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Sabatini a CM: 'Immagini Var sbagliate e dialoghi tra arbitri non pubblicati: Lega e Aia alimentano le fake news'

Sabatini a CM: 'Immagini Var sbagliate e dialoghi tra arbitri non pubblicati: Lega e Aia alimentano le fake news'

  • Sandro Sabatini
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“Bentornato Campionato!”, diceva Maurizio Mosca, fenomeno di giornalista che - purtroppo - passa alla storia contemporanea del web come quello del pendolino, praticamente un tipster che sparava pronostici a caso. Invece era - ovviamente - molto di più. Ai suoi tempi il Var non c’era. Per fortuna del Var. Perché Maurizio Mosca avrebbe avviato una battaglia che molti accarezzano ma nessuno prende di petto: facciamo ascoltare i dialoghi tra gli arbitri. Con semplicità: se non c’è niente da nascondere, perchè non li fate sentire? La memoria torna all’audio della (mancata) seconda ammonizione di Pjanic, usata e strumentalizzata per spiegare quell’inspiegabile Inter-Juve di tanti anni fa, con le “montagne russe” (cit. Higuain intervistato a fine partita) del risultato che cambiò fino al 3-2 bianconero nel finale.

Il ricordo molto più recente di un altro “Derby d’Italia”, storico brand per etichettare le sfide tra Juventus e Inter, accompagna il Bentornato Campionato dopo la noiosetta sosta delle nazionali. Torniamo, dunque, dopo esserci lasciati con la mano di Rabiot e Inzaghi che strillava nonostante il filo di voce: “Episodio gravissimo visto da 20 telecamere. Gol inaccettabile. Chiediamo rispetto”. Poi, a notte fonda, a Pressing si era scoperta un’immagine che scagionava Rabiot. Bastava osservare di profilo l’azione dubbia, e si vedeva che c’era “aria” tra pallone e braccio. Tutte le altre immagini schiacciavano il pallone sul corpo del centrocampista francese. Quella di profilo, no. Era la testimonianza visiva migliore. La più realistica. Ma passata in secondo o terzo o quarto piano. In coda a tutte le altre: perchè?

A riguardare bene l’azione da cima a fondo, c’era anche un altro caso da discussione Var. Le immagini offrivano un ben più sospetto tocco di Vlahovic con il bicipite di un braccio non proprio aderente al corpo. Forse non l’hanno visto, o magari sì e non l’hanno considerato punibile. In ogni caso, qui non si tratta di prendere posizione pro Inter o pro Juve. No. Qui semplicemente si cerca di chiarire e far capire che le parole mai rettificate di Inzaghi non avevano la conferma video. Se si parlava del tocco di Rabiot, semplicemente non c’era. Bastava vedere l’immagine giusta, l’unica con la prospettiva adatta. E non tutte le altre, buone solo per agitare le polemiche.



Perchè non è stato fatto? Perchè pochi se ne sono accorti? La risposta non va chiesta alle tv - prima Dazn - che avevano il diritto di utilizzare tutto il materiale video disponibile: nella frenesia della diretta, nessuno è perfetto. La risposta va chiesta a Lega calcio e Aia (Associazione italiana arbitri) che avevano invece il dovere di utilizzare, diffondere e valorizzare l’immagine più efficace del “non braccio” di Rabiot ed eventualmente quella realmente sospetta di Vlahovic. Invece…

Invece, nulla. Googlando sull’ultima giornata, in primo piano c’è sempre Rabiot con il suo braccio e Inzaghi con il suo “episodio chiarissimo, visto da 20 telecamere”. Tutti si ripromettono di prendere esempio dagli sport americani, ma lì qualsiasi lega avrebbe corretto (e multato) Inzaghi, mostrando proprio tutte le immagini. Invece qui nessuno ha preso l’iniziativa, diffondendo l’audio del Var o spiegando pubblicamente. L’Aia non l’ha fatto. Ha perso una grande occasione. Oltretutto, in questi giorni si parla tanto di immagini falsificate che sembrano autentiche, tipo il Papa con il piumone e Trump arrestato. La differenza tra vero o falso si capisce poco. Se non si sfruttano le immagini più chiare, la differenza tra vero o falso si capirà sempre meno e… “Bentornato Campionato!”.

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