
Milan: il 4-4-2 è sostenibile nel lungo periodo?
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CONTRO - Quando ha palla l’altra squadra, il Milan difende in blocco medio e cerca di chiudere le uscite della costruzione avversaria con gli esterni e le due punte, schermando le linee di passaggio centrali e concedendo l’ampiezza; Pulisic e soprattutto Leao però non sempre riescono a pressare con i tempi giusti, lasciando di fatto una traccia per superare la linea di prima pressione. Qui emerge la fragilità di questo sistema, sia in mezzo al campo, dove i due mediani (Fofana e Reijnders) sono chiamati a grandi corse per coprire non solo la zona centrale di propria competenza, ma anche per aiutare sugli esterni in caso di inferiorità numerica e soprattutto sulle fasce, quando non arriva l’aiuto del mediano e il terzino rossonero di parte si trova a fronteggiare situazioni di 1 contro 1 e a volte addirittura di 2 contro 1. Come visto in più di un’occasione con la Fiorentina - con Theo che si è spesso trovato contro Dodó e Colpani.

Questa situazione però si è verificata più volte a partire dalla gara di Champions League contro il Liverpool, in cui Calabria si è trovato, in diverse occasioni, a essere puntato da Gakpo con il terzino dei Reds Tsimikas che si sovrapponeva.
ALTERNATIVE - Un passaggio a un 4-3-3 permetterebbe innanzitutto di mantenere una struttura più solida e soprattutto di avere un uomo in più in mezzo al campo, pronto ad intervenire e a scalare – senza lasciare troppo spazio centrale - in fase di non possesso in situazioni di potenziale inferiorità numerica. Come abbiamo visto in precedenza con il 2 contro 1 tra Dodò, Colpani e Theo Hernandez, ma anche nella già citata gara di coppa contro gli uomini di Arne Slot.

Nel complesso però, soprattutto in questa fase iniziale della stagione, sembra che questo sistema a due punte e il conseguente assetto in fase di non possesso (4-2-4) porti con sé più rischi che benefici.
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