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  • Jovetic: 'Convinto da Della Valle'

    Jovetic: 'Convinto da Della Valle'

    Classe 1989. Un’autostrada di successi davanti e tanti ricordi ed emozioni da raccontare quando gli chiedi di voltarsi indietro e di rivedere Stevan Jovetic quando non era ancora... Stevan Jovetic. Ovvero un campione. Un numero uno.
    "Il calcio è stato subito la mia vita. Appena ho iniziato a camminare, ho cercato un pallone... Sì, è la verità. La palla era l’unico gioco che mi faceva stare bene".
    Il racconto di Jo Jo sembra quasi perdersi in chissà quali tempi andati. Eppure, la storia del ragazzino arrivato dal Montenegro è recente. Recentissima e profuma ancora di campi umidi e tristi della sua terra, troppo vicini nel tempo per essere dimenticati.

    "Nel 1995 — praticamente l’altro ieri — io e un amico di scuola abbiamo deciso che era arrivata l’ora di cominciare a giocare a pallone sul serio".

    E che avete fatto?
    "Ci siamo presentati al cancellone di una squadra di ragazzi, abbiamo chiesto a un allenatore di metterci alla prova, di farci giocare, correre e...".

    Lì, quel giorno è nato un campione, cioè Stevan Jovetic, giusto?
    "Vi dico questo. Io avevo sei, sette anni e gli allenamenti erano divisi per fascia d’età. Sarei dovuto rimanere in campo un’oretta, o giù di lì, nel primo pomeriggio, ma io non mi fermavo mai. Mi allenavo con i coetanei, poi rimanevo in campo con i più grandi e giocavo, giocavo, giocavo...E soprattutto facevo tanti gol. Due, tre a partita. Ma quando sei nei pulcini tutto è più semplice". E avanti con un’altra risata.

    Dunque era già un attaccante grandi numeri?

    "Mi piace segnare. Altro che".

    Sta facendo un pensierino alla classifica cannonieri?
    "Non mi pongo limiti. Non voglio fissarmi un traguardo preciso. Voglio fare tanti gol. E credo di essere sulla strada giusta. Diciamo, che mi piacerebbe battere il record delle 14 reti segnate nello scorso campionato...".

    Venti gol è la cifra giusta per farla felice?
    "Ci prova eh? No, non mi pongo nessuno limite e quindi nemmeno quello a cui fa riferimento lei".

    Certo, se continua a non sfruttare i calci di rigore...
    "Beh...in questo momento con i tiri dal dischetto ho un conto in sospeso. Con la maglia della Nazionale, l’altro giorno, ho sbagliato il terzo penalty di fila, tenuto conto quelli falliti la scorsa stagione contro l’Atalanta e l’errore di Parma".

    Dunque?

    "Mi riscatterò presto. Perchè io, se l’allenatore mi dirà di farlo, mi ripresenterò subito sugli undici metri".

    Magari già a Verona, domenica prossima?
    "Certo, perché non dovrei farlo?".

    Jovetic, il rigore più complicato, forse arriva adesso...
    "Cioè?"

    C’è da parlare del suo futuro, del Manchester City, della Juve...
    "Dunque?"

    Ma che è accaduto in estate?
    "Una cosa normalissima. Una cosa che nel calcio fa parte delle regole".

    Ovvero?
    "Un giocatore, se fa qualcosa di buono, può finire nel mirino di altri club. Possono esserci offerte, proposte, argomenti di discussione o di trattativa. Poi si arriva a prendere una decisione: e io l’ho presa.Tranquillamente".

    La vogliamo ripetere?

    "Ho scelto di rimanere alla Fiorentina. Ho ascoltato chi mi aveva cercato, ma ho voluto continuare qui. A Firenze".

    Scelta facile o difficile?
    "Dopo aver parlato con il ’pres’ (chiama così Andrea Della Valle ndr) ho capito che sarebbe nata una bella squadra. Ho capito che le ambizioni della Fiorentina sarebbero state importanti. E poi, adesso mi guardo attorno e vedo che la proprietà ha mantenuto davvero le promesse. Ho accanto a me tanti grandi giocatori".

    Ed è contento...
    "Certo".

    Scusi Jovetic allora chi ha sbagliato in estate? Chi ha fatto sì che sul suo futuro piombassero nuvoloni di indecisione?

    "Per me non ha sbagliato nessuno".

    Nemmeno il suo procuratore?
    "Lui ha fatto solo il suo lavoro. Ha ascoltato alcune proposte e poi ha fatto decidere me. Quindi che cosa avrebbe sbagliato il mio manager? Niente".

