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  • Pari di comodo:| Buffon imbarazza il calcio
Pari di comodo:| Buffon imbarazza il calcio

Pari di comodo:| Buffon imbarazza il calcio

L’ imbarazzo, o meglio, la sorpresa attraversa i palazzi (e vertici) del pallone come uno scatto alla Bolt. Buffon agita il tema dei pareggi di comodo e, immediatamente, parte la corsa a mettere una toppa a quella che suona come una crepa di cui nessuno sentiva il bisogno.

Punto di partenza: Buffon, da sempre, non è solito usare giri di parole per dire ciò che pensa. Parola d’ordine: guai a fare confusione e a confondere la possibile mancanza di fair play con le dinamiche, illecite, del calcioscommesse. Così, ascoltate le riflessioni del numero uno campione d’Italia con al Juve e capitano della Nazionale («Se a due squadre va bene il pari possono anche pareggiare. Sono affari loro, penso che ogni tanto qualche conto sia giustificato farlo...», le parole di Buffon a Sky), il primo a scendere in campo è Damiano Tommasi, che del portiere azzurro è il presidente nell’Assocalciatori di cui Buffon è il numero due. «Gigi parla sempre in modo schietto e sincero. Le sue dichiarazioni hanno fatto rumore in un momento in cui il tema delle combine e delle scommesse è sotto i riflettori: lui, però, ha sollevato un problema, che è quello che riguarda le partite di fine stagione giocate da squadre che per reciproca convenienza non hanno interesse a vincere. Accostare le parole di Buffon al calcioscommesse è una forzatura...». Tommasi fa scudo attorno al capitano dell’Italia, ma quando afferma che «bisognerebbe fare in modo che tutte le partite venissero giocate per vincere...» appare evidente il corto circuito creato dall’uscita di un giocatore, Buffon appunto, appena eletto alla vicepresidenza del sindacato. L’Associazione calciatori, fra l’altro, proprio in queste ore è stata impegnata nel mostrare ai suoi tesserati un video dove un pentito racconta come le trappole per cadere nella tentazione delle scommesse siano dietro l’angolo e come, queste trappole, vadano evitate.


Buffon riflette ad alta voce, il pallone gioca a fare chiarezza intorno al simbolo della Nazionale. Così è lo stesso presidente della Figc, Giancarlo Abete, ad esser costretto a fissare il confine. «Dalle parole di Buffon sottolinea Abete - emerge chiaramente che una cosa è la necessità di vincere o pareggiare, altro è l’accordo che non è accettabile...». Federcalcio e sindacato dei calciatori si sforzano di allontanare possibili equivoci da un ragionamento che potrebbe, in realtà, alimentarli anche se è evidente come Buffon non si volesse riferire a situazioni legate ad accordi prestabiliti. Ma Abete e Tommasi hanno voluto, soprattutto, mandare un messaggio rassicurante a chi, come la procura federale, ma anche le procure della Repubblica, sono al lavoro proprio per combattere l’omertà nel mondo del pallone.

Parole come quelle di Buffon possono creare pericolose turbative nel momento in cui, invece, bisogna dare un preciso segnale di fermezza: questo il ragionamento che faceva, ieri, qualcuno all’interno della procura della Figc.


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