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  • Seconde squadre, è già tutto da rifare?

    Seconde squadre, è già tutto da rifare?

    • Nicola Balice, inviato a Torino
    “Seconde Squadre: analisi e prospettive nel contesto italiano”. Era questo il tema del convegno organizzato questa mattina da Lega Pro in collaborazione con la Juventus all'Allianz Stadium. Analisi ce ne sono state, approfondite, sotto ogni punto di vista e angolatura. Le prospettive però sono ancora tutte da definire.

    IL CONFRONTO - Perché il progetto delle seconde squadre è nato sotto una cattiva stella, imposto alla Lega Pro in una fase di commissariamento della Figc, tra un passo avanti ed uno indietro infine è partito con una sola società in grado di aderire nonostante le tante difficoltà: la Juventus. Ed anche i parametri con cui è stata definita la partecipazione della seconda squadra sono stati imposti da chi non conosce il contesto di partenza, la serie C appunto: è questo in estrema sintesi il messaggio di Gabriele Gravina, presidente Figc, e Gabriele Ghirelli, presidente Lega Pro. Per quanto Gravina continui ad appoggiare questa novità, fortemente voluta soprattutto da alcune realtà ben rappresentate da Andrea Agnelli, Federico Cherubini e Giuseppe Marotta, ma anche Demetrio Albertini: per aiutare il movimento italiano ad uscire dalla crisi e tornare a competere all pari con le altre federazioni, le seconde squadre sono una via imprescindibile. Almeno secondo i vertici del nostro calcio. Anche se il progetto va cambiato e rilanciato: insomma, servono nuove leggi e servono subito. A cominciare dall'età massima, ma non solo. Nuove norme le vorrebbero pure le realtà di serie A.

    LA DISTANZA - Quello che manca, però, è il vero dialogo. Mettere d'accordo interessi di società che fanno parte di tre leghe diverse è complicato, il plotone di chi alla base non creda nella reale riuscita di questa fusione è ancora nutrito ed è stato ben rappresentato da Gianfranco Andreoletti, presidente dell'AlbinoLeffe questa mattina. La conclusione? Non si torna indietro. Ma per riuscire ad andare avanti è già quasi tutto da rifare.

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