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  • Zamparini deve cambiare: non l'allenatore, ma se stesso!

    Zamparini deve cambiare: non l'allenatore, ma se stesso!

    Da VivoPerLei
    VittorioP scrive:


    Schifo non è una parola sufficiente a descrivere la situazione che vive il Palermo. Le logiche becere degli ultras le lascio alla gestione delle forze dell'ordine, ciò che mi interessa sono quelle ancor più becere di chi gestisce in modo malsano una squadra che, insieme al Napoli, dovrebbe tenere alta la bandiera del Sud. E invece no.

    Il Palermo è giustamente in zona retrocessione, frutto di una stagione scellerata, partita male e conclusa peggio. Tutta colpa del suo presidente, che nel corso del campionato ha cambiato 11 volte allenatore (assurdo!) e che ha costruito ad agosto una squadra senza né capo né coda, vendendo i suoi pezzi più pregiati (Dybala e Belotti) e non trovando rimpiazzi all'altezza.

    Una squadra povera di qualità che non ha mai trovato una sua quadratura del cerchio, complici gli estenuanti cambi di allenatore: in origine era Iachini, poi Ballardini, Schelotto, Bosi, Tedesco, Novellino. Un miscuglio di allenatori che ha fatto solo il male di una squadra sì debole ma comunque superiore sulla carta a Frosinone e Carpi. E la colpa, ovviamente, non può che essere di Zamparini. Ha promesso, giurato e spergiurato che non avrebbe più esonerato allenatori: parole al vento. La domanda sorge spontanea: le...
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    Luca Borioni risponde:

    Uno degli aspetti interessanti del calcio è che non si tratta di una materia facile da un punto di vista imprenditoriale perché legata a mille variabili che non sempre possono essere inserite a priori in un business plan. Capita quindi che anche i manager di maggior successo in ambito industriale debbano fare i conti con la realtà calcistica quando decidono e credono di trasferire le loro capacità dall'azienda al campo di gioco. 

    Tutto questo per dire che Zamparini sarà pure (o sarà pur stato) un imprenditore di successo ma di certo non è (o non è più) un dirigente calcistico da prendere ad esempio. Lui come altri che invece eccellono nei diversi campi dell'imprenditoria.

    E questo perché, forse, il calcio come la vita sta cambiando e richiede nuove competenze, un diverso approccio, una nuova mentalità e insomma, non più una gestione patriarcale come quella del Palermo. La protesta violenta di parte del tifo non può che essere condannata, ma l'esasperazione di chi ha a cuore le sorti del Palermo è decisamente comprensibile.

    Ergo: Zamparini deve cambiare. Non l'allenatore, ma se stesso.


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