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  • Sassuolomania: il programma della crisi
Sassuolomania: il programma della crisi

Sassuolomania: il programma della crisi

  • Luca Bedogni
La crisi che sta vivendo il Sassuolo in campionato è sotto gli occhi di tutti. Con la sconfitta "assurda", cito Di Francesco, maturata ieri al Ferraris negli ultimi 5' di gioco, si è allungata a 4 la striscia di risultati negativi.

Dopo la Roma, la Lazio e l'Atalanta, si è aggiunta la Sampdoria di Giampaolo: 3-2, altri tre gol subiti (in tutto sono 25). Se poi si rammentano il pareggio sofferto a Bologna  (una rete di Matri all'86') e la vittoria raggiunta in extremis contro il Crotone rispettivamente nella 9^ e 8^ giornata, il trend dei neroverdi appare ancor più negativo. I risultati e la classifica cominciano a preoccupare molti tifosi: il Sassuolo è sedicesimo a soli 3 punti dalla quartultima, l'Empoli di Martusciello. Sotto, oltre ai toscani, ci sono solo il Palermo, il Pescara e il Crotone.

Anche il calendario, da qui alla sosta natalizia, non sorride ed è tutt'altro che roseo, se è vero che sulle 5 partite che mancano, 3 impegneranno il Sassuolo contro squadre di primo livello. Nell'ordine: Napoli, Fiorentina e Inter.

Proprio contro i partenopei, il prossimo lunedì, al San Paolo, alle ore 19:00, gli uomini di Di Francesco sono chiamati a invertire la rotta, per non finire ancora più in basso. Dunque un'impresa impossibile che diventa necessaria, o quasi, visti i tre punti buttati via ieri, che sarebbero stati un vero toccasana. Peccato che questo giovedì, a stressare ulteriormente umori e muscoli, ci si metta pure una trasferta non proprio comodissima, al San Mamés Stadium di Bilbao (mentre il Napoli se la spasserà in casa un giorno prima contro la Dynamo Kyiv).

Il secondo turno di ritorno del girone F di Europa League rischia di essere una partita chiave per la stagione intera del Sassuolo. Sono tutte lì, chi a 6 punti (Genk e Athletic Bilbao), chi a 5, come il Sassuolo e il Rapid. E l'Athletic non vorrà forse vendicare quel 3-0 umiliante, subito al Mapei Stadium? Davanti ai suoi tifosi, in uno stadio notoriamente inespugnabile? Probabilmente a qualcuno potrebbe anche andar bene, uscire da questa Europa ambigua, che spossa e illude.

Proprio come il Sassuolo ha buttato via la partita di domenica contro la Samp, importantissima per il campionato, così aveva fatto anche contro il Rapid in casa, consentendo agli ospiti di trovare un pareggio altrettanto pesante, ovviamente nel finale di partita. Quella era la gara da vincere per restare più tranquilli in questa fase dell'anno. Invece niente, il Sassuolo si è fatto del male.

Questi che vi ho appena appaiato sono stati due cali di attenzione lampanti che rischiano di minare quanto di buono è stato raggiunto e costruito. Troppi fronti, troppi infortuni.

Meglio tornare al campionato, domenica dopo domenica, e ritrovare le proprie certezze; sembra sia questa la soluzione più immediata, auspicata da alcuni, i miopi realisti. Oppure dare ancora il tutto per tutto in Europa, passare il girone vincendone almeno una tra Bilbao e Genk, possibilmente senza perdere l'altra, in attesa che rientrino gli infortunati. Questa è invece la corrente di pensiero numero due, quella dei presbiti ottimisti. Vedete voi con chi schierarvi.

Nel frattempo c'è da andare e tornare da Bilbao, per poi volare a Napoli, il tutto ancora senza Berardi. Più avanti, al Sassuolo toccherà l'Empoli in casa, contro cui non è concesso sbagliare, quindi arriverà il Genk, in una sfida da dentro o fuori, l'8 dicembre. Di seguito la Fiorentina al Franchi, l'Inter al Mapei, infine la trasferta di Cagliari giovedì 22 dicembre, per l'ultima partita prima del panettone.

Un programma tosto, certo. Ma io sono convinto che quello di ieri sia stato l'ultimo regalo dell'anno. Il Sassuolo è in credito, non badate a chi infierisce. Può solo migliorare. E questo sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista mentale.

Intanto ieri sono riapparsi -hanno fatto la staffetta probabilmente in vista di Bilbao- Missiroli e Magnanelli. Quest'ultimo è stato autore della preziosa apertura che, in occasione del primo gol, ha premiato l'ampiezza di Ragusa, consentendo all'esterno di dialogare con Pellegrini sulla fascia prima di arrivare al cross per l'attaccante opposto, Ricci. Un'azione da 4-3-3, un'azione che ci mancava. Dieci minuti dopo, ancora decisivi, Ragusa e Pellegrini hanno confezionato il raddoppio neroverde.

Poi lo squarcio all'84', la verticalità della Sampdoria tanto preannunciata, che ha tagliato in due il Sassuolo: Matri appena entrato non fa la giusta pressione su Skriniar che ricevuta palla dal portiere serve comodamente Torreira, il regista blucerchiato. Questi alza la testa indisturbato e la passa a Linetty davanti a sé, bravo ad accentrarsi e a smarcarsi da un esausto Mazzitelli. A questo punto Linetty ha due opzioni, alla destra e alla sinistra di Magnanelli, il centrale di centrocampo avversario. Sceglie di darla ancora in verticale a Muriel, libero al fianco destro del capitano neroverde. Al colombiano bastano due tocchi per illuminare il corridoio tra i due centrali del Sassuolo, dove si tuffa Quagliarella a tu per tu con Consigli. Gol? No, palo. Palo esterno? No, palo interno. Verso Consigli? No. Verso Acerbi? No, sulla corsa di Quagliarella, mentre si alzano dal campo tre piccioni. Che stavan lì a gufare, naturalmente. Una ferita inferta dal gioco di Giampaolo lunga quasi quanto l'asse centrale del campo. Immedicabile, forse.

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