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    Inter su Iturraspe

    "Una vita da mediano, con dei compiti precisi, a coprire certe zone, a gicare generosi".
    Non ci sarebbe canzone più appropriata di quella di Ligabue, per descrivere Ander Iturraspe, se non fosse per quella frase che recita: "nato senza i piedi buoni". E si, perchè il giovane giocatore basco i piedi buoni ce li ha. Eccome!

    Ander Iturraspe Derteano nasce l'8 marzo 1989 ad Abadiño, ovviamente nei paesi Baschi (ormai celebre la legge che vuole esclusivamente giocatori autoctoni  per l'Athletic Bilbao); all'età di dieci anni entra a far parte della cantera dei rojoblancos. 

    Nella stagione 2006/07, dopo 25 presenze con la squadra A dell'Athletic giovanile, viene mandato a maturare al CD Baskonia, squadra affiliata ai Leones di Bilbao, che milita in "terzera division".

    Nel 2008 il ritorno alla casa-base e il 14 settembre l'esordio con la maglia dell'Athletic, nello 0-0 col Malaga.

    Consacratosi da titolare grazie a Bielsa, che l'ha definito il "mediano perfetto", ha saputo dare l'equilibrio giusto all'undici del "Loco", plasmandosi come elemento di collegamento tra una difesa rocciosa e un attacco frizzante come quello dei Leones; ha saputo dimostrare le sue migliori qualità soprattutto dopo l'arretramento a centrale difensivo di Jorge Martinez, complice anche il calo di rendimento del giovane Mikel San Josè.

    E siccome la canzone del Liga sarebbe perfetta se non fosse per quella frase là, Iturraspe vive la sua "vita da mediano", segnando sempre poco: quest'anno solo 1 gol nell'1-1 col Rayo Vallecano, in 46 presenze tra campionato e coppe.

    Tuttavia, sebbene la natura non gli abbia dato "ne lo spunto della punta nel dieci", dietro l'estro dei vari Llorente, Muniain e Susaeta, Iturraspe, grazie alla sua interdizione e alle sue geometrie, ha saputo dare un contributo essenziale nel cammino che a portato il Bilbao in finale di Europa League e Copa del Rey, tanto da meritarsi l'attenzione di squadre importanti come l'inter.

    Dunque ad Ander Iturraspe da Abadiño non resta che "star lì, lì nel mezzo"  a "coprire certe zone a giocare generoso".


    Davide Bernardi


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