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    Che tempo fa? Quando il meteo decide i match

    Che tempo fa? Quando il meteo decide i match

    • Marina Belotti
    Che tempo fa? La domanda è delle più banali: a parlare del tempo non si sbaglia mai, sia per una chiacchierata tra amici al bar, sia quando non si hanno argomenti di conversazione, per intrattenersi con persone appena conosciute. Il tempo atmosferico però, oltre a essere un riempitivo, spesso decide non solo il nostro umore la mattina, ma anche il risultato di intere partite di calcio, alcune delle quali più delicate di altre.

    FIORENTINA-CROTONE- Fiorentina-Crotone, minuto 18 del primo tempo: l'arbitro Gavillucci di Latina sospende la partita per il violento acquazzone abbattutosi sul Franchi e decide di riprenderla solo alle 21.49, dopo quasi un'ora di stop. A quell'ora piove con minore intensità ma la Fiorentina, il cui gioco è tecnico e tattico, sa di essere sfavorita su un campo ridotto in quelle condizioni e non ne vuole sapere di riprendere a giocare. Addirittura, gli addetti al campo paiono lenti e svogliati nel risistemare il terreno di gioco e l'arbitro li esorta ad accelerare i tempi. Infatti, le condizioni per giocare ci sono e il direttore di gara decide per la ripresa. Il Crotone sorride: alla squadra di Nicola interessa solo buttarla dentro in qualche modo e sa che può trarne benefici. E infatti così avviene: se a cinque minuti dal triplice fischio Astori non trovasse la rete, il Crotone vincerebbe grazie al gol di  Falcinelli. Alla fine i viola raccolgono comunque un solo misero punto in casa contro la Cenerentola del campionato: solo il Palermo, penultimo, aveva concesso un pareggio ai rossoblù.

    STELLA ROSSA-MILAN- Queste situazioni, in cui le condizioni atmosferiche prendono il comando del gioco, non sono nuove nel calcio. Basta infatti fare un salto indietro nel tempo, al 9 novembre 1988, e ci ritroviamo allo stadio Marakana di Belgrado. Quel giorno va in scena il secondo turno di Coppa dei Campioni fra lo Stella Rossa e il Milan di Arrigo Sacchi, ritornato sul palcoscenico europeo dopo nove anni. Il primo tempo termina a reti inviolate ma, nei successivi 45’, la Stella Rossa passa in vantaggio con Dejan Savicevic. Nel frattempo però su Belgrado scende un nebbione fittissimo:  il gol del montenegrino si riesce a vedere solo grazie allo zoom delle telecamere. Una nebbia che a poco a poco toglie completamente la visibilità ai tifosi, ai giornalisti e agli stessi calciatori in campo. Solamente dalle urla, quelle, nitide, di alcuni calciatori, si carpisce che i rossoneri sono rimasti in 10  per l'espulsione di Virdis per un fallo che, non si sa come, il guardalinee è riuscito a vedere: una spinta dell’attaccante sardo a un difensore jugoslavo. Al 12’ del secondo tempo il direttore di gara Pauly finalmente si arrende e sospende il match. A questo punto la partita viene rinviata al giorno dopo e si decide di ripartire dallo 0-0.  Ciò che accade l'indomani è che le due formazioni, ferme sull'1-1, vanno ai rigori e Giovanni Galli para i tiri dal dischetto di Savicevic e Mrkela. Il Milan passa così il turno, cosa che probabilmente non sarebbe sucessa, viste come si erano messe le cose, se la nebbia del giorno prima non fosse scesa in campo ad appannare la vista.

    PERUGIA-JUVENTUS- Qualche anno più tardi, il 14 maggio del 2000, i tifosi della Juve si ricordano di certo della clamorosa partita persa contro il Perugia, costata lo scudetto ai bianconeri. Siamo all'ultima giornata del campionato 1999-2000, con la Juve in testa davanti alla Lazio. I biancocelesti battono in casa la Reggina per 3-0, i bianconeri, invece, a causa del temporale che si abbatte su Perugia, non riescono a condurre la gara. In quell'occasione, l'arbitro Collina decide di sospendere momentaneamente la partita, vista l'oggettiva impraticabilità del terreno.  Ma poi, anche se il diluvio non cessa, Collina sceglie di far riprendere la gara, sotto lo sgomento e l'incredulità di tutti, viste le condizioni del tempo e del campo. Il secondo tempo comincia così alle 17.11, con oltre un'ora di ritardo per il forte temporale che ha allagato il campo. E in quel frangente Alessandro Calori realizza il gol che lo rende ancora oggi famoso per aver consegnato lo scudetto alla Lazio. Ecco le sue parole in ricordo di quel giorno:  "Prima di giocare, il presidente Gaucci ci minacciò perché odiava la Juve. Ci disse che se avessimo perso, ci avrebbe mandato un mese in ritiro. Considerando che era l'ultima giornata di campionato, questo avrebbe significato perdere un mese di vacanze estive e nessuno di noi aveva intenzione di passarlo in ritiro." 

    ATALANTA-REGGINA- Tre anni dopo, il primo giugno 2003,  l'arbitro Pierluigi Collina ritrova di nuovo la pioggia, anzi, un diluvio vero e proprio, in un altro match delicato, quello della  partita di ritorno dello spareggio playout per rimanere in serie A tra Atalanta e Reggina. Dato che dall'esperienza si impara, questa volta, memore di ciò che era accaduto tre anni prima, Collina capisce che è meglio rinviare piuttosto che rimandare di minuto in minuto la gara. Chicci di grandine delle dimensioni di noci mandano quindi tutti negli spogliatoi.
    Alle 21 in punto la grandine non c'è più, solo pioggia battente, ma dopo un'ora Collina, assieme ai capitani delle due formazioni, decide per il rinvio. L'indomani  la gara verrà disputata alle 18, persa per 2-1 dalla Dea che, però,  il giorno prima era mentalmente e fisicamente più pronta. E chissà come sarebbe finita se non fosse stata sospesa...Ma ancora una volta, è il meteo, e l'arbitro, ad aver deciso in parte le sorti del match.

    E voi, riuscite a ricordare altri casi simili?

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