    Juventus o Manchester City: a chi è stato realmente più vicino?
    "Ma no... Ho scelto la Fiorentina e questo è ciò che conta davvero".

    Giriamo la domanda. La Juve tornerà all’assalto. La sua risposta sarà mai in bianconero o mai dire mai?
    "No, non si fa così (sorride divertito ndr). Allora la mia risposta è questa, ma nientre fraintesi, ok?".

    Promesso.

    "Quando un grande club ti prende in considerazione fa sempre piacere. Io però sto bene qui. Punto. Poi... adesso non voglio pensare al poi".

    A proposito di futuro: è pronto a discutere della clausola rescissoria?
    "So che inizieremo una trattativa, ma non credo avverrà in tempi brevissimi. Anzi, se devo dire la verità, non so quando la società mi chiamerà. Comunque non c’è fretta e non credo ci saranno problemi".

    Ok, argomento futuro archiviato. Per ora. Parliamo d’Europa?
    "Ho molto fiducia in questa squadra. Fra l’altro secondo me qualche punto in più in classifica dovremmo averlo. Non siamo stati fortunati in diverse situazioni ma abbiamo la forza e i numeri per riprenderci ciò che ci manca".

    E di puntare a quale traguardo?

    "Io dico quinto o sesto posto. E’ questa la collocazione che vedo più probabile per la nostra forza. Siamo una squadra composta da tanti giocatori nuovi e questo, alla lunga, può farsi sentire. Magari, il prossimo anno, con una stagione di consolidamento sulle spalle, potremo ambire anche a traguardi più importanti".

    Tanti nuovi compagni di avventura: buon feeling con tutti?
    "Esatto. C’è serenità nello spogliatoio. Il gruppo è unito e i risultati sul campo sono anche il frutto di una situazione positiva che si è venuta a creare all’interno della squadra".

    Niente a che vedere con quanto accaduto un anno fa, eh?

    "Acqua passata".

    Jo Jo, torniamo a parlare di lei: il suo hobby da... campione?
    "Giocare alla play station".

    Ancora calcio, possibile?
    "E’ così".

    Play station e tv?
    "Ovviamente. Mi piace vedere le partite, mi piace vedere quello che accade nelle altre squadre, nei grandi club europei".

    E se non c’è il pallone che cosa le piace?
    "Dai, il tennis è il mio secondo sport. E’ bello, mi piace".

    Il suo campione di riferimento chi è?
    "Djokovic, senza dubbio. E’ un grande, mi fa divertire".

    I suoi idoli nel mondo del pallone? C’è un giocatore con il quale vorrebbe allenarsi o magari giocare una partita?

    "Ne dico due, ma non sarò troppo originale".

    Quindi?
    "Messi e Ronaldo".

    E non stiamo parlando di play station...
    "No, no... dico dal vivo".

    Jovetic, come la mettiamo con il mondo del web?
    "Non sono ne’ un fanatico, ne’ un frequentatore di social network".

    Eppure da Facebook a Twitter, non sembra difficile mettersi in contatto con lei...
    "Con me? Allora: su Facebook ci sono stato davvero, ma sei mesi fa ho deciso di fermare tutto e di cancellare il mio profilo. Twitter? Giuro che non saprei usarlo e quindi se c’è qualcuno che si fa chiamare Stevan Jovetic, beh... quello non sono io".

    Un amico la invita a cena: che piatto vorrebbe trovarsi sulla tavola?

    "Sono poco esigente, con me si va sul sicuro".

    Non dica che un campione come lei si accontenta di una minestrina...
    "No (ride ndr), ma amo molto la pasta e un bello spaghetto al pomodoro per me è il massimo".

    Ma a Firenze si mangia bene, via...
    "Ok. Da quando sto qua sono diventato un (quasi) intenditore di bistecca, ma non forzatemi la mano: la pasta al pomodoro non deve togliermela nessuno".

    Ok, ok. Jo Jo si alza, ringrazia, saluta e si preparara a lasciare la saletta delle interviste. Anzi no, prima c’è il tempo per un piccolo fuoriprogramma.

    E’ appassionato di fotografia, Jovetic ed è curioso di vedere come è venuto il servizio fotografico della sua mattinata da intervistato. "Bella questa", esclama dopo aver indicato un suo primo piano. Un altro sorriso e poi via, di corsa a casa. Lo aspettano un piatto di spaghetti al pomodoro e un big match alla play station. E magari una sfida da vincere. Ai calci di rigore.


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