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  • Talk Juve. Vulpis a CM: 'Va bene la Jeep, ma lo sponsor per lo stadio?' VIDEO

    Talk Juve. Vulpis a CM: 'Va bene la Jeep, ma lo sponsor per lo stadio?' VIDEO

    • Gianluca Minchiotti

     

    Oggi la Juventus ha annunciato in pompa magna il suo nuovo sponsor, in una conferenza che ha visto la presenza di John Elkann (presidente Fiat) e Sergio Marchionne (amministratore delegato Fiat), oltre che del presidente bianconero, Andrea Agnelli. La casa automobilistica, attraverso il marchio Jeep, verserà nelle casse della squadra 35 milioni di euro in tre anni, una cifra che attraverso operazioni finanziarie la Juventus potrà incassare anche subito. Soldi che possono risultare quanto mai preziosi, anche in chiave mercato, a fronte di un bilancio che vede nel primo semestre della gestione 2011-2012 perdite per 34,6 milioni,

    Di questa sponsorizzazione, della situazione della Juventus in borsa e dello Juventus Stadium, ancora senza sponsor, parla ai microfoni di Calciomercato.com il direttore di SportEconomy.it, Marcel Vulpis.

    Juventus e Fiat hanno annunciato il nuovo sponsor bianconero, il marchio Jeep. Come valuti questa operazione?

    "Dipende da come vediamo il bicchiere, se mezzo pieno o mezzo vuoto. Se valutiamo la cosa in modo positivo, vediamo che Fiat torna ad occuparsi della Juve, come fece qualche anno fa con il marchio New Holland. Era un momento difficile, subito dopo Calciopoli, ed è un momento difficile anche questo. Se guardiamo il bicchiere mezzo pieno, siamo d'accordo con Marchionne e Agnelli nel sottolineare come, con questa partnership, la Juventus superi il valore della sponzorizzazione che Pirelli dà all'Inter. E questa fra Juve e Inter diventa una bella sfida anche a livello di sponsor e marketing. E poi, sempre guardando le cose in modo positivo, vediamo che Jeep darà alla Juventus più di quanto davano BetClic e Balocco messi insieme. Ma poi bisogna guardare anche il lato negativo della vicenda, e allora vediamo che la Juventus non riesce a trovare uno sponsor importante al di là della galassia alla quale appartiene, che è quella Fiat-Exor. Jeep fa parte del gruppo Fiat, che è la controllante della Juventus. E la stessa cosa si può dire anche di Pirelli e Inter, visto che Tronchetti Provera siede nel consiglio di amministrazione di entrambe. In Italia, l'unico top club che ha trovato un grande sponsor internazionale che esula dalle società alle quali fa capo lo stesso club è il Milan, con Fly Emirates".

    Parliamo di Borsa. Qualche settimana fa era circolata la voce di un delisting da parte della Juventus, ma poi Exor smentì la possibile uscita del club dalla Borsa. Com'è in realtà la situazione?

    "La Juventus è l'unica società italiana che si può permettere di restare in Borsa, considerato l'importante asset dello stadio di proprietà. Roma e Lazio invece farebbero bene a uscire dal mercato azionario. In generale, poi, si può dire che la sbornia di qualche anno fa è finita e che gli azionisti hanno capito che avere dei dividenti da questo tipo di investimento è pressoché impossibile. E' una cosa che si fa per passione, per tifo, per sostenere la squadra, tutto lì".

    L'asset stadio, appunto: lo Juventus Stadium non ha ancora il nome di uno sponsor...

    "E' un altro elemento che ci fa capire che il bicchiere può anche essere considerato mezzo vuoto. Lo stesso Agnelli ha dichiarato che al momento non c'è nessuna operazione in corso a riguardo. E' vero che il problema, al momento, è più di Sportfive che della Juventus. Ricordiamo che Sportfive è la società tedesca che per ora ha versato alla Juventus 75 milioni, spalmabili in 12 anni, ma che ha però il compito di trovare un sponsor importante che associ il suo nome allo stadio bianconero. Bene, in Germania, dove dare il nome di uno sponsor allo stadio è una prassi consolidata, Sportfive risce nel suo compito. Il fatto che non ci riesca con la Juventus è, al contempo, il sintomo di un appeal minore del club rispetto al passato, dopo Calciopoli e dopo l'ultimo anno senza coppe, ed è anche, più in generale, il sintomo della crisi del calcio italiano rispetto a quello di altri paesi".

     

     

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