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    Sampmania: Dodò, i 'desaparecido' e gli Amarildo

    Sampmania: Dodò, i 'desaparecido' e gli Amarildo

    • Lorenzo Montaldo
    Qualcuno potrebbe obiettare che il termine 'desaparecido' poco ha a che vedere con il Brasile dal punto di vista linguistico, anche perchè è di etimologia puramente spagnola. E avrebbe ragione, eppure la parola richiama una piaga che in questo stupendo, gigantesco e contraddittorio paese è tornata alla ribalta prepotentemente negli ultimi 4-5 anni. Pensavate che la parentesi dei desaparecidos fosse limitata agli anni '70-'80, a Pinochet e alla dittatura della Giunta militare? Sbagliato, nel Brasile pre e post Mondiale è tornata di attualità. 

    Qui li chiamano 'gli Amarildo', dal nome di Amarildo Dias De Souza, muratore e padre di 7 figli scomparso nelle mani della polizia di Rio. I casi che salgono alla ribalta sono pochissimi, se si considera che tra novembre 2012 e ottobre 2013 sono state oltre 6.000 le persone 'sparite' nel nulla nel solo Stato di Rio de Janeiro. C'è quello di Amarildo, quello più recente di Davi Fiuza a Bahia, e poi migliaia di altri volti grigi, anonimi, che scorrono via uno dopo l'altro. Un ottimo sito - oggi non pubblica più - di nome Il Resto del Carlinho (a me ha fatto sorridere, ma vi assicuro che faceva un gran bel lavoro) ha trattato con dovizia di particolari il tema. Meriterebbe una lettura, quantomeno per rendersi conto che forse è proprio vero che tutto il mondo è paese. 

    Secondo voi ho approfittato di questo spazio per sollevare, nel mio piccolo, una questione che a mio avviso meriterebbe un po' di considerazione? Assolutamente si, in maniera spudorata. E' la fortuna di avere un editore che ti lascia piena libertà di espressione, d'altro canto qualcuno - questo si, in portoghese - non molto tempo fa ha detto che 'chi sa solo di calcio non sa nulla di calcio'. Lo chiamano Special One, un motivo ci sarà. 

    Ora però è giunto il momento di ricollegarsi davvero alla Sampdoria, e a Dodò. Per sdrammatizzare e rendere più leggero il mattone che vi ho appena propinato. Con la premessa di qualche riga fa, riferirsi all'esterno brasiliano e al suo ruolo nel calcio come a un 'desaparecido' può sembrare quasi poco rispettoso. Eppure mi ha fatto pensare in questi termini all'ex Inter un commento che ho letto sulla pagina ufficiale del Doria. Sotto ad una foto di Dodò in allenamento, c'è chi ha scritto: "Eccolo Dodò... Stavo per chiamare Chi l'ha visto". Mi sono fatto una risata, ma poi ci ho pensato su.

    Effettivamente, tolta quella mezz'oretta (34 minuti, per la precisione) con la Roma il brasiliano il campo non l'ha mai visto. Di solito, quando le dinamiche sono queste, significa che il giocatore non è uno di quelli chiesti dall'allenatore. E qui sta la prima stranezza. "Dodò è la mia scommessa. Se la vinco la vince lui, se la perdo la perde lui". Parole e musica di Marco Giampaolo. Non è la frase di un mister che non si fida di un calciatore. L'allenatore doriano oltretutto non è mai stato banale sul terzino: "Va scomposto e ricomposto, deve resettare tutti i suoi comportamenti in campo". Chiarissimo, quasi a lanciare uno stimolo a chi prometteva tanto, solo pochi anni fa, e non ha mai mantenuto pienamente le attese

    Anche perchè la Samp non può permettersi di sborsare 5 milioni di euro per un giocatore che non sia un titolare inamovibile, questo è fuor di dubbio. L'ultimo indizio su Dodò Giampaolo lo ha dato ieri, parlando di 'risposte diverse' in allenamento. Che Dodò sia carente in fase difensiva, lo si era notato anche con Montella. Eppure sono convinto che quello sia uno dei pochi fondamentali che possono essere insegnati. Se non ci riesci con un maestro nel ramo come Giampaolo, quasi maniacale per certi versi, non ce la farai mai. E sono anche convinto, come ha detto anche il tecnico, che Dodò possa diventare un ottimo giocatore. La tecnica è quella di un centrocampista, la qualità e la quantità della corsa ci sono, insomma, materia su cui lavorare ce n'è molta.

    E allora chissà che quell'acceno alle risposte in allenamento non possa preludere ad un suo impiego, magari già contro il Sassuolo. Difficile, ma non (più) impossibile. Forse lo rivedremo in campo, e Dodò tornerà a non essere più un desaparecido. O un Amarildo, fate voi.

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