Scontri tra ultras, mamma Ciro Esposito: 'Ho perso il mio Ciro per una partita, lo Stato fa troppo poco'

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Lunga intervista di Repubblica a Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, che il 3 maggio 2014 fu ferito a morte da un colpo di pistola esploso da Daniele De Santis, ultras romanista, poche ore prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina: "Dopo 9 anni è sempre la stessa storia. Io per il calcio ho perso un figlio e continuo ad assistere a scene assurde di violenza". Il riferimento è ai nuovi scontri tra le tifoserie di Napoli e Roma nell'autogrill di Badia al Pino sull'A1. PUGNO DURO - "Lo Stato deve assumersi le sue responsabilità e provare ad estirpare questo male dal mondo del calcio. Lo sport è altro, non si può continuare così. Si lotta contro la criminalità organizzata e non si riesce a fermare questa violenza. Mi sembra molto strano, c'è qualcosa che non va".
FATTI, NON PAROLE - "Servono risposte concrete. In Inghilterra il calcio era uno sport violento, ora gli stadi sono frequentati dalle famiglie. Forse bisognerebbe seguire l'esempio di chi è riuscito a risolvere questa emergenza".
GIORNO MALEDETTO - "Non sono la persona adatta ad indicare una soluzione, sono una mamma addolorata perché Ciro non c'è più e quotidianamente provo a tenere viva la sua memoria. Non conosco quale sia la ricetta per risolvere certi problemi. So soltanto che mio figlio quel maledetto giorno del 2014 è uscito di casa per andare a vedere il Napoli e non è mai più tornato. Noi siamo stati completamente abbandonati. Si può morire per un incidente stradale, per una malattia, ma non per una passione. Non mi stanco di ripeterlo".
Allora mettiamo in galera anche i genitori? Stai farneticando. Qua si tratta solo di rispetto della legge, è abbastanza semplice da capire.
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