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  • Favola Pasciuti, in gol dalla D alla A con la stessa squadra: è record

    Favola Pasciuti, in gol dalla D alla A con la stessa squadra: è record

    • Fernando Pernambuco

    Il Carpi ce l’ha fatta. Ma a un quarto d’ora dalla fine, l’Udinese ha segnato riaprendo la partita e, nella tribuna del Braglia, ha cominciato a serpeggiare la sindrome Dorando Pietri. D’altra parte, il famoso maratoneta italiano, passato alla storia per “non aver vinto alle Olimpiadi di Londra del 1908”, era di queste zone, tanto da diventarne una leggendaria bandiera. Al lieto fine non dorandiano si aggiunge ora un’altra favola. Quella di Lorenzo Pasciuti.

    Il venticinquenne centrocampista è l’uomo del giorno di questa “provinciale” di ferro che in campionato ha dato del filo da torcere a squadre blasonate (Fiorentina, Inter, Juve), che ha passato il turno di Coppa Italia battendo al Franchi proprio i viola e che pare non mollare mai. Pasciuti al minuto 26 del 1° tempo ha segnato la sua prima rete in serie A. Non è una gran notizia, ma fa piacere notare che il giocatore ha sempre fatto goal in tutte le serie in cui la squadra emiliana ha militato .


    Da quando è stato acquistato, nel 2010, Pasciuti è riuscito a far goal in Serie D, Lega Pro Seconda Divisione, Lega Pro Prima Divisione, Serie B e ora serie A. Quest’anno aveva giocato poco (5 presenze), ma Castori l’ha messo dentro contro l’Udinese, seguendo la formula astrale che a Carpi circola sempre al momento della formazione: “Prima o poi Lorenzo segna e la serie A gli manca ancora”.

    “Prima o poi segna”, perché in 6 anni lo ha sempre fatto e con la stessa squadra, guida costante di un elettrizzante riscatto. Cosa poco comune di questi tempi in cui tutto cambia alla velocità del fulmine e tutto si consuma rapidamente, calciatori compresi.

    Una bella storia, che rilancia il senso di appartenenza e torna a far sventolare qualche bandiera forse meno eroica di quella di Dorando, ma che, guarda caso, garrisce negli stessi luoghi. Naturalmente si spera in un esito diverso: meno leggendario e più pragmatico. 


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