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  • Napoli tra ombre e fuoco: la squadra è con Gattuso, ma incombe Benitez

    Napoli tra ombre e fuoco: la squadra è con Gattuso, ma incombe Benitez

    • Francesco Marolda
      Francesco Marolda
    Come all’andata. Almeno nel risultato. Due gol del Napoli e Parma fatto fuori. Ma che fatica! E che sofferenza per un Napoli che per la prima volta e per necessità si presenta in campo abbottonato, coperto, tendente all’essenziale e basta. E basta. Nel senso che gli basta per vincere una partita che se non offre emozioni e neppure chissà quali confortanti indicazioni per il futuro azzurro, di sicuro serve a qualcosa di assai importante: riporta il Napoli dalle parti della zona Champions, a due punti dalla Juve. Per dirla tutta: Gattuso respira sotto l’abbraccio della squadra al gol di Politano - anche se il sorriso non gli torna ancora - ma Benitez dovrà aver pazienza nella sua villa con prato Inghilterra? Insomma, il Napoli vince, sì, ma non allontana le ombre che da un po’ di tempo lo stanno rincorrendo e con un febbraio di fuoco che lo sta aspettando, tra coppa Italia. Europa League e la Juve in campionato.

    E il Parma? Il Parma non sfigura. Anzi. Ci prova. Si fa pure coraggioso, ma quand’è attaccato non resiste al brutto vizio di prendere gol. E così resta sofferente e sempre più pericolosamente penultimo in classifica. 

    Non c’è che dire: in casa Napoli la settimana è stata turbolenta: alta pressione e venti da nord, dall’Inghilterra, appunto, si sono abbattuti sulla squadra. E non era bastato il successo  in coppa Italia, la conquista della semifinale della coppetta nazionale, per alleviare i tormenti azzurri e soprattutto quelli di Gattuso, allenatore discusso e divisivo, il quale sa d’aver bisogno di mettere sotto questo Parma - e non solo - per congelare, almeno, la crisi di consensi e di rapporti e di simpatia con la proprietà del club. Partita delicata, insomma. Da grande patto allenatore-squadra e da grande attesa in quanto a reazione e spirito di gruppo. 

    Già, ma pure dall’altra parte, dalla parte del Parma, il match è da allarme rosso. Un punto, la miseria d’un punto e basta nelle ultime sette partite, il brutto score che ha fatto sprofondare in classifica il Parma fresco americano. Certo, è stato coraggioso D’Aversa a rimettersi in discussione su quella panchina ch’era già stata sua, ma pure con lui al timone le cose non stanno poi migliorando tanto.

    Insomma: bisogno contro disperazione al san Diego di Fuorigrotta. E bisogno contro disperazione raccontano subito d’una partita di molta paura e pochi rischi. d’un match giocato col freno tirato. Roba che  sul prato si traduce in ritmi da semipasseggiata e giocate incapaci di produrre tiri seri. Ovvio, il Napoli prova a governare palla e spazi, mentre il Parma aspetta paziente l’occasione per far partire Gervinho e Cornelius, ma quello che si vede, l’assenza di brividi e emozioni basta a stento ad evitare l’abbiocco del pomeriggio del giorno di festa. Sì, neppure il ritorno al 4-3-3 con Elmas al posto  di Bakayoko (escluso in avvio per la seconda volta di seguito) e Zielinski con licenza di partire da lontano danno freschezza e vivacità agli azzurri, mentre le novità di D’Aversa si concentrano tutte in due nuove presenze: il ritorno di Pezzella (per Iacoponi) in terza fila e la scelta di Brugman centrale in mezzo al campo al posto di Hernani invitato ad accomodarsi in panchina dopo gli stordimenti con la Samp. Insomma, ai suoi D’Aversa chiede solo più attenzione, più determinazione e più copertura per quella che è la seconda peggiore difesa di tutto il campionato.

