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    Napolimania: stufi delle 'sconfitte a testa alta'

    Napolimania: stufi delle 'sconfitte a testa alta'

    • Giovanni Scotto
    Belli ma perdenti. Almeno in casa Juventus è così. "Sconfitta a testa alta", ormai un motivetto che sta diventando solito in casa Napoli. Almeno in questa seconda stagione dell'era Sarri. Non è solo la sconfitta in casa della Juventus (zero punti allo Juventus Stadium da quando è stato costruito, appena due gol segnati) ma sono i ko negli scontri diretti (archiviato anche quello con la Roma), la sconfitta con l'Atalanta e con il Besiktas ancora al San Paolo. Senza considerare i pareggi in trasferta (tra cui quello a Pescara) il Napoli corre il rischio di adagiarsi su un andamento che non è quello da grande squadra, ma quello da squadra che perde "a testa alta".

    E se i tifosi del Napoli sopportano altre battute d'arresto, quelle con la Juventus proprio non riescono a digerirle. Quello che prima serpeggiava ora sta diventando evidente: il popolo azzurro è stufo di perdere a Torino. E tutti quei commenti, del tipo "Hanno giocato bene, anzi meglio dell'anno scorso", cominciano a stufare. Perché sanno di beffa, di inconsistenti complimenti. Che senso ha lodare una squadra che non riesce a imporsi contro la Juventus? Anche un pareggio sarebbe stato positivo, apprezzato. E invece ancora ko: battuta d'arresto pesante, altro che bel gioco. Due clamorosi errori difensivi, imperdonabili contro la Juventus. Se almeno si poteva fare qualcosa, era impedire a Higuain di segnare. Neanche quello. Perché Allan lo ha lasciato avventarsi su quel pallone? E poi Sarri che massacra Insigne, che si è lamentato, è vero ma senza alzare i toni. Diawara ha fatto una bella figura, ma perché tenerlo da parte fino ad ora.

    Il Napoli deve uscire dalla trappola dei "belli ma perdenti", perché il tifoso napoletano vuole vincere. Se poi a qualcuno interessa solo dare "spettacolo" è un altro discorso. Ma poi, quale spettacolo arriva da una sconfitta? Il calcio è uno sport: competizione, agonismo, risultati e infine titoli. Non è arte fine a se stessa. A Sarri e alla società il compito di rendere questo Napoli davvero all'altezza della Juve, che nel big match di sabato è sembrata tutt'altro che di "un'altra categoria". Eppure ha vinto ancora.

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