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  • Mamma mia, che Torino! Ma Mazzarri e Cairo hanno condizionato l'arbitro

    Mamma mia, che Torino! Ma Mazzarri e Cairo hanno condizionato l'arbitro

    • Renzo Parodi
    Mamma mia che lezione di calcio! La impartisce un Toro scatenato alla pallida Sampdoria di giornata: 4-1 per la squadra granata. Verdetto che si commenta da sé: mai in partita i ragazzi di Giampaolo, sempre saldamente in controllo la banda Mazzarri, che ora vede da vicino la zona Europa. Gara subito in discesa per gli ospiti: gol di Belotti dopo 12', raddoppio del ritrovato bomber granata quasi allo scadere del tempo, su calcio di rigore. Da lì in poi, match già scritto e virtualmente deciso. Il Torino non vinceva a Genova, sponda Sampdoria, da 25 anni. Rompe il digiuno con una gustosa abbuffata anche Belotti, doppietta e tripletta sfiorata. Mancini avrà preso buona nota. Si fatica a trovare i migliori in campo fra i granata. La difesa non ha perso un colpo, il centrocampo ha macinato gioco e avversari, le punte hanno tenuto la difesa della Sampdoria (con i quattro gol subiti addio primati di impenetrabilità) costantemente sulle spine. Davvero un grande Torino, con Belotti, Rincon, Ola Aina, Izzo e Baselli sugli scudi. E una piccola e balbettante Sampdoria che non è riuscita a trovare contromisure allo strapotere granata. Dal naufragio si salvano Praet e Ekdal, gli altri affondano con la mano destra alla visiera

    Sfumano nell'inopinato capitombolo anche le recriminazioni blucerchiate per l'arbitraggio di Rocchi, nel primo tempo un po' sbilanciato sul versante granata. L'arbitro fiorentino aveva brutti precedenti col Toro e i pianti reiterati di Cairo e Mazzarri su veri e presunti torti arbitrali patiti dal Toro forse lo hanno condizionato psicologicamente. Episodi discutibili a parte, non ha convinto la gestione complessiva della gara. Se misuri i falli con il metro, non devi passare alla yarda qua e là. Bello e commovente il lungo applauso della gradinata sud, a fine gara, indirizzato ai beniamini sconfitti. Meno commendevoli i cori anti-Toro. Ma questo è il calcio contemporaneo.

    Subito profumo di zolfo nell'umido pomeriggio di Marassi. Sampdoria e Torino non si amano, attriti di lungo corso (uno per tutti: anno 1972, il gol non gol di Agroppi) e questione di pelle, le due tifoserie sono fieramente avversarie. Match di alta intensità agonistica, tra due squadre assai diverse che tuttavia si assomigliano nella ricerca del gioco, nell'intensità dell'espressione calcistica e pure negli incroci tattici, sebbene adottino schemi lontani fra loro. La Sampdoria gioca col rifinitore, il redivivo Saponara, alle spalle delle punte, Caprari (Defrel, non perfettamente ristabilito, staziona in panca) e Quagliarella. Il Toro schiera la difesa a tre e il centrocampo a cinque con Iago Falque e Belotti di punta. Spiccano gli ex, De Silvestri e Quagliarella in campo, Soriano in panchina, nonché gli ex genoani Rincon, Falque e Izzo. In tribuna compare Paulo Sousa.

    Al 12' l'equilibrio si rompe e la potente capocciata di Belotti, salito in cielo, su cross di Falque giustizia Audero. La Sampdoria era in dieci uomini: Barreto, colpito duro, è disteso ai bordi del campo e Rocchi non ha arrestato il gioco. Lo stadio è un bolgia, il pubblico inveisce contro l'arbitro, Barreto deve arrendersi e lasciare il posto a Linetty. La Sampdoria annaspa, sotto choc. Il Toro vola, scivolando sul velluto del gol di vantaggio. Più reattivi e pronti i ragazzi di Mazzarri (confinato in tribuna dalla squalifica), eppure è Caprari (minuto 21') a sfiorare il pareggio con un destro al giro che si perde appena oltre il palo lungo di Sirigu. Poi è l'ex Quagliarella a fallire il colpo ciccando la battuta al volo su un invitante pallone e insomma non ci annoia nell'uggioso pomeriggio genovese. Piano piano la Sampdoria riprende coraggio e campo, e però il Toro è tignoso e rognoso, ingaggia duelli rusticani uomo contro uomo, piazza spigoli dappertutto che impediscono alla Sampdoria di ragionare in mezzo al campo e ai suoi fiorettisti (Caprari e Saponara) di innescare Quagliarella.

