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  • Sirigu: 'Il Torino è onnipresente: sui tifosi della Juve in città...'

    Sirigu: 'Il Torino è onnipresente: sui tifosi della Juve in città...'

    Salvatore Sirigu, portiere del Torino, ha parlato ai microfoni di France Football, parlando della presenza dei tifosi in città: "Assolutamente onnipresente. Nei primi tempi, amici e parenti che mi venivano a trovare dicevano: “Incredibile che nella città della squadra italiana più titolata non si trovino tifosi juventini, ma granata ad ogni angolo!”. A Torino, i riferimenti al Toro sono permanenti. Tutti parlano dei giocatori e degli allenatori che hanno fatto la storia. Vi assicuro che lo spirito Toro è tutto meno che un concetto astratto!“.

    SE HA PENSATO DI LASCIARE IL TORINO - "Assolutamente no. Ho conosciuto periodi difficili, ma è stata la voglia di schiacciare sul pulsante reset che mi ha guidato. Molti si sono concentrati sul mio ultimo periodo turbolento a Parigi, io non ci ho mai dato grande peso. Non era una situazione facile, soprattutto durante la settimana, visto che in partita sei sempre concentrato al 100% a vincere. Certo, sapevo che dopo essere stato sempre titolare, non era un bel modo di finire. Ma vedo che anche che nella mia ultima stagione a Parigi ho giocato quattoridici partite ufficiali, vinto la Coppa di Francia e la Coppa di Lega, e non ho preso gol nei tre match di Ligue 1. Ho fatto sempre buone prestazioni e stavo meglio che in altre annate. Con il PSG è finita in una maniera complicata, ma voglio soprattutto vedere il bello. Senza dimenticare l’ultima partita: finale di Coppa di Francia contro il Marsiglia! Cosa puoi sperare di meglio come conclusione che vincere quella partita?".

    SULL'ADDIO AL PSG - "È più il modo di come si sono sviluppate le cose del fatto di non giocare molto che mi fa domandare. Ma non sono né il primo né l’ultimo a cui succede. Preferisco guardare l’aspetto positivo e constatare che la squadra che ha cominciato il ciclo vittorioso, che ha scritto la storia, è sempre nel cuore dei tifosi, come mi dimostrano quelli che incontro. Penso di essermi fatto apprezzare sul piano umano, anche solo per aver fatto lo sforzo di parlare francese. E non ho mai cercato polemiche. Di tutti questi anni terrò particolarmente con me il ricordo di un gruppo fantastico. Qualcuno parla di clan, ma non è vero, lo garantisco. C’era una grande solidarietà in campo e una bella atmosfera fuori".

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