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  • Sampmania: alcune bugie su Giampaolo

    Sampmania: alcune bugie su Giampaolo

    • Lorenzo Montaldo
    Ma sul serio, a distanza di tre anni, siamo ancora costretti a difendere un allenatore da attacchi immotivati e gratuiti? Pare di sì, sono basito. Occhio, ve ne fate una malattia. Prima 'mussa', come diciamo a Genova, su Marco Giampaolo: non si è mai definito 'Maestro' di calcio. A chiamarlo così in realtà era stato Massimo Ferrero, quando negli occhi aveva ancora il simbolo del dollaro alla Paperon De Paperoni. Merito della montagna di plusvalenze realizzate grazie al tecnico di Giulianova. L'appellativo lo hanno ripreso in tanti: Cairo, Sacchi e decine di altri commentatori. Mai lui. Incredibile come un soprannome, scelto da esterni, oggi venga usato in senso dispregiativo dai suoi detrattori. Questa però non è l'unica bugia che circola sul conto di un mister reduce da due annate negative, vero, ma spesso dipinto in maniera terribile dai suoi oppositori, con un accanimento perfino ingiustificato nel suo meschino livore. Capisco il poco gradimento per il gioco espresso, ma a questo modo si trascende.

    Oggi che il ritorno dell'allenatore di Bellinzona sembra un po' più plausibile, mi pare giusto tornare a sgombrare il campo dalla montagna di falsità e scemenze diventate, nel corso degli anni, storiografia e agiografia di un uomo. Della fesseria ormai celeberrima relativa alla sua presunta predilezione nei confronti di Ricky Alvarez piuttosto che di Bruno Fernandes ho già parlato in lungo e in largo in questo Sampmania. Adesso sento circolare una nuova versione della fandonia, scaturita dai cosiddetto gironi di ritorno 'con le ciabatte ai piedi'. La narrativa è volta a dimostrare la presunta incapacità di Giampaolo nel dare stimoli ad una squadra evidentemente progettata per ambiziosi piazzamenti europei. Il confronto viene portato con Ranieri in particolare, capace di rendere competitiva fino alla fine una formazione tutto sommato modesta.

    Tralasciando il fatto che a Ranieri è stata consegnata una rosa incompleta, e per certo inferiore sulla carta al piazzamento ottenuto, il primo distinguo riguarda gli elementi messi a disposizione dei due tecnici e il relativo percorso sviluppato. Sir Claudio, ad esempio, si era ritrovato in estate tre calciatori già formati come Candreva, Silva e Keita, tutti con una discreta esperienza tra Serie A e Europa, ed una squadra con l'età media tra le più alte della Serie A (27,7 anni, peggio solo Genoa, Benevento, Inter e Lazio). La conseguenza era una rosa esperta, in grado di gestirsi e dosarsi, mantenendo la concentrazione. Viceversa, l'ultima Sampdoria di Giampaolo era tra le compagini più giovani del campionato, con una media di 25,9 anni, dietro solo a Fiorentina, Milan, Udinese e Sassuolo. Trend simile alle due stagioni precedenti. Inoltre i calciatori acquistati per Giampaolo erano quasi sempre digiuni di Serie A o, più in generale, di campionati differenti da quello - tendenzialmente poco competitivo - in cui erano cresciuti. La differenza però non è solo anagrafica, ma anche legata allo sviluppo opposto dei due percorsi: Ranieri alla zona europea non ci si è mai neppure avvicinato, e ci mancherebbe altro, chiederglielo sarebbe stato folle con il materiale a sua disposizione, Giampaolo a lungo invece l'ha annusata, accarezzata, spesso l'ha pure occupata. E non è che gli obiettivi, le richieste e la dotazione, ad inizio anno, fossero così diverse. Ma ci arriviamo.

    Questo Sampmania però non serve a creare antagonismo tra due persone che hanno fatto il bene della Samp come Ranieri e Giampaolo, bensì a smentire alcune delle bugie circolate sul conto del possibile futuro allenatore doriano. Torniamo a bomba quindi, e in particolare alla fantasia della Samp obbligata a tirare i remi in barca con Giampaolo nel ritorno. Facciamo una cosa, prendiamo i numeri, volete? Quelli non sono opinioni, quelli sono certezze. 

