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  • Toney, gol 'mondiali' per Southgate e l’Inghilterra. Dopo Haaland e Kane, in Premier segna l'outsider del Brentford

    Toney, gol 'mondiali' per Southgate e l’Inghilterra. Dopo Haaland e Kane, in Premier segna l'outsider del Brentford

    • Michele Antonelli
    Ci sono Erling Haaland e Harry Kane. E con loro, meglio non fare paragoni. Poi c’è Ivan Toney, l’outsider del Brentford. Uno partito dal basso e arrivato a fare a spallate coi migliori, un passo alla volta. La classifica marcatori della Premier li mette in ordine così: 15, 9 e 8 reti. Idolo dalle parti del Community Stadium, il centravanti inglese si nutre del gol e con il bottino di un avvio sprint alimenta la speranza di strappare una chiamata last minute per il Mondiale.

    RISALITA - Classe ’96, nato a Northampton, Toney è cresciuto nella squadra della sua città. Nel 2015 lo chiama il Newcastle e gli regala la chance dell’esordio in Premier, a 19 anni. Punti di svolta, forse nel momento sbagliato. Perché poi c’è bisogno di una discesa in terza serie per ripartire e trovare un po’ di spazio. La trafila dice Barnsley, Shrewsbury Town, Scunthorpe United, Wigan e Peterborough, club con cui colleziona 33 gol in 52 partite, nella stagione 2019/20. Il Brentford lo nota e non ci pensa: con 5 milioni di sterline sul piatto, il suo acquisto è cosa fatta. Chiude la prima annata in Championship con il titolo di capocannoniere (31 i sigilli in campionato) e si prepara al salto in alto.

    QUESTIONE DI PENALTY - La stima dei compagni di squadra è cosa nota, tanto che molti parlano di lui con un giudizio abbastanza spinto per un fattore: "È il miglior rigorista del mondo". Punti di vista giustificati, perché Toney dal dischetto ci mette sempre la faccia e pure la firma. In carriera ne ha segnati 26 su 27, sbagliando solo in un’occasione. Era il 6 ottobre 2018 e di fronte c'era Adam Davies, portiere del Barnsley, in una sfida da ex in League One, con addosso la maglia del Peterborough. Oltre alla freddezza, merita menzione la rincorsa: lenta, scientifica, a tratti ipnotica. In Premier, è diventata cult. 

    LA STORIA - Toney dagli undici metri è spietato, ma più o meno segna in tutti i modi. Di testa, di rapina, al volo e pure di tacco. Su di lui ci sono gli occhi del Manchester United per un restyling del reparto offensivo ed è stato convocato per la prima volta dall’Inghilterra nell'ultima tornata di Nations League, nonostante un arrivo "recente" al top del calcio british. Ascesa, ma anche speranza. Lo ha ribadito lo stesso giocatore in un’intervista ai canali ufficiali della federazione: "È bello pensare di poter ispirare qualcuno. Voglio spingere le persone a fare cose impensabili. Se posso farlo io, possono farlo tutti". Thomas Frank e le Bees hanno puntato sulla sua voglia e lui ha ripagato la fiducia in poco tempo, trascinando il club alla promozione in Premier dopo 74 anni e alla salvezza della scorsa stagione. Sintonia. Come raccontato da Toney, proprio il tecnico del Brentford gli ha dato la grande notizia della nazionale, a settembre: "Stavo andando all'allenamento e mi ha chiamato. Ero un po' in ritardo, ho pensato che lo avesse fatto per questo motivo. Poi ho scoperto la verità". Che a breve potrà trasformarsi in sogno, se Southgate decidesse di dare una chance vera al suo outsider, che non ha avuto ancora occasione di debuttare con i Tre Leoni. Intanto, "No pressure".

     


    RAZZISMO - Negli ultimi giorni, più che la rincorsa a un posto nei 26 dell’Inghilterra per il Mondiale di dicembre, ha fatto discutere l’ennesimo episodio di razzismo, che ha coinvolto l’attaccante. Dopo la doppietta messa a segno nella sfida contro il Brighton di De Zerbi, l'inglese ha ricevuto insulti sui social, denunciati attraverso i suoi profili. Brutta pagina. Per lui, è intervenuta anche la Premier League: "Nessuno dovrebbe subire ciò che ha subito Toney. Non c’è posto per comportamenti di questo tipo nel calcio o nella società". 

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