    L'antico bomber (33') scalda le mani di Sirigu con un colpo di testa ben assestato, Saponara perde l'attimo fatale, Ekdal viene chiuso in corner, insomma nel giro di un paio di minuti il match prende ulteriormente fuoco dalle parti di Sirigu e lo stadio spinge la Sampdoria. Praet cade in area, Quagliarella è travolto da Nkoulou sul dischetto, Rocchi non fa una piega. Il Var tace. Rocchi ritrova la voce quando Belotti va a scontrarsi con Audero: calcio di rigore, decide all'impronta il fischietto toscano. Nel momento in cui collide con Audero, il centravanti granata non è più in possesso di palla, ma il Var conferma e Belotti trasforma facile: 2-0 avanti il Toro all'intervallo che con Falque allo scadere del tempo sfiora il tris: appena largo il sinistro scoccato dal limite dell'area di rigore. L'aria si fa irrespirabile nel catino di cemento in riva al Bisagno. Il pubblico blucerchiato è in tumulto e si sfoga insultando Rocchi. Brutto momento. Episodi a parte, il Toro merita il vantaggio. Ha giocato con più lucidità e raziocinio della Sampdoria, generosa ma arruffona.

    Ripresa. Rocchi sanziona Nkoulou col giallo (fallo al limite su Caprari). Risucchiata dall'urlo della gradinata Sud la Sampdoria si getta all'attacco. Al 7' Giampaolo richiama Saponara, alquanto impreciso nelle rifiniture, e butta dentro Defrel. Caprari passa a fare il rifinitore. Il tris arriva, puntuale, all'11'. Manovra insistita del Toro, che sfonda a destra con Rincon, carambola, pallone sul sinistro di Falque che dalle parti del dischetto fulmina inesorabile Audero: 3-0 Toro e match in cassaforte. Al minuto 18 Baselli stende Praet sul lato corto dell'area, Rocchi decide per il calcio di rigore. La Var verifica e conferma. Calcia Quagliarella, debole e centrale, Sirigu intuisce e respinge, l'ex granata si getta sul pallone e ribadisce in gol: 3-1. Rianimata, la Sampdoria si scaraventa avanti,
    il match avvampa, sciogliendosi in un mulinare di caviglie e rotule. Mazzarri, pardon Frustalupi che lo sostituisce in panca, misteriosamente richiama Iago Falque, il migliore dei suoi, e inserisce Berenguer. Forcing Sampdoria, contropiede Toro, il sinistro al volo di Belotti (26') è in bocca ad Audero.

    Il fuoco sacro sampdoriano brucia paglia e sogni di gloria, al 33', sugli sviluppi di un corner, spunta sottomisura la zampa di Izzo a siglare il 4-1 granata. L'ex genoano festeggia, felice come un bambino. Belotti manca la cinquina e la tripletta personale, Zaza prende il posto di Belotti e una marea di fischi per i reiterati rifiuti di vestire la maglia della Sampdoria. Il Toro ha strameritato la vittoria e sente odore di Europa. La Sampdoria non è stata la Sampdoria e Giampaolo ci spiegherà perché. Forse.

    IL TABELLINO

    Sampdoria-Torino 1-4 (primo tempo 0-2)


    Marcatori: 12' p.t., 42' p.t. (rig.) Belotti (T),  11' s.t. Iago Falque (T), 19' s.t. Quagliarella (S), 32' s.t. Izzo (T)

    Assist : 12' p.t. De Silvestri (T), 11' s.t. Aina (T).

    Sampdoria (4-3-1-2): Audero; Bereszysnki, Tonelli, Andersen, Murru; Barreto (14' p.t. Linetty), Ekdal, Praet; Saponara (7' s.t. Defrel); Caprari (33' s.t. Kowancki), Quagliarella. All. Giampaolo.

    Torino (3-5-2: Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji, De Silvestri, Rincon (38' s.t. Soriano), Meité, Baselli, Aina; Iago Falque (23' s.t. Berenguer), Belotti (37' s.t. Zaza). All. Mazzarri.

    Arbitro: Gianluca Rocchi della sezione di Firenze 

    Ammoniti: 10' p.t. Praet (S), 32' p.t. Rincon (T), 39' p.t. Ekdal (S), 5' s.t. Meité (T).

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