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  • Simone a CM: 'Berlusconi illuminante, ora Milan come PSG. Balo e Verratti...'

    Simone a CM: 'Berlusconi illuminante, ora Milan come PSG. Balo e Verratti...'

    • Daniele Longo
    Marco Simone per anni è stato sinonimo di vittorie. Un palmares da fare invidia: con la maglia del Milan, in otto stagioni, ha vinto complessivamente quattro scudetti, due Coppe dei Campioni/Champions League,due Coppe Intercontinentali, tre Supercoppe europee e tre Supercoppe italiane. Un passato da attaccante di grande livello, un presente da allenatore con ancora tanto da dare: Simone si racconta in esclusiva a calciomercato.com. 

    Qualche giorno fa Berlusconi ha compiuto ottant'anni. Lei che ricordo ha del presidente del Milan?
    Partiamo dal presupposto che io ho avuto l'onore e il piacere di conoscere un Silvio Berlusconi più giovane, con una energia diversa. Arrivava nel mondo del calcio con un carico di idee innovative e diverse rispetto a quelli che erano i metodi del tempo. E' una persona che mi ha dato tanto, ci ha dato tanto a tutti noi giocatori di quel Milan. Lo definirei illuminante, una persona altruista, sempre presente. Parlava molto con noi, cercava di risolvere i problemi e quando era lontano cercava comunque di far sentire la sua presenza.

    Si sta chiudendo un'epoca fatta di tante vittorie in Italia e in Europa. Adesso ci sarà il passaggio a questa cordata cinese, lei che idea si è fatto?
    Per certi versi regna molta tristezza, sono dell'idea che qualcuno della famiglia potesse proseguire questa storia d'amore tra la famiglia Berlusconi e il Milan. Dispiace perchè si chiude qualcosa di forte a livello emozionale, che ha toccato sia i tifosi rossoneri che non. La speranza è che possa avvenire quanto successo con il Psg e gli emiri. Questi nuovi investitori hanno portato il club francese a competere ad alti livelli in Europa oltre che alle vittorie nel campionato nazionale. Non conosco la nuova proprietà cinese, speriamo portino le risorse per riportare il club tra i primi cinque del mondo. Serve maggiore forza economica: ormai i giocatori non vengono più al Milan per il blasone, hanno tutti l'ambizione di fare la Champions League.

    Lei è stato per tanti anni il giocatore straniero più pagato del campionato francese, Il Psg investì dieci miliardi per strapparlo al Milan. Adesso un altro italiano sta facendo grandi cose da quelle parti come Marco Verratti: lei gli consiglierebbe di cambiare aria e andare a giocare in un campionato più competitivo?
    No, Verratti è già in un top club, che gli garantisce di competere per obiettivi prestigiosi. Il club gli ha sempre mostrato grande fiducia, considerandolo un elemento centrale nel progetto tecnico. Può ancora crescere e maturare con quella maglia, per me resta un uno dei primi cinque centrocampisti al mondo. E' difficile trovare una squadra più forte del Psg ora.


    Se da un lato al Milan di Montella mancano giocatori di livello assoluto, dall'altro brillano le stelle di giovani come Donnarumma e Locatelli...
    Devo dire che Montella sta facendo un grande lavoro, quello che gli si addice di più. E' molto bravo a cercare di proporre un certo tipo di calcio con nuove risorse, lanciando i giovani. Mi piace questa voglia di investire sui giovani bravi, credo che al Milan mancano solo i campioni, le star di un certo tipo, ma la base di squadra è molto buona.

    Locatelli è pronto per una maglia da titolare?
    Io credo che per lui sia già importante essere in prima squadra, respirare questo clima di alto professionismo. Mi sembra un ragazzo per bene, con la testa giusta per imporsi. Sono segnali che portano indietro nel tempo, quando il Milan aveva la forza di lanciare tanti grandi talenti sbocciati nel settore giovanile. Donnarumma è già un giocatore pronto, un fenomeno.

    Anche lei aveva mosso i primi passi nel settore giovanile rossonero prima di esordire in serie A con il Como. Una storia lunga fatta di tanti successi: c'è un momento al quale è legato in maniera particolare?
    Sarebbe scontato raccontare una vittoria, ne abbiamo ottenute tantissime e leggendarie. Ricordo con maggiore emozione un momento diverso, che risale alla mia seconda esperienza al Milan del 2001. Ero tornato in prestito dal Monaco, era la stagione dell'esonero di Terim e dell'arrivo di Ancelotti, e al mio ritorno a San Siro fui accolto dall'ovazione dei 70000 di San Siro. Lo stadio ripeteva a gran voce il mio nome, si avvertiva un calore assurdo. 

    Momento molto diverso da quello attuale, con un San Siro per pochi intimi...
    E' cambiato il Milan ma sono cambiati anche i tifosi, sono diversi rispetto a venti anni fa. C'è meno partecipazione ora, prima la partita alla domenica era un rito che veniva celebrato fin dalle prime ore della giornata. Io non credo che dipenda solo dai risultati modesti raccolti dalla squadra negli ultimi anni. 

    75 gol con la maglia del Milan in carriera, quale il più bello?
    Stagione 1991/1992, a San Siro contro il Bari: lancio con il contagiri di Rijkaard, mi coordino e con una semi-rovesciata spedisco il pallone sull'angolo lontano. Sicuramente non era una gara di cartello ma a livello estetico credo sia stata la mia più bella rete con il Milan.

    Il compagno di squadra più forte?
    Sicuramente George Weah, un giocatore fantastico. Il prototipo dell'attaccante completo, sapeva fare tutto. George è un mio grande amico, siamo rimasti in contatto negli anni e posso assicurare che ha un grande spessore umano.

    Tornando in Francia, a distanza di tanti anni un altro attaccante italiano sta conquistando i titoli dei giornali transalpini: Mario Balotelli merita di tornare in Nazionale?
    Io credo che abbia fatto la scelta giusta, il Nizza sembra essere la squadra tagliata su misura per lui. E' la star indiscussa, tutti giocano per lui. Mario ha bisogno di questo tipo di attenzioni per rendere al meglio, credo sia sulla strada giusta. E' un giocatore forte, tra i migliori del campionato francese. E' chiaro che adesso non deve riuscire dai binari, confermare questo rendimento e sarà sicuramente preso in considerazione per la Nazionale.

    Dopo una stagione esaltante da allenatore del Tours, i progetti di Marco Simone per il futuro?
    Con la squadra più' giovane dei due Campionati professionistici, Ligue 1 e Ligue 2, abbiamo ottenuto un'ottima posizione e realizzato un ottimo percorso in Coppa di Lega e in Coppa di Francia.Abbiamo eliminato  due squadre di Ligue 1 come Lione e Lorient. Nonostante tutto questo abbiamo chiuso il rapporto per visioni totalmente differenti con la società. Adesso mi sto guardando intorno, c'è una situazione che potrebbe sbloccarsi entro qualche giorno, sono molto fiducioso.

     

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