fischietto in bocca e allenare, sicuramente non meriterei nemmeno una minima percentuale dei 12 milioni che lui percepisce, ma da che mondo e mondo non si possono dare opinioni su quello che vediamo succedere in campo e sui risultati che si ottengono. Cosa facciamo? Eliminiamo i pareri dei tifosi? Eliminiamo il diritto di critica? Eliminiamo il giornalismo? L’opinione? Non credo, anche perché cosa sarebbe il calcio senza tutto questo? Ce ne accorgiamo ora che gli spalti sono vuoti. Anche in prima categoria (dove nonostante la mia veneranda età gioco ancora pure io) senza quei 100 tifosi sulle tribune il gusto cala un po’, senza il brusio dei critici (“passa la palla venezia!”) manca il sale, diventa tutto più insipido. Quindi guai a fermarsi e limitarsi a guardare in silenzio. Quando arriveranno i risultati e l’Inter non si scioglierà, come al solito, sul più bello allora anche i giudizi cambieranno, ovviamente.

    Conte ha delle colpe, certamente. Ieri la doveva vincere lui più che i giocatori in campo. L’atteggiamento è stato sbagliato, così come nei 2 match contro il Real, i cambi tardivi e l’accanimento contro Eriksen ormai è stucchevole. Lui serviva eccome, come sarebbe servito nella finale di Europa League 4 mesi fa. In 5 minuti in campo il danese è stato da solo più pericoloso di tutta la squadra nell’intero secondo tempo. La qualità in una squadra serve, alle volte può essere sacrificata ma quando conta la devi mettere in campo. Conte la sacrifica sempre sull’altare di un suo personale equilibrio. Se i risultati arrivano però puoi aver ragione, se non arrivano qualche domanda bisogna porsela, qualche dubbio ti deve venire.  Gagliardini al posto di Eriksen è un azzardo, nei big match è quasi masochismo. Ora come dice il mister la testa va al campionato. Non giocheremo ogni 3 giorni e ci sarà tempo per allenarsi. Non si può fallire di nuovo, il campionato per l’Inter e per Conte è diventato ormai quasi un obbligo.

    Altre Notizie