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  • Scintille Luis Enrique-Xavi, Mbappé e... Yamal: dentro la sfida tra PSG e Barcellona

    Scintille Luis Enrique-Xavi, Mbappé e... Yamal: dentro la sfida tra PSG e Barcellona

    • Federico Albrizio
    Le semifinali sono a 180 minuti di distanza e ogni partita scotta, ma ce ne sono alcune che scottano di più. Se Real Madrid-Manchester City era la gara più attesa tra due potenziali favorite e non ha tradito le aspettative, ora gli occhi sono rivolti al Parco dei Principi, perché quella tra Paris Saint-Germain e Barcellona non è una sfida come le altre. Ideologia, maestro contro allievo e sgarbi di mercato si intrecciano nella notte di Parigi, un match già acceso prima ancora di iniziare.

    E non solo per quella voglia di rivincita del PSG dopo la celeberrima remuntada subita sette anni fa al Camp Nou negli ottavi di finale di Champions League (questa volta sono i quarti di finale), ad acuire la rivalità ci hanno pensato gli schieramenti opposti sul fronte Superlega: da una parte i francesi e il presidente Nasser Al-Khelaifi in prima linea contro la costituzione di una competizione che avrebbe minacciato la UEFA, dall'altra i blaugrana tra i fondatori e più convinti sostenitori della stessa Superlega. Le storie del passato fanno capolino, ma ad accendere gli animi basta il presente e le ultime ore di avvicinamento alla partita hanno alimentato la rivalità.

    SETTE ANNI DOPO LA REMUNTADA 

    SCINTILLE LUIS ENRIQUE-XAVI - Ci hanno pensato i due allenatori a rendere più piccante il confronto del mercoledì di Champions. Luis Enrique e Xavi, compagni di squadra per anni prima, poi allenatore e capitano del Barcellona nel 2014/15, legati da stima e rispetto, ma questo non ha impedito loro di punzecchiarsi alla vigilia dell'incontro. Il primo colpo lo ha battuto Luis Enrique, rispondendo in maniera secca alla domanda su chi incarni meglio lo stile Barcellona tra lui e Xavi: "Io, senza dubbio. No, non è un'opinione. Potete guardare le statistiche, i dati: il possesso palla, i gol, il pressing alto, guardate i titoli, guardate i trofei. Sono io, senza dubbio. Ovviamente, altri avranno un'opinione completamente diversa sulla questione, ma ehi, non c'è dubbio, sono io", ha detto senza imbarazzo Luis Enrique, nonostante ora sieda sulla panchina del PSG. Xavi ha risposto per le rime: "Lo conoscete, è così. Abbiamo una buon rapporto e ho rispetto per lui. E' uno dei migliori allenatori al mondo. Abbiamo tutti e due il DNA Barça, così come Arteta e Guardiola e siamo tutti e quattro nei quarti di finale. Abbiamo quasi lo stesso possesso di palla. Pressiamo alto, vorremo prendere la palla e farla uscire in modo pulito. Tutto dipenderà dai giocatori, ma entrambi cerchiamo la stessa cosa. Ci identifichiamo nel DNA del Barça e ne siamo orgogliosi".

    GAVI E YAMAL - Dal campo al mercato, perché Xavi ha anche spostato l'attenzione sugli sgarbi di mercato fatti dal PSG al Barcellona anche in tempi recenti, concentrandosi proprio sull'ultimo in ordine di tempo, Ousmane Dembélé: "Non è una strategia, ci penso molto. Penso che loro siano favoriti, ci hanno tolto Dembélé, hanno speso molto più di noi. Sono una squadra fatta per vincere la Champions, li conosco bene, loro vengono dal Qatar ed è il loro obiettivo principale". Sgarbi tra le parti negli anni ce ne sono stati, Neymar Jr il più grande e contestato prima ancora di Dembélé, ma i parigini hanno soffiato al Barça anche talenti dalle giovanili: Xavi Simons per citarne uno, più recentemente - ma meno impattante - Arnau Tenas. Un trend che il PSG sembra non voler interrompere, considerando che ora nel mirino di Luis Campos e Al-Khelaifi ci sono altri gioielli blaugrana, Gavi ma soprattutto il giovanissimo Lamine Yamal: 200 milioni di euro, tanto sarebbero disposti a mettere sul piatto da Parigi per l'ala classe 2007, ultima rivelazione della cantera catalana. Per entrambi il Barcellona ha alzato il muro, forte delle clausole rescissorie miliardarie presenti nei contratti dei due giocatori, ma il PSG è sempre un'insidia da non sottovalutare.

    MBAPPE' - Ci sono anche altri intrecci che possono svilupparsi su obiettivi comuni, uno di questi può essere Bernardo Silva del Manchester City che entrambe le squadre vorrebbero ingaggiare in estate. E poi c'è Kylian Mbappé. Ipotizzare lo sgarbo da parte del Barcellona è estremamente complicato, per costi e per un Real Madrid che ha già messo le mani da tempo sull'affare. Il francese classe 1998 ha un'altra storia da scrivere, il finale della sua all'ombra della Tour Eiffel. Le turbolenze seguite alla decisione di non rinnovare il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno e lasciare dunque a parametro zero il PSG al termine della stagione si sono protratte nel corso dei mesi. Basti pensare alla gestione che Luis Enrique gli ha riservato da febbraio in avanti, con qualche panchina di troppo (ultima quella iniziale nel pareggio contro il Clérmont) per 'abituarsi a giocare anche senza di lui'. Turbolenze che ora vanno messe da parte, perché il Paris coltiva ancora l'ambizioso sogno del Triplete, con il titolo in Ligue 1 sempre più vicino e la prossima finale di Coppa di Francia contro un Lione non irresistibile. E in Champions Mbappé è una macchina quasi perfetta: i 3 gol contro la Real Sociedad nel doppio confronto agli ottavi di finale (uno all'andata in Francia, doppietta al ritorno in Spagna) hanno portato a 6 il totale in questa edizione, un bottino che l'ex Monaco intende incrementare per chiudere al meglio la sua avventura parigina e presentarsi con il miglior biglietto da visita al Real. Magari eliminando i rivali più sentiti dalla Champions: un'altra partita nella partita, un'altra scintilla per accendere PSG-Barcellona. 

    @Albri_Fede90

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