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  • Juve, per tornare grande c'è una sola via: Lippi

    Juve, per tornare grande c'è una sola via: Lippi

    di Xavier Jacobelli
    (direttore quotidiano.net)

    I tifosi della Juve vivono un altro, deludente finale di stagione e non certo per colpa loro. Da Calciopoli in poi, ne hanno viste e subite di tutti i colori. Il peccato originale affonda le sue radici nella sciagurata gestione di Jean-Claude Blanc che ha fatto più danni della grandine, a cominciare dal momento in cui cacciò Ranieri a due giornate dalla fine, nonostante il tecnico romano avesse riportato la squadra all'onor del mondo.

    Ora, grazie a Dio, Blanc si occupa solo dello stadio. Il nuovo presidente è Andrea Agnelli. Marotta e Del Neri dovevano essere i motori della rivoluzione costruita con 15 (quindici) nuovi acquisti. Purtroppo per loro e, soprattutto per la Juve, il progetto è fallito, con l'aggravante che, per rinnovare il contratto a Del Pero c'è voluto quasi un anno e che, se fosse dipeso da Corso Galileo Ferraris, probabilmente già da gennaio Buffon non sarebbe più l'altro totem bianconero.

    Mancini, Mazzarri, Deschamps, Conte: di giorno in giorno, di ora in ora, i nomi del nuovo allenatore si susseguono in una girandola che certamente non aiuta la squadra a mantenere la concentrazione in vista delle ultime quattro partite, decisive per entrare almeno in Europa League.

    Qual è l'uomo giusto? Marcello Lippi, 63 anni, attualmente libero anche se, nella recente intervista rilasciata a Sky Sport 24, ha annunciato: "Al 98% andrà ad allenare una nazionale straniera". Può essere. Ma il campione del mondo 2006 non ha ancora deciso quale sarà il suo futuro e Agnelli ha ancora tempo per ritingerlo di bianconero.

    Perchè Lippi? Perchè nessuno come l'ex ct della Nazionale conosce la Juve così bene da poterla rianimare, rifondare, ricostruire. Perchè Lippi ha il carisma, la preparazione, la competenza per guarire i mali di una squadra che da troppo tempo è un cantiere aperto che non chiude mai, cambia e ricambia senza azzeccarne una. Perchè passa, il tempo, ma il rapporto fra l'allenatore viareggino e i tifosi bianconeri non si è mai interrotto ed è sempre stato caratterizzato da un amore e da una stima reciproca. D'altra parte, il Lippi 1 ha vinto  tre scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa europea, una Coppa Intercontinentale. Contano anche una finale di Coppa UEFA, persa contro il Parma nel 1995 e due di Coppa dei Campioni, perse per 3-1 contro il Borussia Dortmund nel 1997 e per 1-0 contro il Real Madrid nel 1998.  Il Lippi 2 ha conquistato 2 scudetti e 2 Supercoppe italiane, raggiungendo ancora la finale di Champions League (la quarta della sua carriera), persa ai rigori contro il Milan per 3-2.

    Il Lippi 3 avrebbe davanti a sè un compito arduo e, al tempo stesso, esaltante: riportare la Juve al rango che le compete, dimostrare che il fallimento della spedizione sudafricana è alle spalle e che, comunque, l'amara esperienza vissuta con la Nazionale non intacca nè inficia il giudizio complessivo sulla carriera straoridnaria di un allenatore che, assieme a Pozzo e a Bearzot, appartiene alla storia del calcio. Il suo ultimo capolavoro potrebbe essere rifare grande la Juve. In fondo, c'è già riuscito per due volte.


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