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  • Un appello dal mondo ebraico: il calcio faccia di più contro l'antisemitismo. E prenda esempio dal Chelsea

    Un appello dal mondo ebraico: il calcio faccia di più contro l'antisemitismo. E prenda esempio dal Chelsea

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Il calcio si impegni seriamente contro l'antisemitismo. È questo il senso di un appello rivolto ai principali club calcistici europei da una serie di soggetti impegnati nelle campagne contro le discriminazioni, dai quali è giunto l'invito a adottare la definizione di antisemitismo elaborata dall'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA). È quanto si apprende dalla lettura di un articolo pubblicato dal Guardian il 3 novembre 2020.

    La presenza dei fenomeni di discriminazione negli stadi permane alta e preoccupante e in tale contesto le manifestazioni di antisemitismo fanno segnare sempre un indice elevato. Ciò ha determinato una sollecitazione forte verso i club indicati come leader del calcio europeo, cui dunque toccherebbe un surplus di responsabilità sociale: facciano di più per sensibilizzare le proprie tifoserie e, laddove possibile, stroncare le condotte antisemite.

    Quali siano i club destinatari dell'appello, non è dato sapere. Nell'articolo del Guardian essi non vengono nominati, ciò che dovrebbe rispondere a una scelta da parte di chi ha inviato l'appello. Ciò che invece si può ricavare in modo certo sono due riferimenti chiari rispetto alle condotte adottabili dai club chiamati all'appello.

    Il primo riferimento è alla menzionata definizione di antisemitismo elaborata da IHRA: “L'antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio verso gli ebrei. Manifestazioni verbali o fisiche di antisemitismo possono essere espresse verso persone ebree o non ebree, e/o verso le loro proprietà, verso le istituzioni della comunità ebraica e verso i suoi edifici religiosi”.

    Il secondo riferimento sta invece in un esempio di club che quella definizione di antisemitismo l'ha già fatta propria. Si tratta del Chelsea, il cui proprietario Roman Abramovich è russo di origine ebraica, e che dallo scorso gennaio ha adeguato i codici di comportamento alle indicazioni dell'IHRA. In particolare il club londinese si è impegnato a formare i propri steward affinché riconoscano gli abusi comportamentali antisemiti consumati sugli spalti e intervengano per reprimerli. Inoltre i Blues hanno predisposto specifiche azioni educative destinate ai loro propri tifosi. Un ottimo esempio da imitare. E adesso resta da vedere quanti altri club lo seguiranno.

    @pippoevai

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