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  • Sampmania: Samp(er)? Funziona solo come titolo

    Sampmania: Samp(er)? Funziona solo come titolo

    • Lorenzo Montaldo
    Sono pronto a ritrattare, a chiedere scusa e a prostrarmi in caso dovessi avere torto. Quella che segue è una mia opinione personale, anzi, da un certo punto di vista spero di sbagliarmi. Vorrebbe dire che la Sampdoria ha azzeccato ancora una volta la scelta di mercato, e che io ho sbagliato valutazione. Nonostante ciò, però, nutro grossi dubbi nel leggere il nome di Sergi Samper accostato al club blucerchiato per il ruolo di regista. Il mio scetticismo non deriva dalle capacità tecniche del calciatore – sarà sicuramente bravissimo, l’ho visto giocare troppo poco per esprimere un giudizio – quanto da alcune situazioni legate alle necessità della squadra e individuali del centrocampista spagnolo.

    Iniziamo con il contestualizzare la vicenda di mercato: la Sampdoria ha venduto Torreira, il vero fenomeno della formazione blucerchiata, e si sapeva praticamente dalla scorsa estate che l’uruguaiano sarebbe stato il prescelto da sacrificare all’altare del bilancio. Ciò significa che a Corte Lambruschini hanno avuto praticamente un anno di tempo per individuare una margherita di nomi di possibili sostituti, da sfogliare durante il periodo di mercato e magari da arricchire con occasioni last minute e idee inaspettate. Certo, il cambio di dirigenza non ha aiutato, ma essere arrivati a 10 giorni dalla chiusura del mercato senza aver coperto il ruolo più importante nella formazione doriana, pur sapendo da mesi di dover colmare tale lacuna, è paradossale. La filosofia calcistica di Giampaolo poi non può prescindere da un regista di altissimo livello: dell’importanza di Torreira per la formazione genovese ho già scritto a più riprese, e il mister non può rinunciare ad un giocatore simile. Trovare un altro Torreira è impossibile, ma conviene individuare qualcuno che ci somigli almeno un pochino. E soprattutto, conveniva farlo per tempo.

    E così torniamo a Samper. Il primo, macroscopico dubbio è rappresentato ovviamente dalla forma fisica. Il ragazzo è decisamente sfortunato: la scorsa stagione è stata la peggiore in assoluto nella sua carriera dal punto di vista degli infortuni. Fuori per due mesi tra settembre e ottobre per un problema muscolare piuttosto importante, Samper era rientrato in campo tra le fila del Las Palmas il 30 ottobre 2017 per la partita contro il Deportivo. Giocò 74 minuti, ma per l'apparizione successiva bisogna aspettare un altro paio di mesi, e per la precisione il 6 gennaio 2018:  Las Palmas-Eibar, 71 minuti conclusi da un tremendo infortunio: frattura del perone e rottura del legamento crociato. Sino a qualche anno fa, una mazzata del genere significava carriera finita. Oggi le tecniche mediche e chirurgiche sono cambiate, ma ritornare a certi livelli resta sempre molto, molto complicato. Il mio scetticismo deriva anche da un’altra annotazione: non è la prima volta che lo sfortunato ragazzo (ha soltanto 23 anni) soffre di un qualche acciacco importante. Altro dubbio, la continuità: parliamo di un giocatore potenzialmente molto bravo, ma che in carriera ha giocato pochissimo. Tante presenze nel Barcellona B, ma in Liga soltanto 1 gettone in due anni con i blaugrana (va da sé, la concorrenza era discretamente agguerrita) e 2 la scorsa stagione con il Las Palmas. Nel mezzo, una buona parentesi a Granada nel 2016-2017: 22 apparizioni, prima parte di campionato da grande protagonista, quasi sempre panchina e tribuna tra marzo, aprile e maggio. Terzo punto interrogativo, le qualità atletiche: la Samp ha bisogno di un giocatore che possa spezzare la manovra, aggressivo e tenace, oltre che di un direttore d’orchestra. Samper lo ricordo – le poche volte che l’ho visto giocare, ripeto – come un buon costruttore di gioco, ma non propriamente come un mastino ‘alla Torreira’. 

    Non sono nemmeno così convinto che alla fine al Doria arrivi un profilo del genere, anche perchè da Corte Lambruschini continuano a ripetere di volere un play maker che corre e imposta e che conosca la Serie A: decisamente non il profilo dello spagnolo. Inoltre, l’investimento su Vieira potrebbe aver cambiato i piani societari per quanto riguarda la sostituzione di Torreira. Onestamente, penso che avrebbe poco senso per il Doria spendere oltre 10 milioni in un ruolo dove è già arrivato un ragazzo di prospettiva per 6,5 milioni. Dal punto di vista economico sarebbe più logico l’innesto di un calciatore esperto, ‘pronto’ nell’immediato a calarsi nella realtà della Serie A. Un classe 1995 che non ha mai giocato in Italia necessita dello stesso tempo di adattamento fisiologico al nostro calcio di cui ha bisogno Vieira, tanto per citare uno dei freschi arrivi a Genova. Samp(er) alla Samp, insomma, vista dall’esterno mi sembra che funzioni soltanto come titolo. Per sostituire Torreia, è un po’ pochino.

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