    Ecco, la partita si trascina così sino alla mezz’ora. Per la precisione sino a due minuti dopo la mezz’ora, quando Eljif Elmas, ventunenne della Mecedonia del Nord, mezzo oggetto misterioso e mezzo giovanotto di buone prospettive, alla prima da titolare, prende palla appena dopo metà campo e se ne va tra l’indifferenza (o quasi) di quelli del Parma. Slalom elegante e poi dal limite un sinistro che manda il pallone nella porta. Così è: al primo tentativo, al primo tiro, il Napoli ex sprecone passa avanti. Ma se un calciatore va da solo col pallone per cinquanta metri o quasi e poi tira e segna, beh, se capita questo, qualche colpa gli avversari di centrocampo e di difesa devono pure averla, no?

    Un lampo azzurro, dunque. Seguito dieci minuti dopo da un destro che Lozano offende da quattro o cinque metri e il primo tempo è tutto qui. Un gol e null’altro. Il resto è noia, come si cantava una volta.

    Si daranno una mossa, squadre e allenatori? Sì, D’Aversa ci prova: tira via Grassi per Hernani e il Parma sembra un poco più aggressivo e più verticale e motivato, ma nulla di più. Palla dietro, palla orizzontale, qualche spunto di Lozano e qualche tentativo di invenzione di Lorenzinho col solito destro a giro, invece, dall’altra parte. Cioè dalla parte del Napoli, che la subisce  quella mezza aggressività che il Parma adesso porta in campo, anche se poi tutto si traduce in un destro di Cornelius che manco sfiora Ospina. Però è vero: ora il refrain della partita è ribaltato; nel senso che il Parma pressa un po’ di più e il Napoli che si tiene basso, appena può riparte. Con calma, però. Cosa che deve preoccupare non poco il povero Gattuso, se è vero come è vero che prima (63’) richiama Petagna e mette in campo Politano e poi, sette minuti dopo, sostituisce Zielinski con Bakayoko. Napoli ancora più accorto, insomma. Napoli che vuole tenersi stretto quel gol di vantaggio che vale ben più dei tre punti e basta. Prova ne sono le sostituzioni che a poco più di dieci minuti dalla fine fa Gattuso: fuori un difensore e un centrocampista Mario Rui ed Elmas) e dentro due difensori (Hysaj e Maksimovic), il che vuol dire, in pratica, una difesa a cinque con Di Lorenzo quinto a destra più quattro centrocampisti e Lozano unico attaccante. Altro che 4-2-3-1! Mostra debolezza. Mostra paura, il Napoli, e quindi ci prova D’Aversa, il quale rinfresca difesa e centrocampo con Busi e Cyprien e poi (79’) tira via Brugman per mettere in campo l’ultimo arrivato: il ventiduenne rumeno Dennis Man. Prende il coraggio a dure mani, il Parma, ma come spesso accade nelle storie di pallone, il Napoli s’affaccia per la seconda volta dall’altra parte e trova il secondo gol. Con Politano, complice una sfortunata deviazione di Osaorio che frega irrimediabilmente il povero Sepe. Finisce così, Con il Napoli di provincia che si porta via i tre punti e il Parma che paga ancora una volta le sue troppe debolezze difensive e che quindi resta là, con un piede tra le fiamme dell’inferno. 

    :(actionzone)

    IL TABELLINO

    Napoli-Parma 2-0 (primo tempo 2-0)
     
    Marcatori: 32' p.t. Elmas (N), 37' s.t. Politano (N)

    Assist: -

    Napoli (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui (32' s.t. Hysaj); Elmas (32' s.t. Maksimovic), Demme, Zielinski (25' s.t. Bakayoko); Lozano, Petagna (18' s.t. Politano), Insigne. All. Gattuso.

    Parma (4-3-3): Sepe; Conti, Osorio, Gagliolo, Pezzella (35' s.t. Busi); Grassi (1' s.t. Hernani), Brugman (35' s.t. Man), Kurtic (36' s.t. Cyprien); Kucka, Cornelius, Gervinho. All. D'Aversa.

    Arbitro: La Penna di Roma.
     
    Ammoniti: 5' p.t. Gagliolo (P), 31' p.t. Pezzella (P), 26' s.t. Conti (P), 26' s.t. Demme (N), 30' s.t. Elmas (N), 31' s.t. Brugman (P).

    Espulsi: -





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