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  • In Copertina - Sebastiano Esposito ha ancora 22 anni: l’Empoli può essere la sua rampa di lancio

    In Copertina - Sebastiano Esposito ha ancora 22 anni: l’Empoli può essere la sua rampa di lancio

    • Renato Maisani
      Renato Maisani
    Sono passati quasi cinque anni da quel 21 dicembre 2019, che per certi versi sembra ieri e per altri lontanissimo. Quel giorno, in un San Siro strapieno di gente ancora inconsapevole di quanto sarebbe accaduto un paio di mesi dopo, l'Inter di Antonio Conte affrontava il Genoa guidato da Thiago Motta quando, al minuto 74, Romelu Lukaku decideva a sorpresa di lasciare a un giovane col numero 30 sulle spalle l'onore di battere un calcio di rigore. Quel numero 30 si chiamava Sebastiano Esposito, aveva debuttato da titolare proprio quel giorno e, senza paura, aveva trasformato il penalty per poi correre ad abbracciare la mamma, commossa, a bordo campo. 

    Di acqua sotto i ponti, da quel giorno, ne è passata tanta e di squadre nella carriera di Esposito ne sono arrivate ben 7: la SPAL e il Venezia, nella stagione successiva, poi il Basilea, poi un'altra stagione a metà tra Anderlecht e Bari, poi la Sampdoria e infine l'Empoli. Senza soluzione di continuità, senza riuscire a fermarsi un attimo, senza avere il tempo sufficiente per dimostrare il proprio valore, se non a sprazzi.

    Quando l'Empoli ha deciso di dargli un'altra chance in Serie A, la prima dopo - appunto - quella breve parentesi con l'Inter, qualcosa in Seba Esposito è però scattata sin da subito. Tanta la concorrenza nel reparto offensivo dei toscani, ma altrettanta la determinazione del 22enne di Castellammare di Stabia che sì, di squadre ne ha cambiate tante, ma di anni ne ha ancora 22. 

    Subito protagonista di ottime prestazioni, a segno prima a Cagliari e poi all'Olimpico contro la Lazio, Seba è rimasto ai box per qualche settimana prima di prendere la rincorsa e realizzare il goal decisivo per il passaggio del turno dei suoi in Coppa Italia contro la Fiorentina e poi una doppietta pesantissima a Verona. 

    Una doppietta che profuma di consacrazione, di consapevolezza, di talento e di concretezza. Speriamo, per lui e per il nostro calcio, anche di continuità. Perché di talenti puri come quelli di Esposito ultimamente in giro ne abbiamo visti pochini e uno come lui (e come il fratello Francesco Pio, va detto) al nostro calcio farebbero comodo eccome.

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