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  • Rakitic: 'Juve senza difetti, con Monchi una Roma perfetta. E su Mandzukic...'

    Rakitic: 'Juve senza difetti, con Monchi una Roma perfetta. E su Mandzukic...'

    Manca una settimana alla sfida tra Juventus e Barcellona, quarto di finale di Champions League, ma guai a chiamarla prova di maturità solo per i bianconeri. Intervistato da La Gazzetta dello Sport il centrocampista blaugrana Ivan Rakitic spiega: "Conosco gli italiani… Vi piace lasciare la pressione agli altri. La Juve una squadra in crescita? Da quanti anni vince la Serie A? Sei? Ecco, appunto. Due anni fa era in finale di Champions, non è che non ha giocato il torneo negli ultimi 5 anni. Prima cosa. E poi per me la Juve, quando si parla di calcio italiano, è un punto di riferimento preciso, e posso estendere il concetto anche all'Europa. Ha una storia spettacolare e oggi è tra i 5-10 migliori club al mondo, è difficile da affrontare ed è abituata a vincere, ce l'ha nel dna. Sarà una sfida complicata per noi. In compenso posso dire che ho ottimi ricordi del loro stadio: lì 3 anni fa da capitano alzai l'Europa League col Siviglia dopo il successo sul Benfica".

    ANDATA SENZA BUSQUETS - "Non siamo noi a non avere un giocatore come Busi, è che nel mondo del calcio non ce n'è un altro così! Sono anni che rende a livelli altissimi e ci mancherà, ovvio. Però siamo un gruppo numeroso e troveremo una soluzione: nelle ultime gare abbiamo dimostrato di poter giocare con sistemi differenti. L'importante è non ripetere gli errori di Parigi".

    DIFESA A TRE - "Come è nata? Cercavamo la miglior soluzione per la squadra. I nostri avversari hanno imparato a pressarci alti, sentivamo la necessità di provare a far qualcosa di diverso. L'idea è quella di cercare di infilarsi negli spazi che lasciano gli avversari, e con la novità ci sono due aspetti positivi: la sorpresa creata dal cambio di sistema e la nuova posizione di Leo che costringe l'avversario a confrontarsi con una situazione differente; lui più centrale e più libero e più spazio a destra per altri di noi. Mi sembra che la cosa funzioni, che il cambio abbia dato i suoi frutti però è chiaro che più del sistema conta la squadra: se stiamo bene è difficile giocare contro di noi. E siamo coscienti che non possiamo permetterci una gara come quella di Parigi. Ma non contro la Juve, contro nessuno".

    REMUNTADA COL PSG - "Per tutta la settimana precedente alla gara l'ambiente era diverso. Non posso dire che eravamo convinti di farcela però l’atmosfera era particolare: "Con tutto il rispetto per il Psg - ci dicevamo - se loro ce ne hanno fatti 4 noi possiamo attaccarli e provarci. Poi vedremo se saremo capaci di rimontare". L'intensità era altissima, le idee chiare, il feeling durante gli allenamenti molto bello. Abbiamo iniziato la partita alla grande e loro non sapevano dove prenderci, siamo andati sul 3-0 con merito. Poi un momento di distrazione, approfittano della prima occasione che hanno e il primo pensiero è: "Uffff, ora è dura". Ma siamo stati capaci di continuare ad attaccare al nostro ritmo, facendo il nostro gioco, sicuri, senza pensare all’avversario ma guardando con fiducia ai nostri mezzi".

    LE ULTIME TRE RETI - "In panchina quando ci fischiano la punizione non avevamo dubbi: "Bisogna segnare. Se lo facciamo può succedere di tutto", dicevamo. Gol e impressionante. Da lì loro negli ultimi 7 minuti hanno azzeccato appena 4 passaggi, la nostra pressione è stata eccezionale. Poi il rigore: "Dobbiamo segnare e poi fare anche il 6° gol perché non può finire così, la storia non può restare incompiuta". Gol. E l'ultima punizione, la ribattuta, ter Stegen che recupera la palla, Ney che crossa, Sergi che segna, lo stadio che esplode… Con tutto il rispetto per il Psg penso che tutti gli amanti del calcio quella sera siano diventati del Barça perché abbiamo fatto una gara storica, un'impresa del genere non era mai stata realizzata e non so quanti anni dovranno passare prima che si ripeta".

    CHAT CON GLI JUVENTINI - "Gruppo Whatsapp chiamato 'Juventus' con Mandzukic e Dani Alves? Falso, non esiste. Di vero c'è solo che mi trovo molto bene con Dani Alves".

    IL SORTEGGIO - "Eravamo tutti scontenti. Li abbiamo affrontati due anni fa in finale e sappiamo quanto sono forti. E lo stesso mi ha detto Mandzu, non ci volevano. Però la Champions è così: nel 2015 nella fase ad eliminazione diretta abbiamo sfidato solo campioni in carica nei rispettivi Paesi: Juve, Bayern, Psg e City".

    NUOVO RUOLO PER MANDZUKIC - "Sorpreso del suo rendimento? No, perché Mandzu ha un carattere speciale: vuole sempre aiutare la squadra, si sacrifica per gli altri. Anche quando gioca più centrale si fa in quattro rientrando e muovendosi ovunque. In questa nuova posizione da laterale fa l'80% del lavoro: torna, pressa, ruba, sale… Mandzu è così. Diciamo che mi ha sorpreso la collocazione però non l'esito della stessa. Cosa ne pensa lui? L'ha presa bene: ha buone sensazioni e infatti ne abbiamo approfittato anche in nazionale visto che abbiamo Kalinic come punto di riferimento più avanzato e dovevamo far fronte alla squalifica di Perisic. Ha funzionato. E molto grazie alla sua grande generosità. Nella Juve per me funziona anche perché la squadra ha grande qualità, è abituata a dominare quasi tutte le gare e ha giocatori in grado di gestire il possesso".

    DIFETTI JUVE - "Non ne vedo. Da anni ha le idee molto chiare, è una squadra nella quale le cose non succedono per caso. Per questo sarà dura: sa giocare sotto pressione, anche quando va sotto non perde la testa e se va in vantaggio sa cosa fare. Una squadra molto molto completa, candidata alla vittoria in ogni competizione".

    FUTURO SENZA LUIS ENRIQUE - "Come lo vedo? Con grande tranquillità. Dobbiamo cercare di chiudere la stagione al meglio poi il club deciderà la cosa migliore. Sono stati 2 anni e mezzo spettacolari, quasi perfetti: 8 titoli su 10 e sensazioni ottime. Io sono arrivato con Luis Enrique e in un anno siamo passati da zero titoli al triplete , non era per niente facile. Mi ha voluto qui, gli sarò sempre grato. Capisco la sua stanchezza, è uno che cura ogni dettaglio, ha il Barça sotto la pelle e la cosa consuma tanto. Noi abbiamo fiducia nello staff che c'è ora: se restano, perfetto. Se viene qualcun altro, lo stesso. L'importante è che la squadra continui nella sua linea".

    MONCHI - "Se davvero andrà alla Roma sarà candidata a tante cose, di sicuro. La Roma ha già una buona squadra e per me Monchi è impressionante. Prendere lui è come prendere 10 giocatori nuovi: per quanto lavora, per la sua implicazione, per la sua conoscenza. Sarebbe una cosa molto positiva per un club che è già grande e ha alle spalle una bella storia ma al quale spesso è mancato solo l'ultimo passo per trionfare. Nel calcio non c'è niente di sicuro ma con Monchi la progressione della Roma potrebbe essere perfetta".

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