Non è il momento migliore per la Sampdoria. La partenza lanciata è servita per prendere consapevolezza e regalarsi un girone d’andata da protagonista. Ora però i blucerchiati sembrano in  lieve flessione, non tanto di risultati ma di gioco e nella ricerca della propria identità. Sarebbe stato meglio affrontare la Juve due mesi fa ma il calendario è questo e quindi non si può che partire per Torino con la speranza che il successo di Verona abbia spazzato via qualche dubbio.

La Sampdoria non è più granitica in difesa e spesso va in apnea in momenti della partita che richiederebbero invece solamente un po’ di attenzione in più. E’successo all’ultimo secondo con il Napoli, con la partita già in tasca, così come a Cesena quando la squadra di Mihajlovic si è ritrovata sotto e il tempo non ha concesso le occasioni per la rimonta completa. E poi è c’è stata la riprova di Verona. La Samp in vantaggio di un uomo e di un gol è finita nel pallone, ha giocato gli ultimi dieci minuti del primo tempo impaurita e alla fine ha subito il gol di Toni.

I perché non sono semplici da scovare. La sensazione è che servirebbe un Mihajlovic in campo oltre a quello che già siede in panchina e che rimane il valore aggiunto di questa rosa. Il serbo tampona come può dalla panchina e poi nell’intervallo riesce a toccare i tasti giusti anche quando la sua squadra è in difficoltà. Non essendo in campo però se la Samp si perde nei momenti centrali della gara non può fare altro che urlare da lontano sperando che i giocatori recepiscano nel modo migliore i consigli.

Un leader carismatico è fondamentale in panchina ma per rimanere così in alto ne servirebbe un altro in campo. Il tecnico aveva già evidenziato questa carenza in estate, ha provato a convincere Samuel, perfetto per il ruolo di guida in campo ai tanti giovani ma tutto saltò con l’inserimento del Basilea.  Forse ci riproverà a gennaio, con altri nomi, ma non sarà facile. Gastaldello e Palombo non bastano a meno che tutto non giri sempre nel verso giusto.