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  • Inter, Pavard: "Con il Barcellona ero al 50%: non volevo essere un peso. PSG forte, ma noi sappiamo soffrire insieme"

    Inter, Pavard: "Con il Barcellona ero al 50%: non volevo essere un peso. PSG forte, ma noi sappiamo soffrire insieme"

    • Matteo Palmisano

    Benjamin Pavard si sta prepando per la finale di Champions League con l'Inter. Il difensore, che ha già vinto il titolo con il Bayern Monaco nel 2020, è stato protagonista di una lunga intervista sul quotidiano francese L'Equipe.

    SOFFERENZA - "Non siamo una squadra di stelle, sappiamo fare tutto insieme, sappiamo soffrire insieme, non c'è un giocatore più forte dell'altro. Non ci piace soffrire. Ma finché ci sono i risultati. Vorremmo sempre avere il possesso palla, ma a volte ci imbattiamo in squadre a cui piace allo stesso modo. Dobbiamo adattarci. Non appena dobbiamo ritirarci e difenderci bassi, sappiamo come farlo. Sappiamo come pressare alto, ma anche come difendere basso. Non ci adattiamo quando iniziamo una partita. Ma quando ci accorgiamo che non riusciamo a portare la palla in avanti in alto. La cosa più importante è non subire goal. A volte bisogna saper arretrare e soffrire per vincere".


    LA TATTICA - "Abbiamo un gioco ibrido. A volte mi ritrovo a fare il terzino destro o addirittura l'esterno. I centrocampisti possono diventare difensori centrali. Inzaghi non ci chiede mai di stare fermi. Ad esempio, posso prendere la palla e andare dentro, fare un passaggio e seguire l'azione. Abbiamo molta libertà, ma la cosa più importante è mantenere l'equilibrio difensivo. Questo è ciò su cui insiste l'allenatore. Possiamo prenderci delle libertà, ma dietro a queste c'è chi deve nasconderle. Quando salgo, è Barella che viene a coprirmi".

    RITORNO A MONACO - "Ho giocato quattro anni a Monaco, ho vinto un sacco di titoli lì, sarà contro una squadra francese. Dopo la finale sarò francese, ma non sabato. In Italia ho sentito l'amore dei tifosi, della società. È un ambiente in cui mi sento davvero bene. La mia carriera non è finita e spero che i miei titoli parlino per me".

    LA FINALE - "La Champions già vinta? Spero di vivere di nuovo la stessa esperienza. Il Paris non va sottovalutato. È davvero una grande squadra e lo dimostra da diversi anni, ma in questa stagione è ancora più costante. Questo gruppo è molto omogeneo, con un ottimo allenatore, uno dei migliori al mondo per me. E' un piacere guardarla, ma non la guarderemo sabato. Ci saranno momenti in cui soffriremo, ma non sono preoccupato, abbiamo giocatori esperti che sono abituati a questi momenti. l Paris ha ottimi giocatori in tutti i ruoli. Anche il portiere, molto criticato ma decisivo. Contro l'Arsenal ha effettuato due parate dopo cinque minuti. Sul punteggio di 0-1, la partita non era la stessa. Bisogna stare attenti con tutti. Dembelé sta disputando una stagione straordinaria, ma ciò non sorprende. Sta segnando semplicemente più goal. Per lui era una questione di fiducia 

    DUE ANNI DOPO - "Molti giocatori cercheranno riscatto. Hanno imparato da quella sconfitta che li ha resi ancora migliori. Possiamo fare qualcosa di enorme, quindi non possiamo pensarci. Sono già orgoglioso di ciò che stiamo facendo insieme. Sono anche orgoglioso della mia carriera e di ciò che ho costruito, con i suoi alti e bassi. Sono felice di far parte di questo gruppo".

    L'INFORTUNIO - "Non è la stessa cosa del 2020 perché questa volta ho avuto solo una distorsione. Nel 2020 ho giocato dieci minuti contro il Lione in semifinale ed ero solo al 15%. Il giorno prima camminavo con le stampelle. Ricordo che l'allenatore Hansi Flick venne a trovarmi prima della finale per dirmi che gli dispiaceva di non avermi fatto giocare. Ma gli ho detto subito: “Mister, c’è una finale, dobbiamo vincerla, dobbiamo dare il 100%, io non sono al 100%”. Questa volta ho fatto tutto il possibile per esserci al ritorno con il Barcellona. Avrei potuto giocare ma è lo stesso, ero al 50%. Penso al collettivo, devi saper dire che non sei pronto. Non riuscivo a immaginarmi un peso per la mia squadra".

    GOAL DELL'EX - "Non dimenticherò mai il mio periodo a Monaco, è grazie a quel club che sono qui e che ho vinto così tanti titoli. Ma lì, nell'emozione, al primo goal con l'Inter, in un momento importante non ho pensato a chi stavo affrontando. Nutro e sempre rispetto per Monaco. In quel momento ho pensato che lo stadio sarebbe crollato. Ci ho pensato dopo la partita, sono addirittura andato nello spogliatoio del Bayern Monaco per salutarli".


    TANTI IMPEGNI - "Penso che sia un vantaggio perché giocando tante partite di fila non molli e rimani concentrato su ciò che vuoi fare, ovvero vincere trofei. Il cervello non ha bisogno di riposare, lo si farà più tardi".


    Commenti

    (1)

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    Nerazzurro77
    Nerazzurro77

    Caro Benjamin, fa una grande partita che magari qualcuno ti compra.

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