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  • Cessione Milan: pronto il piano B

    Cessione Milan: pronto il piano B

    Non c’è allarme, ma a questo punto un po’ d’urgenza sì. Apre così l'articolo con il quale il Corriere della Sera, così come La Stampa in edicola oggi, fa il punto sulla vicenda legata alla cessione del Milan. Né Fininvest, che vende, né il possibile compratore mettono in dubbio che si arrivi al closing: l’atto finale della vendita del Milan al consorzio cinese in qualche modo si farà, almeno per 100 milioni di buone ragioni, ma la corsa contro il tempo per ottenere le autorizzazioni dal governo di Pechino all’esportazione dei capitali è scattata. 

    Fininvest ha ufficializzato le date delle assemblee dei soci, ricorda il Corsera, fissate in prima convocazione per il 2 dicembre e in seconda per il 13. Quest’ultima — considerata la più probabile per il passaggio — non è scelta a caso: è infatti il termine ultimo per chiudere l’affare. Se entro quel giorno non arriveranno i 420 milioni attesi, infatti, Fininvest avrà il diritto di incassare i 100 già versati da Sino Europe Investment in occasione della firma del contratto preliminare. È chiaro che il consorzio cinese non ha alcuna intenzione di perdere una cifra simile. Ecco perché, anche se sono tutti fiduciosi che si seguirà la strada maestra (ovvero arrivo delle autorizzazioni e sblocco degli investimenti dalla Cina) un piano B va necessariamente preparato. Ed è quello cui stanno lavorando Yonghong Li e Li Han, i capofila della cordata cinese e anche i principali investitori, dato che ad affare concluso dovrebbero avere il 25% delle quote del club rossonero (il fondo dello Stato Haixia avrebbe un altro 20%, il resto dovrebbero spartirselo il colosso assicurativo Ping An più forse un altro investitore ancora sconosciuto).

    Se i soldi resteranno bloccati in Cina, arriveranno attraverso finanziamenti da altre banche, probabilmente europee, ma rispettando comunque i tempi. Le manovre in questo senso sono già cominciate.

    Sul perché non siano ancora stati risolti tutti gli inghippi burocratici i rumors si sono sbizzarriti. Si racconta ad esempio, si legge sempre nell'articolo del Corriere della Sera, che sullo stallo delle autorizzazioni ha avuto una certa incidenza anche la decisione del sindaco di Milano Giuseppe Sala di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama un mese fa. Una scelta che avrebbe appunto irritato il governo di Pechino, di conseguenza poco disposto ad accelerare ora l’iter burocratico, ma che comunque non inficerebbe in alcun modo l’esito della trattativa. E chissà che l’incontro di ieri del premier Matteo Renzi con il presidente cinese Xi Jinping (cui sono state donate le maglie di Milan e Inter) non sia invece servito ad ammorbidire l’interlocutore.

    La situazione, come si vede, è ancora in parte misteriosa. Silvio Berlusconi aspetta gli sviluppi e si prepara a vivere il suo ultimo derby da proprietario. Al momento c'è ancora fiducia: si sta già lavorando ad organizzare l’assemblea, quando anche formalmente cambieranno tutti i vertici societari, e Marco Fassone diventerà l’ad del nuovo Milan. È chiaro, però, che qualche ok dalla Cina metterebbe fine a molti dubbi. Ci sono ancora 26 giorni di tempo.

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