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  • Ledesma ama la Lazio:| 'Kozak non tutelato come altri'

    Ledesma ama la Lazio:| 'Kozak non tutelato come altri'

    Fa scudo Cristian Ledesma. Alza un muro protettivo sulla sua Lazio, che dopo il pareggio di San Siro è stata criticata per essersi barricata all’interno della propria metà campo; difende il rampante ma inesperto Kozak, terminato in una gogna mediatica dopo gli infortuni di Bonera e Legrottaglie. Fuori come dentro dal campo, è lui il primo difensore della causa biancoceleste: “Quando la Lazio fa un risultato c’è sempre un “ma”. Io non penso che giochiamo male o che pensiamo solo a difenderci. A Milano è stata una partita intensa, lottata dal primo all’ultimo minuto – ha spiegato ai microfoni della radio ufficiale della Lazio - Si dice che non abbiamo giocato bene, ma la Lazio ha messo in difficoltà la prima squadra del campionato. La cosa fondamentale è continuare a crescere, guardare a quanto fatto nelle precedenti gare e migliorare di volta in volta”.

    Dopo l’avvio balbettante di 2011 la priorità è stata raggiunta:Per il momento credo che abbiamo ritrovato lo spirito giusto, contro il Milan siamo riusciti a strappare il pareggio grazie al sacrificio di tutti quanti”.

    Dal punto che ha permesso ai capitolini di dare continuità al successo con la Fiorentina, al caso Kozak, esploso definitivamente con le accuse lanciate a mezzo stampa da Galliani: “Le polemiche vanno circoscritte al post-partita, perché nei 90’ anche i giocatori del Milan hanno capito che Libor non ha fatto interventi scomposti per fare male in modo intenzionale. Ha cercato sempre di prendere la palla e difenderla. Ovvio che poi si cerca di strumentalizzare la questione visto che lui è solo un ragazzo e non è tutelato come altri. Ma deve solo pensare a stare tranquillo perché sappiamo tutti che lui non ha cercato di fare del male a nessuno”.

    Ora si volta pagina. Tra poco meno di 48 ore all’Olimpico arriverà il Chievo, reduce dal fragoroso successo casalingo con il Napoli: “Dobbiamo stare molto attenti, ha messo in difficoltà tantissime squadre. Giocano insieme da molti anni e sappiamo che sono un gruppo molto insidioso”.

    Dalle beghe legali delle scorse stagione che ne avevano messo al repentaglio la sua permanenza a Roma alla fascia di capitano che in assenza di Rocchi, si sta alternando con Mauri: E’ un grande orgoglio, aumenta la mia autostima, ne sono fiero, ma il mio comportamento non cambia. Non è vero che è fonte di maggiore responsabilità, con la fascia non cambio il mio modo di essere”.

    Quella fascia, simbolo di una scelta chiara fatta in estate: “Legarmi alla Lazio a vita è stata una scelta fatta di cuore, ho voluto che diventasse la mia casa nel calcio e che Roma fosse il mio posto nella vita. E’ stata una decisione importante, al di là del contratto e delle cifre, è stata una scelta di testa, fatta insieme alla mia famiglia. Per me la Lazio è il posto migliore che posso avere dentro il calcio”.

    Una decisione propedeutica alle soddisfazioni di oggi, Nazionale compresa: “Io non mi sento oriundo, altrimenti non sarei andato. Nel momento in cui vesto la maglia azzurra è perché mi sento italiano, se avessi avuto il minimo dubbio non avrei accettato. Ci vuole rispetto per le scelte personali di ognuno”.

    L’ultima battuta è legata ad un ricordo particolare: “La più bella partita che ho giocato in biancoceleste è senza dubbio il primo derby. Oltre ad aver segnato ho fatto una buona gara, lì per lì non realizzai ciò che avevo fatto, iniziai a capire un mese più tardi. Il derby a Roma è una cosa incredibile, lo puoi capire solo se lo giochi".

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