Web e informazione, svolta in Australia: una legge per obbligare Facebook a pagare la stampa
L’Australia è quindi la prima nazione al mondo a tutelare il giornalismo indipendente, eccessivamente danneggiato dai grandi di Internet.
La questione risale al dicembre 2017, quando il governo ha chiesto all’ACCC (Australian Competition and Consumer Commission), di studiare l’impatto che Facebook e Google hanno avuto sul mercato dell’informazione locale.
La relazione finale della commissione, dal risultato scontato, è arrivata nel 2019 e a metà dell’anno successivo è stato presentato il primo disegno di legge.
Oggi sembrerebbero tangibili i passi in avanti fatti dal governo australiano: Josh Frydenberg, tesoriere federale, ha commentato così la notizia: "Questa è una riforma enorme, è una prima mondiale, e gli occhi di tutto il mondo sono puntati su ciò che sta succedendo qui in Australia […] La nostra normativa contribuirà a garantire che le regole del mondo digitale rispecchino le regole del mondo fisico e, in ultima analisi, sosterranno il nostro panorama media".
Allo stato attuale il disegno di legge prevede che siano direttamente i concorrenti del web a dover negoziare con gli editori per stabilire il prezzo da pagare per le notizie da pubblicare. Se le due parti non troveranno un accordo, interverrà nella trattativa un mediatore del governo con potere decisionale.
Facebook e Google, che già erano venuti allo scontro con il governo australiano lo scorso agosto, riconfermano la propria posizione, facendo sapere che tale decisione potrebbe impedire che i loro servizi vengano erogati in Australia.
I prossimi giorni saranno determinanti per capire l’evolversi della situazione.
