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  • Pres. Santos, Peres a CM: 'Juve su Kaio Jorge, siamo pronti a trattare. L'Inter ha chiesto Soteldo. E mi piace Zenga!'

    Pres. Santos, Peres a CM: 'Juve su Kaio Jorge, siamo pronti a trattare. L'Inter ha chiesto Soteldo. E mi piace Zenga!'

    • Yuri Micheli, corrispondente dal Brasile
    Sono tempi difficili. Il volume di contagi da Covid-19 qui in Brasile è alla stregua della situazione in Italia 20 giorni fa. E non c’è bisogno di aggiungere molto altro sulla prospettiva poco rassicurante che ci aspetta. Dal 17 marzo il torneo dello stato di San Paolo, il Paulistão, è stato sospeso sine die quando mancavano due giornate alla fine della regular season. Una decisione presa il giorno prima dalla Federazione dopo molte ore di discussione, e non senza polemiche. I presidenti delle 4 società storiche (São Paulo, Corinthians, Palmeiras e Santos) hanno trovato un accordo solo dopo molte ore di acceso dibattito.

    Fra i favorevoli a concludere il torneo, anche se a porte chiuse, il presidente del Santos, José Carlos Peres che ha accettato il nostro invito per parlare di questa situazione, ma non solo.


    Presidente, perché lei voleva continuare a far giocare il Paulistão?

    Sono sincero: lo scorso lunedì io avevo ancora la speranza che questa pandemia potesse arrivare con minor gravità qui in Brasile. Ho pensato che i giocatori, che sono giovani e tutti molto controllati dal punto di vista medico, non corressero rischi. Poi mi hanno presentato numeri ed evidenze che mi hanno fatto cambiare idea. Io non voglio certo esporre nessuno dei miei ragazzi al contagio, ma ho pensato come padre di famiglia: devo poter garantire le entrate per fare andare avanti la baracca. Solo per questo ho cercato di far continuare il campionato. Ma ora vedo che la decisione di fermarlo è stata giusta.


    Slitterà? Sarà sospeso in definitivo? E il Brasileirão? Cosa ne sarà del principale torneo del Brasile?

    Avremo l’occasione di seguire finalmente il calendario europeo, cominciando il campionato ad agosto. Lo rivendico da tanti anni, e ora sarà la miglior soluzione per affrontare questo periodo di pausa forzata.


    E immagino siate preoccupati con l’aspetto economico visto che nessuna società, tranne poche eccezioni, gode di buona salute finanziaria.

    Molto preoccupati. Abbiamo già chiesto al governo di far slittare al prossimo anno gli oneri sociali, speriamo che ci venga incontro. Io comunque faccio la mia parte: ho riunito i miei giocatori e dirigenti prima di dare il rompete le righe e sono stato chiaro: ci saranno decurtazioni sugli stipendi anche del 50%. Tutti devono collaborare in questa fase. E nonostante ciò il nostro bilancio del 2020 chiuderà sicuramente in rosso. E pensare che con la cessione di Rodrygo al Real Madrid avevamo appena messo a posto un po’ le cose…


    Quindi altre cessioni saranno necessarie, magari già quest’estate. Come vanno le trattative in questa fase?

    Guardi, il mercato non si è fermato nemmeno un secondo. Ricevo chiamate normalmente. Si è fermato il calcio giocato ma le trattative sono ancora calde.


    Come quella di Kaio Jorge:

    Si, non è certo un mistero. Io però non voglio farmi prendere in contropiede. Se non arrivano le offerte giuste entro una data limite che stabiliremo, ce lo terremo fino alla fine della stagione.


    La Juventus non ha fatto offerte ufficiali?

    No. Ho solo avuto richieste d’informazioni, alle quali ho risposto: la clausola è di 75 milioni di euro, ma siamo disposti a trattare


    Presidente ma in Brasile le clausole sono proforma.

    Lei sa meglio di me come funzionano le cose: dobbiamo proteggerci dall’aggressività economica dei grandi club europei. Mettere clausole alte significa obbligare le società a venire a parlare con noi.


    Allora vorrei capire meglio: la Juventus conosce già la clausola e quindi si è fermata o sta ancora trattando?

    Stavamo trattando sulla base di 30 milioni, ma non solo con loro. Altre due società italiane sono molto attive oltre ad una francese, di cui però, siccome non sono uscite notizie sulla stampa, non posso rivelare i nomi.


    Saranno società con budget alti considerando il valore:

    Preferisco non commentare.


    Presidente però qualche nome me lo deve fare: se io le dico Soteldo lei cosa mi risponde?

    (ride, ndr) Anche i giornalisti italiani sono uguali ai dirigenti! Insistenti! Ma a parte gli scherzi: a Soteldo le rispondo: Inter. Me lo hanno chiesto, Ausilio in persona, ma si è fermato davanti alla mia richiesta di 35 milioni.


    Molto alta presidente, non trova?

    Guardi che Soteldo è un giocatore giovane (22 anni ndr), che ha delle doti sensazionali, è un giocatore che decide le partite. Me lo hanno chiesto tutte le grandi squadre in Brasile, lo vogliono gli squadroni della Premier come l’Everton, e ha tante richieste dalla Spagna. Io nonostante la delusione che abbiamo avuto con la storia di Gabigol volevo dare una corsia preferenziale a Piero Ausilio, e con una controproposta di 20-25 milioni di Euro ci saremmo seduti per trattare, ma lui non si è fatto più sentire…


    La delusione per Gabigol l’avete avuta per quale motivo?

    Noi abbiamo preso Gabriel Barbosa in fondo al pozzo; dopo aver fatto solo panchina all’Inter era stato in prestito al Benfica. Ma si era già svalorizzato, e il giocatore aveva il morale sotto i tacchi. Lo abbiamo messo in sesto e fatto sentire a casa sua. Ha giocato tanto e fatto gol a grappoli. Lui aveva voglia di rimanere qui: io ho chiamato l’Inter e ho offerto Lucas Verissimo più 4 milioni, ma hanno preferito darlo al Flamengo per 20 milioni pagati a rate. Un peccato.


    Sembra che Lucas Verissimo sia proprio destinato a giocare in Italia

    Era già stato praticamente venduto al Torino per 10 milioni, una cifra anche molto bassa, visto che noi ne volevamo almeno 12. Poi il mio allenatore (l’argentino Sampaoli ndr) mi chiese insistentemente di non venderlo, e abbiamo dovuto ritirarlo dal mercato. 


    Ma ha ancora molte richieste per l’estate?

    Si, in questo momento siamo impegnati a rinnovargli il contratto, ma Verissimo ha molte richieste, ma un solo problema: nonostante il suo cognome, non ha la cittadinanza italiana. Gli impresari secondo me non sono andati a fondo su questo aspetto e può essere un problema che blocca alcune trattative. A gennaio L’Everton di Ancelotti ha cercato di prenderlo in prestito, ma su questo siamo chiari: lo cediamo solo se in modo definitivo.


    Lei ama gli allenatori stranieri: Sampaoli prima, Jesualdo adesso. È vero che ha preso anche in considerazione il “nostro” Walter Zenga?

    Assolutamente si, allenatore per il quale nutro grande stima, e che avrebbe fatto, e potrebbe ancora fare comodo al Santos.


    Prima di chiudere l’intervista il presidente Peres ci tiene a mandare un messaggio al mondo del calcio italiano:

    Mia mamma è di origine veneta, e come molti brasiliani ho sangue italiano nelle mie vene, e siamo molto preoccupati per quello che sta accadendo da voi. Ma prego molto e sono convinto che ne uscirete più forti di prima. Forza!

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