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  • Tavecchio a CM: 'La mia Figc aveva più di 100 milioni in cassa. Ce l'ho con Malagò e con Roma. L'acquisto del Milan...'

    Tavecchio a CM: 'La mia Figc aveva più di 100 milioni in cassa. Ce l'ho con Malagò e con Roma. L'acquisto del Milan...'

    • Giancarlo Padovan
    Penso che Carlo Tavecchio sia stato un buon presidente della Federcalcio al quale non è stato perdonato di aver scelto l'uomo sbagliato, Gian Piero Ventura, per un'impresa scontata: partecipare alla Coppa del Mondo di Russia 2018: “Quando l'Italia fu eliminata dalla Svezia, nell'ultima gara di qualificazione, vedendo che nessuno dello staff si dimetteva, lo feci io perché non era accettabile che la Nazionale non andasse al Mondiale dopo sessant'anni. Così è andata la storia”.

    Per la verità il presidente della Lega Dilettanti, Cosimo Sibilia, ti aveva tolto l'appoggio.
    “Ti assicuro che anche se avessi avuto la fiducia dell'intero Consiglio Federale me ne sarei andato lo stesso. Avevo già deciso”.

    Ma di cose, fino a quella fatidica decisione, ne avevi fatte.
    “Certo, la prima operazione era stata quella di avere ottenuto due rappresentanti nelle istituzioni internazionali, dove prima non avevamo nessuno. Michele Uva è diventato vicepresidente dell'Uefa ed Evelina Christillin è entrata nel board della Fifa”.

    E poi?
    “Abbiamo portato a Roma la gara inaugurale e altre tre partite dell'Europeo del 2020, spostato adesso nel 2021. Abbiamo ottenuto l'Europeo Under 21 e siamo stati il primo paese in Europa a testare il Var. Con Blatter abbiamo dato un significativo impulso al calcio femminile aprendo al professionismo e obbligando i club di serie A maschile ad avere una squadra femminile”.

    Basta?
    “Non  basta. Quando io me ne sono andato la Federazione aveva una consistente liquidità. E quando dico consistente intendo superiore ai 100 milioni di euro”.

    A proposito di soldi, ma non solo, i rapporti con Giovanni Malagò, presidente del Coni, non sono mai stati buoni.
    “No, né dal punto di vista politico, né da quello strutturale”.

    Cosa significa?
    “Che al calcio dal Coni sono stati tolti 30 milioni”.

    Il calcio ti manca?
    “Nella mia vita ho fatto il presidente della Lega Dilettanti dal 1999 al 2014. Dal 2014 al 2018 sono stato presidente federale. Adesso, con una decina di amici, mi occupo della Pontelambrese che fondai nel 1974 e gioca nel campionato di Eccellenza. Ma il legame con Roma c'è ancora. Faccio parte della commissione impianti sportivi e sono amministratore della Lega servizi. La voglia di partecipare la supero così”.

    Ho letto che tu saresti tra quelli che vorrebbero finire i campionati interrotti dal Coronavirus.
    “Per me ci sono due possibilità”.

    Quali?
    “La prima è quella di congelare i campionati, ritenerli nulli e ripartire a settembre con i nuovi. Lo dico perché ci sono Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli alle prese con la più grande epidemia del secolo. Queste sei regioni rappresentano ben tredici club di serie A su venti. Come si fa a giocare?”.

    Ma se i tornei non finiscono ci sono decine di club pronti a fare cause, reclami e ricorsi.
    “Lo so. Bisognerebbe fare qualche eccezione per quelli che hanno virtualmente vinto i campionati, dico il Benevento in serie B o il Monza in serie C, ma resterebbe comunque un grande problema”.

    Quindi o campionati da rifare, tutti, come se non si fosse mai cominciato oppure...?
    “Oppure la proposta di Adriano Galliani. Stare fermi fino alla prossima estate. Fare la preparazione ad agosto e finire i campionati di quest'anno e la Coppa Italia tra settembre/ottobre o ottobre/novembre. Per poi ripartire con la nuova stagione a febbraio del 2021”.

    Così ci sarebbe il tempo per completare tutto il girone d'andata, disputare gli Europei, e affrontare il ritorno ancora da settembre/ottobre. Non male in effetti.
    “Non male no. Anche perché così si potrebbe salvare il sistema fondato sui diritti televisivi. Sky non può richiedere di essere pagata se non offre un prodotto. Di conseguenza Sky non può pagare i club se questi non giocano. Purtroppo tra essi c'è già chi si è impegnato i soldi prima di riceverli. Io credo, poi, che bisognerebbe fare un'altra cosa”.

    Cosa?
    “Quella che chiamavo la madre di tutte le battaglie: la riforma dei campionati portando i professionisti da 102 a 72 società”.

    Ripartiti come?
    “Diciotto in serie A, altrettanti in B, diciotto per girone in serie C. divisa in centro nord e centro sud. Sono sempre tante, ma andrebbe già meglio”.

    E' vero che sei stato vicino a chi voleva acquistare il Milan?
    “Sono stato solo sfiorato da questa vicenda, ma più per circostanze inventate di sana pianta. La situazione del Milan è stata congelata lì e io non ne ho mai saputo niente”.

    Non ti resta che la Pontelambrese.
    “A proposito della quale vorrei dire che noi nella nostra società abbiamo 250 ragazzi. Per l'attività agonistica non possiamo contare che su venticinque. Gli altri fanno tutti un'attività ludica o di tempo libero. Ebbene dai Comuni o dai cosiddetti enti locali zero aiuti”.

    C'è Sport e Salute.
    “Lo so che c'è Sport e Salute ma se i soldi li aspettiamo da Roma stiamo freschi”.

    E allora?
    “Allora noi provvediamo a tutto – squadre, attrezzature, vestiario, trasporti, acqua calda, medici – ma facciamo un'attività sociale che ci deve essere riconosciuta. E i Comuni ci devono sostenere”.

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