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  • Nuovi guai in vista per Ronaldinho, mentre la signora Dalia rimane irreperibile

    Nuovi guai in vista per Ronaldinho, mentre la signora Dalia rimane irreperibile

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Dove eravamo rimasti? L'ultima volta che ci siamo occupati della disavventura paraguayana di Ronaldinho Gaucho Assis Moreira e del fratello Roberto, i due affrontavano un (blando) regime di reclusione presso la Agrupación Especializada, una struttura detentiva della polizia di Asunción. Quanto a Dalia Angelica López Troche, l'impresaria che ha organizzato le iniziative cui Ronaldinho avrebbe dovuto partecipare e ha fornito i passaporti falsi, si era resa irreperibile. Rispetto a allora le cose sono cambiate soltanto in parte.

    Nel senso che la signora Dalia continua a starsene al sicuro chissà dove mentre tratta coi magistrati della capitale (senza successo) un regime non restrittivo in caso di comparizione. Quanto a Ronaldinho e Roberto Assis, hanno ottenuto i domiciliari da scontare in un hotel di Asunción. La loro definitiva liberazione dipenderebbe dalla fine della latitanza di Dalia López, il che non è esattamente rassicurante. Ma intanto, dal Brasile, per l'ex numero 10 di Barcellona e Milan giunge notizia di un'altra possibile e pesante grana. Ma vediamo nel dettaglio.

    Miss Dalia e l'habeas corpus – La signora Dalia è stata lestissima a sparire. Mentre i fratelli Assis Moreira e l'agente Wilmondes Sousa Lira venivano fermati e poi arrestati, per avere usato passaporti falsi e per essere sospettati di riciclaggio, l'impresaria che ha organizzato le iniziative attraverso la Fundación Fraternidad Angelical si è resa irreperibile. Non si ha nemmeno certezza che sia rimasta in Paraguay. Durante queste settimane sono state avanzate ipotesi di una sua fuga in Brasile o in Uruguay, ma non vi è nulla che possa confermarlo. La sola certezza è che non abbia smesso un attimo di cercare la trattativa coi magistrati per evitare la carcerazione. Con risultati nulli, sia perché il procuratore che ha istruito l'indagine (Marcelo Pecci) non sembra un tipo malleabile, sia perché la condotta tenuta dalla stessa Dalia López dacché è iniziata la vicenda giudiziaria non giustifica aperture da parte della pubblica accusa.

    Dal 18 marzo la giudice Lici Teresita Sánchez ha dichiarato per l'impresaria lo stato di contumacia (rebeldía), ciò che ha aperto un altro balletto fra Dalia López e l'amministrazione giudiziaria paraguayana. Dalla latitanza López continua a battersi per ottenere l'habeas corpus e invia certificati medici firmati da un'autorità della medicina paraguayana, l'endocrinologa Jazmin Vera de Ruffinelli. Da essi risulta che l'impresaria sia affetta da diabete tipo 2 e ipertensione arteriosa. Ciò che in piena emergenza da Covid-19, sostiene la difesa dell'impresaria, aumenterebbe i rischi per la salute della signora Dalia qualora dovesse presentarsi in sede giudiziaria.

    Il tribunale competente ha respinto la richiesta presentata dall'avvocato Alvaro Arias. A sua volta subentrato al team legale che in un primo tempo era stato incaricato dalla fuggiasca e dalla Fundación Fradernidad Angelical. A formarlo erano gli avvocati Hugo Volpe, William Armoa e Giullermo Yaluff. I tre hanno mollato quasi subito l'incarico accusando Dalia López di aver mentito con loro e avere fornito una documentazione incompleta. Quanto all'avvocato Arias, deve fronteggiare per la sua cliente i sospetti di riciclaggio e di costituzione di una rete di società da usare per fini illeciti. Lo scorso 28 aprile Arias aveva promesso che miss Dalia si sarebbe presentata “entro la settimana”, indicando per venerdì 1° maggio il giorno giusto. Nel momento in cui andiamo in rete, tardo pomeriggio di lunedì 4 maggio, dell'impresaria continua a non esservi traccia.

    Ronaldinho e il poker clandestino – La persistente latitanza della signora López è fra i motivi della permanenza dei fratelli  Assis Moreira in condizione di limitazione della libertà. Ha rimarcato il concetto lo stesso procuratore Pecci, affermando che dalla comparizione dell'impresaria potrebbe dipendere la liberazione dei fratelli Assis Moreira. Questi, dal canto loro, trascorrono i domiciliari presso il lussuoso Hotel Palmaroga. Occupano le camere 104 e 105, e sono anche i soli ospiti di una struttura disertata da clienti causa Covid-19. Una situazione da romanzo di Stephen King riadattato da Osvaldo Soriano. I fratelli hanno sborsato 1,6 milioni di dollari per ottenere questo regime meno duro di limitazione della libertà, e stando a quanto riferisce il sito investigativo argentino Infobae i soldi sarebbero giunti da un conto bancario europeo dell'ex fuoriclasse.

    Denaro messo al sicuro dalle mire della giustizia brasiliana. I due scalpiterebbero per tornare in Brasile, ma da qualche giorno a questa parte il loro desiderio di rimettere piede in patria potrebbe essersi attenuato. Le rivelazioni fatte in data 28 aprile dal Jornal de Brasilia mettono infatti in evidenza le connessioni di Ronaldinho col mondo del gioco d'azzardo.

    Nelle settimane seguite all'arresto dell'ex fuoriclasse in Paraguay sono tornate d'attualità vecchie storie, come quella della casa di gioco d'azzardo inaugurata nel barrio di Ipanema a Porto Alegre. I locali sono di proprietà di Ronaldinho e in essi agisce una società denominata WinPoker che attira più di un sospetto. Va specificato che in Brasile il gioco d'azzardo è proibito dal 1946,  e che negli anni più recenti è in corso una campagna per la sua legalizzazione.

    Alla quale il candidato presidente della repubblica Jair Bolsonaro si opponeva fermamente, salvo mostrare adesso da presidente un atteggiamento meno categorico. Che Ronaldinho si trovasse in Paraguay anche per promuovere una rete di casino online? È una nuova ipotesi che si fa largo. Quanto basta per rendere sempre più complicata la posizione dell'ex Dinho.

    @pippoevai

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