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Milan: giocatori inadeguati, non li vuole nessuno. Maldini e Boban non hanno colpe

Milan: giocatori inadeguati, non li vuole nessuno. Maldini e Boban non hanno colpe

  • Cristiano Ruiu
    Cristiano Ruiu
Siamo entrati nel rush finale del mercato rossonero. Un mercato che inevitabilmente potrebbe essere valutato e forse condizionato dalle prime due giornate di campionato. Anche se bisognerà essere lucidi e coerenti indipendentemente dai risultati. Per mille ragioni probabilmente il Milan è la squadra che ha ancora bisogno di maggiori interventi se consideriamo il lotto dei club che puntano a giocarsi un posto per entrare nella prossima Champions League, la vera svolta storica per i rossoneri, quella che è sfuggita per un punto pochi mesi fa. Mancano solo pochi giorni ma è ancora presto per dare una prima valutazione dell’operato di Boban e Maldini. Quello che è certo è che i due hanno dovuto operare in un contesto pieno di difficoltà, come avevamo già avuto modo di descrivere a giugno.

Dovevano rinforzare la squadra in modo da dare a Giampaolo un materiale umano in grado di poter essere valorizzato e di poter provare a puntare al quarto posto. Per ragioni di bilancio e per la dimensione attuale del Milan (che da 6 anni non gioca in Champions) non potevano prendere giocatori già affermati. Avevano il tetto ingaggi bloccato a stipendi molto lontani dai grandi club europei. Ma soprattutto avevano la necessità di cedere molti giocatori per sfoltire una rosa smisurata che giocherà solo il campionato e per reperire risorse preziose da reinvestire sul mercato e da utilizzare per tappare le voragini di bilancio create dalle gestioni precedenti. L’ostacolo più alto e difficile da superare è stato proprio quest’ultimo: le cessioni.

Tanti giocatori palesemente inadeguati, per giunta con ingaggi non commisurati al loro livello. Di offerte reali per i giocatori del Milan ne sono arrivate poche, anzi pochissime. L’unica grande offerta concreta rifiutata è stata quella per Romagnoli. Tutti gli altri sono stati tentativi o offerte per comprare giocatori sotto costo, tipo la Roma che ha proposto lo scambio Suso-Zonzi.

La realtà è che i giocatori di questo Milan, per mille ragioni, hanno pochissimo mercato. La stessa cessione di Cutrone, criticata da molti tifosi, è arrivata alla cifra massima per la valutazione del giocatore. Bravo, milanista, ma senza mercato, di questo bisognava rendersene conto. Tanto è vero che alla fine non è andato in Inghilterra per giocare nel Liverpool o nello United, ma nemmeno nell’Arsenal o nel Tottenham. L’unico club trovato è stato il Wolverhampton dell’amico Mendes. Per il resto “cedere” è stato complicatissimo, anche in prestito. E la colpa non è certo di Boban e Maldini ma della qualità e degli ingaggi dei giocatori.

Non è partito ancora nemmeno Donnarumma e di questo dobbiamo essere felici. Ma insieme a lui rimangono il suo stipendio da 6 milioni, il fratello e il vice portiere più pagato del mondo. Tutti fardelli per Maldini e co. Che quindi devono inventarsi cessioni degli altri. Ma non è facile. In pochi hanno mercato, altri rifiutano la proposte che arrivano e altri stanno benissimo a Milanello o in panchina a prender i loro lauti stipendiucci. Vedremo se nelle ultime ore Maldini e Boban riusciranno almeno a sfoltire la numerosissima batteria dei terzini cedendo Laxalt e Conti. A proposito di quest’ultimo, ci siamo resi conto che con i soldi incassati dalla sua cessione e da quella di Kessié l’Atalanta ha ricavato le risorse per fare la squadra che ci ha soffiato il posto in Champions quest’anno? Complimenti ancora a chi da quelle operazioni ci ha guadagnato o a chi si faceva le foto con ci guadagnava per poi raccontarci che il Milan due anni fa ha fallito la stagione e non è arrivato tra le prime 4 per colpa dell’infortunio di Conti. Ci dispiace per l’infortunio del ragazzo che però non è e non sarà mai un fenomeno, sicuramente non uno in grado di spostare da solo i famosi “equilibri”. Tanto è vero che l’anno scorso non ha mai fatto il titolare e che quest’anno andrà in prestito (speriamo) al Parma.

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