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  • Il 'martedì nero' dei due Conte bruciati dal soffio di due 'draghi'

    Il 'martedì nero' dei due Conte bruciati dal soffio di due 'draghi'

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    La frase ”martedì nero” è entrata nell’uso comune dal giorno di ottobre del 1929 in cui a New York si verificò il crollo della Borsa che aprì una crisi senza precedenti per gli Stati Unti e per l’economia mondiale. Ieri, in Italia, nel nostro piccolo abbiamo dovuto registrare un evento più o meno simile seppure ricondotto a due personalizzazioni ben precise. Più o meno alla medesima ora in cui, al Meazza di San Siro, stava per cominciare la sfida tra l’Inter e la Juventus, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella annunciava con solennità e rabbia repressa che l’incarico esplorativo dato a Fico per la rimodulazione del nuovo Governo si era rivelato un fallimento e che il Paese non poteva più attendere oltre una soluzione irrinunciabile. Cinque minuti appena e poi l’annuncio ( che Calciomercato aveva anticipato il giorno prima) dell’entrata in scena di Mario Draghi. In quel momento si chiudeva l’avventura politica e istituzionale di Giuseppe Conte.

    A Milano, intanto, si giocava a pallone con il palio il primo round di Coppa Italia. Un evento certamente di valenza risibile rispetto alla posta sul tavolo per il bene del Paese ma comunque di un certo fascino per la storia del calcio. L’Inter, candidata allo scudetto, se la vedeva con una Juventus che quest’anno non sembrerebbe essere all’altezza della sua prestigiosa fama e troppo legata alle performances di Cristiano Ronaldo. Ebbene proprio dal campione portoghese, ultimamente sonnolento, sono arrivate le due fiammate del drago che hanno determinato il “martedì nero” dell’altro Conte ovvero Antonio omonimo del premier.

    La coincidenza è curiosa e bizzarra. Entrambi pugliesi e tutti e due figure di massimo rilievo in due territori che determinano la salute del Paese e gli umori degli italiani sono stati messi all’angolo quando meno se l’aspettavano. Il premier che godeva di un consenso popolare eccezionale e, diciamolo, anche soggettivamente meritato. In tecnico dell’Inter che, al pari del suo omonimo con il governo, sta tentando di dare alla squadra nerazzurra un volto finalmente credibile. Entrambi, in un attimo, nel loro “martedì nero” polverizzati dal soffio di due Draghi..

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