    Confrontando le cifre di tutti i gironi di ritorno dell'era Ferrero, ad esempio, vengono fuori alcune curiosità interessanti. La prima riguarda l'assoluto equilibrio nel rendimento di tutti i tecnici transitati da Genova, tolto il disastroso Montella. Il sergente di ferro Mihajlovic, ad esempio, quello che 'i giocatori li faceva correre e non mollavano mai', ha chiuso la seconda parte di stagione nell'anno dell'Europa con 23 punti e media di 1,21, esattamente la stessa della peggiore (ripeto, PEGGIORE) stagione di Giampaolo. E Ranieri? Un ottimo 'secondo quadrimestre' quello appena concluso, con 26 punti (1,37 a partita), mentre nel 2020 aveva ricalcato alla perfezione le statistiche di Mihajlovic e del peggior Giampaolo. Ecco, il campionato di Ranieri, preso a modello di stagione virtuosa e di seconda parte da imitare, curiosamente vanta una differenza minima con le esperienze di Giampaolo in Liguria: i 26 punti del vincitore della Premier non mi sembrano proprio sono così distanti dai 24 del 2018/2019, dai 23 del 2017/2018 o dai 25 del 2016/2017 targati Giampaolo. Però, alcuni storiografi li ricordano in maniera diversa, come se i risultati fatti dall'ex Torino e Milan valessero la metà rispetto a quelli degli altri. Peculiarità sampdoriane. La tabella ve la lascio qua, così potete farvi un'idea generale.

    2020/2021 Ranieri 19 partite 26 punti media 1,37
    2019/2020 Ranieri 19 partite 23 punti media 1,21
    2018/2019 Giampaolo 19 partite 24 punti media 1,26
    2017/2018 Giampaolo 19 partite 23 punti media 1,21
    2016/2017 Giampaolo 19 partite 25 punti media 1,32
    2015/2016 Montella 19 partite 17 punti media 0,89
    2014/2015 Mihajlovic 19 partite 23 punti  media 1,21

    Ora, appurato che la Sampdoria di Giampaolo 'non tirava i remi in barca', non più di quanto fatto da altre Samp, potrei anticipare la nuova obiezione preconfezionata, del tipo "Aveva i giocatori, Muriel Torreira Praet etc etc etc", facendo notare che, ad esempio, Muriel l'estate prima dell'arrivo di Giampaolo era stato di fatto piazzato a 6 milioni, offerta del Torino. Il giocatore, quasi perso dopo due stagioni imbolsite, parlava così del suo nuovo allenatore a La Gazzetta dello Sport: "Mi ha fatto sentire la sua fiducia, so che se sbaglio una giocata non succede nulla [...] Con altri allenatori entravo in campo con la fissa: devo far bene se no non gioco più. E perdevo sicurezza. Conta la fiducia. Ora mi vengono naturali anche cose che in passato mi sarebbero pesate tanto. Grazie a Giampaolo qui si respira un’aria diversa". 

    Quello del colombiano è un esempio, uno su tanti, di come i fatti vengano plasmati a piacimento, per adattare la realtà alla fantasia che ci si è costruiti. Torreira arrivava da una stagione di Serie B e per fare da titolare nel ruolo teoricamente era stato acquistato Cigarini. Bereszynski era un polacco con pochissima disciplina tattica e parecchie amnesie, Skriniar, beh, Skriniar ve lo ricordate? Comprato a gennaio 2016, aveva giocato la prima partita a fine anno, con il Palermo, poi era tornato in panchina, aveva disputato un quarto d'ora con la Juventus e si era fatto buttare fuori, causando un rigore. Anno dopo, prima gara, entra all'80' con la Samp sul 2-2 a Roma, un secondo dopo stende Dzeko in area e il Doria perde la partita. I tifosi non lo volevano più vedere, la stragrande maggioranza degli allenatori a quel punto lo avrebbe bruciato, spedendolo ai margini. 

    Di esempi simili ne potrei fare a decine partendo da Schick, oggi protagonista all'Europeo, che di recente ha ammesso di aver commesso un errore a lasciare la Samp e Giampaolo, passando per Zapata, Andersen, Linetty e compagnia. Però, a questo modo l’editoriale rischia di diventare un libro. Non è il caso. Mi limito quindi a congedarmi dando la mia opinione, quindi per sua natura opinabile. Mi auguro seriamente che Giampaolo non torni alla Sampdoria. Per lui, non per noi. Ha tutto da perdere, un numero eccessivo di detrattori pronti ad impallinarlo e a massacrarlo in attesa dietro l'angolo, e la situazione societaria e ambientale è troppo complessa per sperare di fare bene e risollevare una carriera oggi stagnante. Non se lo merita lui e, forse, non se lo merita neppure qualcuno di noi.

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